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Livelli elevati di vitamina E legati a rischio più basso di Bpco

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Le persone che assumono più vitamina E con la dieta potrebbero avere meno probabilità di andare incontro a Bpco, stando ai risultati di uno studio

Le persone che assumono più vitamina E con la dieta potrebbero avere meno probabilità di andare incontro a Bpco, stando ai risultati di uno studio recentemente pubblicato su Frontiers in Nutrition.

Razionale e obiettivi dello studio
La vitamina E è un antiossidante che svolge un ruolo importante nel prevenire i danni alle cellule dell’organismo, ricordano i ricercatori nell’introduzione allo studio. Questo nutriente è naturalmente abbondante in alimenti come noci, semi, oli vegetali e verdure a foglia verde, ed è anche comunemente aggiunto ad alcuni alimenti fortificati, tra cui i cereali per la prima colazione.

Alcuni studi hanno suggerito che una maggiore assunzione di vitamina E è associata ad una riduzione del rischio di alcune malattie polmonari, tra cui l’asma, il cancro ai polmoni e le infezioni del tratto respiratorio superiore, anche se questi dati sono tutt’altro che conclusivi.

Inoltre, un precedente studio clinico statunitense, che aveva coinvolto più di 38.000 donne, ha dimostrato che una maggiore assunzione di vitamina E è associata a un minor rischio di Bpco. Tuttavia, esistono poche evidenze di questa potenziale relazione tra i diversi sessi, gruppi di età, livelli di istruzione ed etnie.

Per approfondire l’argomento, un team di scienziati cinesi ha condotto un’analisi dei dati 2013-2018 del database Usa NHANES (National Health and Nutrition Examination Survey), che raccoglie informazioni sullo stato di salute e l’alimentazione di un’ampia popolazione di individui.

Disegno dello studio
L’ultima analisi pubblicata ha incluso i dati di 4.706 adulti (dai 20 anni in su). Più della metà erano uomini (52,3%), di etnia Caucasica non ispanici (65,4%) e sposati o conviventi (62,1%). La maggior parte di essi aveva conseguito un diploma di istruzione superiore (63,3%). Di questi, 155 persone (3,3%) soffrivano di Bpco.

Valutazioni preliminari condotte dai ricercatori hanno mostrato che l’assunzione media di vitamina E era significativamente più bassa tra le persone affette da Bpco rispetto a quelle senza malattia (8,72 contro 7,10 mg al giorno). La maggior parte delle persone era ben al di sotto della dose giornaliera di vitamina E raccomandata per gli adulti, che è di 15 mg al giorno.

I ricercatori hanno suddiviso i partecipanti in tre gruppi omogenei in base al loro apporto giornaliero di vitamina E: minimo, medio e massimo. Hanno quindi eseguito test statistici per confrontare il rischio relativo di Bpco in ciascuno di questi gruppi. Questi test hanno tenuto conto di alcuni possibili fattori di influenza, quali l’età, il sesso di appartenenza, lo stato civile, l’etnia, il livello di istruzione, lo status di fumatore e i livelli di colesterolo.

Risultati principali
I risultati hanno mostrato che il gruppo con l’assunzione più elevata di vitamina E presentava un rischio significativamente ridotto di Bpco (-43%) rispetto al gruppo con l’assunzione vitaminica più ridotta.

Anche gli individui con livelli medi di assunzione di vitamina E tendevano a mostrare un rischio di Bpco inferiore rispetto a quelli con livelli più bassi, ma questa differenza non era statisticamente significativa, il che significa che è matematicamente plausibile che possa essere dovuta al caso.

Ulteriori analisi statistiche e analisi per sottogruppi hanno indicato che maggiore è l’assunzione di vitamina E, minore è il rischio di sviluppare la Bpco.

Riassumendo
In conclusione, “…i risultati hanno dimostrato che l’assunzione di vitamina E tra gli adulti statunitensi era ben al di sotto dei livelli raccomandati e che una maggiore assunzione di vitamina E era negativamente associata all’incidenza di Bpco”.

“Sulla base di questi risultati, pertanto – aggiungono i ricercatori – la supplementazione di vitamina E potrebbe avere un ruolo importante nella prevenzione della Bpco”.
Gli autori dello studio, tuttavia, hanno anche invitato a porre cautela nell’interpretazione di quanto osservato in quanto le loro analisi hanno identificato l’esistenza di semplici associazioni e non di relazioni causa effetto.
Saranno necessari, pertanto studi ulteriori per verificare se la supplementazione di vitamina E sia effettivamente un metodo efficace per ridurre il rischio di Bpco.

Bibliografia
Liu Z et al. Association of Dietary intake of vitamin E with chronic obstructive pulmonary disease events in US adults: A cross-sectional study of NHANES 2013–2018.  Front. Nutr, Sec. Clinical Nutrition Volume 10 – 2023 | https://doi.org/10.3389/fnut.2023.1124648

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