Nelle librerie “Varcare le frontiere” di Sabino Cassese


Disponibile nelle librerie e sugli store digitali per Mondadori “Varcare le frontiere”, il nuovo saggio di Sabino Cassese

sabino cassese

È vero che ogni scienza ha (e deve avere) una sua tecnica particolare, e che per studiare diritto è necessario ricorrere al «metodo giuridico» e solo a questo? In realtà, così come lo storico si avvale di molte discipline diverse, dalla ricerca archivistica alla meteorologia, l’antropologo della storia e della sociologia, il politologo del diritto, il giurista si avvale dell’economia, della scienza politica, della sociologia. Il diritto non è un mondo separato dall’ideologia, dalla società, dalla politica. Al contrario, ha un duplice rapporto con loro: è il prodotto di ideologie, valori, società, politica e, allo stesso tempo, li regola o li influenza. Il giurista, quindi, deve essere in grado di comprendere i valori, i movimenti sociali, la vita politica. L’imperativo di oggi è abbandonare il nazionalismo giuridico esclusivo. Ciò non significa non coltivare il diritto nazionale, ma riconoscerne la necessaria interdipendenza con altre leggi nazionali, ordinamenti giuridici regionali e principi universali. Il secondo imperativo è quello di costruire ponti tra il diritto, le «scienze umane» e le «scienze sociali», perché il diritto è una scienza sociale. Ciò non significa abbandonare il «metodo giuridico», ma integrarlo con altre discipline. Il terzo imperativo è la costruzione di un linguaggio e di una grammatica più completi. La lingua veicolare è oggi l’inglese, parlato da un miliardo e mezzo di abitanti della terra. La grammatica è quella sviluppata dai vari rami della scienza del diritto quasi ovunque nel mondo.

Sabino Cassese è professore alla School of Government della Luiss e alla Católica Global School of Law di Lisbona. È stato professore nelle università di Urbino, di Napoli, di Roma e nella Scuola Normale Superiore di Pisa. Ha inoltre insegnato alla Law School della New York University e al Master of Public Affairs dell’Institut d’études politiques di Parigi. È stato ministro della Funzione pubblica nel governo Ciampi e giudice della Corte costituzionale. È dottore «honoris causa» nelle università di Aix-en-Provence, di Cordoba (Argentina), di Paris II, di Castilla-La Mancha, di Atene, di Macerata, dell’Istituto Universitario Europeo di Firenze e di Roma – La Sapienza. Tra le sue opere recenti ricordiamo: La svolta. Dialoghi sulla politica che cambia (2019); Il popolo e i suoi rappresentanti (2019), Una volta il futuro era migliore. Lezioni per invertire la rotta (2021), Advanced Introduction to Global Administrative Law (2021), Intellettuali (2021) e Il governo dei giudici (2022). Da Mondadori ha pubblicato: La democrazia e i suoi limiti (2017) e Il buongoverno (2020).