Papa Francesco in Indonesia lancia un monito contro intolleranza e guerre. Il pontefice stamattina nel Palazzo Presidenziale di Jakarta, accolto dal capo dello Stato Joko Widodo
Un monito contro la “mancanza di rispetto reciproco” e ogni “volontà intollerante di far prevalere a tutti i costi i propri interessi, la propria posizione o la propria parziale narrazione storica”, anche quando ciò può “sfociare in guerre sanguinose”: è il monito rivolto da papa Francesco, durante il suo viaggio apostolico in Indonesia.
Parole, le sue, pronunciate di fronte a circa 300 rappresentanti istituzionali, della società civile e del corpo diplomatico dopo essere stato accolto nel palazzo presidenziale di Jakarta dal capo dello Stato Joko Widodo.
“In diverse regioni”, ha denunciato Francesco, “constatiamo il sorgere di violenti conflitti, che sono spesso il risultato di una mancanza di rispetto reciproco, della volontà intollerante di far prevalere a tutti i costi i propri interessi, la propria posizione, o la propria parziale narrazione storica, anche quando ciò comporta sofferenze senza fine per intere collettività e sfocia in vere e proprie guerre sanguinose”.
A riferire del discorso del papa alle autorità locali è stata oggi Radio Vaticana. In primo piano, ha evidenziato l’emittente nel suo servizio, l’appello per un “saggio e delicato equilibrio” tra culture e ideologie differenti. Francesco ha fatto riferimento al preambolo della Costituzione dell’Indonesia, dove c’è un doppio riferimento a Dio e al bisogno della sua benedizione. In evidenza la correlazione, tra i valori fondanti del Paese, il popoloso del mondo a maggioranza musulmana, e il motto del 45esimo viaggio apostolico di Francesco: “Fede, fraternità, compassione”. Sollecitato poi nel discorso un lavoro di contrasto a “estremismo e intolleranza” e un impegno civile alimentato da una fede limpida che punta al dialogo, non a una di facciata che manipoli gli animi per “fomentare divisioni e accrescere l’odio”.
Francesco ha parlato dell’Indonesia anche come di un esempio. Il Paese, ha sottolineato, ha un alto tasso di natalità, con famiglie che hanno “tre, quattro, cinque figli” e “che vanno avanti, mentre in altre zone del mondo la soluzione agli squilibri, stigmatizza, sta nel “limitare le nascite, limitare la ricchezza più grande che ha un Paese”. Un tipo di scelta politica, secondo Francesco, che va di pari passo con l’assenza in alcuni casi di “un effettivo e lungimirante impegno per costruire la giustizia sociale”.
Ancora Radio Vaticana: “Concluso il discorso con il suggello di un lungo applauso, Francesco ha lasciato la sede presidenziale accompagnato ancora una volta dallo sventolio di bandierine e dalle acclamazioni della folla abbigliata con i costumi tradizionali”.