Anticipato dal singolo LUCE, si intitola LA MACCHINA DEL TEMPO il disco con cui RICKSON fa il proprio esordio ufficiale
Anticipato dal singolo LUCE, si intitola LA MACCHINA DEL TEMPO il disco con cui RICKSON fa il proprio esordio ufficiale.
Dodici canzoni che appartengono a un determinato periodo della vita di RICKSON, in cui ha cercato di raccontare come vede le cose che lo circondano, come percepisce le emozioni.
RICKSON cerca sempre di trovare soluzioni, di vedere la luce in fondo al tunnel passando per la strada più lunga, spesso la più difficile, piena di delusioni e problemi, che però alla fine lo porta a stare bene.
Queste canzoni parlano di amore, di sesso, delusioni, solitudine, ricordi, malinconia e di momenti difficili ma alla fine c’è sempre la speranza che lega tutto. RICKSON pensa che il tempo nella sua vita sia stato sempre un elemento fondamentale con cui fare i conti con il passare degli anni. Ha imparato a convivere e capire che “aspettare il momento giusto” lo ha aiutato a prendere le scelte giuste nel suo percorso.
Pensare al passato per non fare di nuovo errori nel presente, per poi trovarsi bene nel futuro. Per questo ha voluto chiamare il disco LA MACCHINA DEL TEMPO.
Musicalmente sarà un bel viaggio, con diverse sfumature in cui ha cercato di racchiudere tutte le sue influenze musicali che partono dagli anni ’60 e arrivano fino a oggi. C’è molta psichedelia, suoni che fanno viaggiare, chitarre riverberate e a volte distortissime, batterie a tratti suonate come fossero un loop in cui perdersi. Una scelta accurata dei suoni con l’uso di chitarre e amplificatori degli anni ’60 e sintetizzatori anni ’80.
In generale c’è stata anche una ricerca accurata per le melodie vocali cercando di trovare soluzioni non scontate che non coprissero i suoni e la parte strumentale delle canzoni.
“È un disco malinconico, psichedelico e sognante, un vero viaggio di 12 canzoni, introspettivo e temporale. Una fotografia di un determinato periodo di riflessione personale, sulla vita, sui rapporti con le persone, ma con balzi temporali verso il passato per trovare e cercare di risolvere gli errori e il futuro dove si cerca per di più la luce, la speranza.
Anche musicalmente l’obiettivo era quello di fare un viaggio nel tempo, prendere ispirazione da un certo tipo di suoni e di musica psichedelica di fine anni ’60 e portare tutto in questo periodo storico aggiungendo pochi ma mirati elementi che rendessero il tutto più moderno e adatto alle storie delle canzoni”.
Tutta la pre-produzione è stata fatta nel suo studio personale (Moon studio di Badia Tedalda AR). Poi registrato, mixato e masterizzato da DANIELE MARZI (batterista nei primi tour di Colombre, Francesco de Leo) nel “Marzi Recording Studio” di Riccione.
Ha registrato le chitarre ADRIANO CAPUANI, le batterie FABRIZIO AIUDI, con i quali suona insieme da più di dieci anni: entrambi faranno parte della band con cui suonerà dal vivo. Nelle tracce TUTTO CIÒ CHE HO e LA MACCHINA DEL TEMPO ci sono le trombe e il flicorno di ENRICO LUPI de LA RAPPRESENTANTE DI LISTA