Diabete di tipo 2: benefici da terapia combinata con SGLT2 inibitore e GLP-1 agonista


Nei pazienti con diabete di tipo 2 la terapia combinata con un SGLT2 inibitore e un GLP-1 agonista potrebbe fornire ulteriori benefici cardiovascolari e renali

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Negli adulti con diabete di tipo 2 la terapia combinata con un SGLT2 inibitore e un GLP-1 agonista potrebbe fornire ulteriori benefici cardiovascolari e renali, secondo quanto emerso da una metanalisi pubblicata su The Lancet Diabetes & Endocrinology.

«Questi dati rappresentano la valutazione più ampia e completa degli effetti degli SGLT2 inibitori con e senza agonisti del recettore del GLP-1» ha osservato Brendon Neuen, professore associato, nefrologo e direttore degli studi sui reni presso il Royal North Shore Hospital e ricercatore senior presso il George Institute for Global Health di Sydney. «I risultati del nostro studio forniscono un forte supporto all’uso di entrambi i farmaci in combinazione per ridurre le malattie cardiovascolari e renali nelle persone con diabete di tipo 2».

Metanalisi di studi su utilizzatori di SGLT2 inibitori
I ricercatori hanno condotto una metanalisi di 12 studi relativi a un totale di 73.238 adulti con diabete, il 4,2% dei quali utilizzava un GLP-1 agonista al basale, che facevano parte di SMART-C, una raccolta di studi sugli effetti degli SGLT2 inibitori su un risultato clinico primario.

Sono stati valutati due eventi cardiovascolari, ovvero gli eventi avversi cardiovascolari maggiori (MACE, un dato composito di infarto miocardico non fatale, ictus non fatale o morte per causa cardiovascolare) e l’ospedalizzazione per insufficienza cardiaca o decesso per causa cardiovascolare.

Inoltre sono stati valutati due esiti renali, ossia un dato relativo alla progressione della malattia renale cronica composto da diminuzione ≥40% della velocità di filtrazione glomerulare stimata (eGFR), insufficienza renale (eGFR <15 ml/min/1,73 m2), dialisi cronica o trapianto renale, e il tasso di variazione annuale dell’eGFR.

Riduzione del rischio cardiovascolare e renale con la terapia combinata
Si sono verificati eventi MACE nel 9,8% dei soggetti, con un rischio inferiore in quanti utilizzavano un SGLT2 inibitore rispetto ai non utilizzatori (HR = 0,89), con e senza GLP-1 agonisti al basale (HR = 0,81 e 0,90).

Il ricovero in ospedale per scompenso cardiaco e decesso per cause cardiovascolari si è verificato nell’8,5% dei partecipanti. L’uso di un inibitore SGLT2 ha ridotto tale rischio rispetto agli adulti trattati con placebo (HR = 0,77) e a quelli in terapia o meno con GLP-1 agonisti al basale (HR = 0,76 e 0,78).

Gli utilizzatori di SGLT2 inibitori avevano un minor rischio di progressione della malattia renale cronica rispetto a quelli che ricevevano placebo (HR = 0,67), con o senza anche un GLP-1 agonista al basale (HR = 0,65 e 0,67). L’uso di SGLT2 inibitori è stato anche associato a un tasso annuale più lento di declino dell’eGFR, indipendentemente dall’uso di GLP-1 agonisti al basale.

«Gli effetti protettivi cardiovascolari e renali degli SGLT2 inibitori e dei GLP-1 agonisti dipendono probabilmente da percorsi meccanicistici distinti» hanno scritto i ricercatori. «Entrambe le classi di agenti riducono i fattori di rischio cardiometabolico come emoglobina glicata (HbA1c), peso corporeo, pressione sanguigna e albuminuria, anche se gli effetti dei secondi su glicemia e peso corporeo sono sostanzialmente maggiori di quelli degli SGLT2 inibitori. Tuttavia è improbabile che questi effetti spieghino completamente l’entità del beneficio osservato sugli esiti clinici per entrambe le classi».

Chi faceva uso di SGLT2 inibitori aveva un rischio inferiore di mortalità per tutte le cause rispetto ai non utilizzatori (HR = 0,89), simile con l’assunzione o meno di GLP-1 agonisti al basale (HR = 0,82 e 0,89).

I tassi di eventi avversi gravi nella metanalisi erano inferiori in coloro che assumevano SGLT2 inibitori rispetto al placebo, mentre non variavano con l’uso o meno di GLP-1 agonisti.

«Questi risultati hanno rivelato i potenziali benefici della terapia combinata con queste due classi di farmaci e sono rafforzati dalla tipologia di pazienti inclusi nell’analisi, ovvero soggetti con diabete di tipo 2 ad alto rischio cardiovascolare, con scompenso cardiaco accertato e con malattia renale» ha affermato Neuen. «Questi esiti dovrebbero generare fiducia nel fatto che l’uso combinato di entrambi i farmaci potrebbe essere di grande beneficio in un’ampia tipologia di pazienti con diabete di tipo 2».

Pertanto, un uso più ampio di entrambe le classi di farmaci potrebbe contribuire a ridurre l’onere delle malattie cardiovascolari e renali e presentare vantaggi economici e sanitari, ha concluso.

Referenze

Apperloo EM et al. Efficacy and safety of SGLT2 inhibitors with and without glucagon-like peptide 1 receptor agonists: a SMART-C collaborative meta-analysis of randomised controlled trials. Lancet Diabetes Endocrinol. 2024 Jul 8:S2213-8587(24)00155-4. 

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