“Mi sentivo un corpo estraneo in famiglia”: la strage di Paderno Dugnano nelle parole dell’assassino, il figlio 17enne. Sconvolti amici e conoscenti
“Non c’è un perché. Mi sentivo un corpo estraneo in famiglia, con gli amici. Ero oppresso, mi sentivo solo in mezzo agli altri”. Il 17enne autore della strage familiare di Paderno Dugnano, dopo ore di interrogatorio nella Caserma dei carabinieri del piccolo comune in provincia di Milano, confessa l’omicidio di madre, padre e fratellino di 12 anni. Non ha un reale movente, né una causa scatenante di quella furia che l’ha portato a trasformarsi in un killer. “Ho pensato che uccidendoli tutti mi sarei liberato da questo disagio – ha aggiunto – . Me ne sono accorto un minuto dopo: ho capito che non era uccidendoli che mi sarei liberato”.
Accade tutto di notte. Secondo la ricostruzione degli investigatori, il primo a essere ucciso è stato il fratellino di 12 anni con cui condivideva la stanza. Gli toglie la vita nel sonno, sul suo corpo i segni di decine di coltellate. Poi, l’assassino si è avventato sulla madre, che allertata dalle grida di dolore era accorsa a vedere cosa stesse accadendo. Infine, l’omicidio del padre che il 17enne, in una prima versione, aveva affermato essere la sua unica vittima.
La sera prima avevano festeggiato il compleanno del padre con una cena a casa insieme ai nonni e agli zii, che sono anche i vicini di casa. Una famiglia di imprenditori del settore edilizio che aveva scelto di vivere in villette una di fianco all’altra.
Un delitto che ha lasciato senza parole quanti conoscevano la famiglia. Tutti lo definiscono “un bravo ragazzo”. Studente all’ultimo anno liceo scientifico, mai nessun segno di aggressività. Compirà 18 anni a breve. “Bravissime persone, tutti – afferma un vicino di casa a Sky Tg 24, che non riesce proprio a spiegarsi il perché – . Una famiglia felice. E’ impossibile, i rapporti tra i fratelli perfetti”.