E’ partito dalla provincia più a Sud dell’Italia, Ragusa, il progetto Fit To Win che poi percorrerà lo ‘Stivale’ per sensibilizzare su programmi di attività fisica preventiva
E’ partito dalla provincia più a Sud dell’Italia, Ragusa, il progetto Fit To Win che poi percorrerà lo ‘Stivale’ in lungo e largo per sensibilizzare istituzioni locali, associazioni di pazienti e policy makers a supportare l’accesso a programmi di attività fisica preventiva e adattata. Particolare attenzione il Sud Italia, dove il tasso di inattività fisica è più elevato, e alle zone periferiche del Paese, per aumentare e migliore l’offerta di servizi.
Come tappa d’esordio è stata scelta la cittadina di Scicli una delle capitali del barocco siciliano, per una due giorni di attività e incontri cui hanno partecipato esponenti delle Istituzioni e soprattutto tanti cittadini.
Il progetto è stato ideato dall’associazione di pazienti ematologici La lampada di Aladino Ets e dalla società di servizi per il market access ISHEO, con il contributo non condizionante di Astellas Pharma.
Davide Petruzzelli, presidente di La Lampada di Aladino ha dichiarato «Parliamo di attività fisica perché essa fa parte del grande tema della prevenzione primaria, cioè tutte quelle attività, i cosiddetti stili di vita, che ci consentono di mantenerci in salute e che riducono fino al 40 per cento delle malattie oncologiche: alimentazione sana, movimento, poco alcol, zero fumo.»
«Il progetto Fit To Win ha l’ambizione di portare l’attenzione sull’attività fisica come promotore di salute per tutti, anche per color che stanno vivendo una esperienza di malattia – ha dichiarato Davide Integlia uno degli ideatori dell’iniziativa e presidente di ISHEO- L’attività fisica ha infatti una notevole azione preventiva nei confronti di tante patologia, ivi comprese quelle oncologiche. Nelle persone malate può migliorare la risposta ai trattamenti e alle cure».
Fit To Win vuole anche essere un osservatorio di analisi e studio sull’attività fisica preventiva e adattata e rete collaborativa per incentivare e aumentare l’accesso a programmi di esercizio fisico adattati a persone che per anzianità, malattia handicap o fragilità non riescono ad accedere agevolmente alle opportunità standard di sport ed esercizio fisico.
«Per attività fisica adattata, si intende lo svolgimento di attività motoria con scopi non riabilitativi ma soprattutto di prevenzione adattata alle specifiche esigenze della persona per il mantenimento delle condizioni di stabilità– ci ha detto Gioele Coccia, esperto di AFA – Lo scopo è migliorare il benessere della persona e contrastare le difficoltà di movimento temporanee o conseguenti malattie croniche e disabilità o una patologia vera e propria.»
«Per me, che sto vivendo l’esperienza della malattia oncologica- ci ha spiegato Miriam -è stato importante dapprima lo yoga, nella fase post operatoria e durante la chemioterapia. Mi è servito per ridarmi fiducia nel mio corpo e riprendere a muovermi. Successivamente, il laboratorio di rugby mi ha dato quel passo in più sulle cose che potevo fare. Adesso dopo tre anni ho ripreso a fare sport regolarmente. L’attività fisica per me è stata molto importante dal punto di vista psicologico e fisico».
Gli ideatori di Fit To Win intendono anche costruire progetti di ricerca di outcome sanitari derivanti da specifici programmi di attività fisica preventiva e adattata, così da migliorare la somministrazione di questi interventi in maniera mirata.
Lo sport, l’attività fisica, è un farmaco, si dice sempre di più, ma è anche molto di più di un farmaco, è una vera e propria opportunità di prevenzione delle malattie, anche di quelle oncologiche, è uno strumento per prendere in mano la nostra vita, e combattere – al fianco delle terapie – le malattie come il cancro. È uno strumento che può permetterci di fare noi come individui, molto di più per la nostra salute.