Strage di Paderno Dugnano, il 17enne reo confesso: “Non pensavo di arrivare ad uccidere”


Il 17enne autore della strage di Paderno Dugnano, da tutti descritto come tranquillo, non riesce ancora a spiegarselo quello che è successo e racconta di “un’angoscia esistenziale”

paderno dugnano

Non riesce ancora a spiegarselo Riccardo quello che è successo nella notte tra sabato e domenica scorsa nella sua casa di Paderno Dugnano, in provincia di Milano. È ancora provato il 17enne reo confesso, oggi sottoposto a secondo interrogatorio nel carcere minorile di Beccaria, dove si trova attualmente. Ha parlato di un gesto di “emancipazione” verso quella famiglia che tutti descrivono come normale, apparentemente felice. “Vivevo questo disagio, un’angoscia esistenziale, ma non pensavo di arrivare a uccidere, non mi so spiegare cosa mi sia scattato quella sera, purtroppo è successo”, ha spiegato agli inquirenti.

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Una versione confermata anche dall’avvocato Amedeo Rizzo che lo sta seguendo: “Sta prendendo consapevolezza di ciò che ha fatto, anche se non riesce a darsi una spiegazione”. A quei genitori e al fratellino di 12 anni morti per sua mano non imputa, però, fatti specifici. Per questo, le indagini continueranno e includeranno accertamenti psicologici e psichiatrici.

La difesa, così, punta ad escludere la premeditazione, ma la Procura ha chiesto la convalida dell’arresto e la custodia cautelare nel carcere minorile Beccaria per omicidio pluriaggravato anche dalla premeditazione. Lo studente sarà interrogato nuovamente giovedì 5 settembre dal Gip. I nonni del ragazzo hanno manifestato il desiderio di incontrarlo, ma potranno farlo solo dopo l’udienza di convalida del fermo.

LA RICOSTRUZIONE DELLA TRAGEDIA

Secondo quanto dichiarato dalla procuratrice Sabrina Ditaranto in conferenza stampa, Riccardo quella notte è stato trovato “lucido e sereno” dai Carabinieri. Seduto sul muretto di casa, sporco di sangue e con ancora il coltello usato per la strage. Confesserà tutto più tardi, di sua spontanea volontà, ritrattando la prima versione in cui raccontava di aver ucciso il padre, autore degli omicidi della moglie e dell’altro figlio.

Nella ricostruzione fatta, il 17enne – da tutti descritto come un ragazzo tranquillo – non ha tralasciato dettagli. Ha spiegato di essere rimasto sveglio dopo la festa di compleanno del papà e di aver aspettato che tutti in casa dormissero. Ha, così, recuperato “un grosso coltello da cucina” e ha aggredito il fratellino. Il piccolo è riuscito a svegliare con le urla i genitori, subito accorsi nella camera dei ragazzi.

Riccardo ha così colpito la madre, che si è accasciata sul letto del secondogenito e infine il padre, mentre questo “mi urlava di chiamare i soccorsi”. Nessuno dei vicini ha sentito rumori sospetti. Si è svolto tutto tra l’una e le due di notte, subito dopo la chiamata al 112 dello stesso ragazzo e l’arrivo delle forze dell’ordine.

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“Non c’è un vero motivo per cui li ho uccisi- ha dichiarato il 17enne- mi sentivo un corpo estraneo nella mia famiglia. Oppresso. Ho pensato che uccidendoli tutti mi sarei liberato da questo disagio. Me ne sono accorto un minuto dopo: ho capito che non era uccidendoli che mi sarei liberato”.