Medici aggrediti a Foggia: lo sfogo della sorella della 23enne morta in sala operatoria


Foggia, dopo l’aggressione ai medici sui social lo sfogo della la sorella della 23enne morta: “Abbiamo fatto Gomorra, ma è stata uccisa da loro”

medici foggia

Il caso dell’aggressione ai medici del Policlinico Riuniti di Foggia continua a far discutere. A parlare ora è la sorella della 23enne morta dopo un intervento alla trachea. La donna, in un lungo post su Facebook, racconta la vicenda e sottolinea la responsabilità dei sanitari in quanto successo. Sul decesso della ragazza è stato aperto un fascicolo dalla Procura di Foggia, un secondo è stato aperto per l’aggressione poi diventata virale che ha costretto i medici a barricarsi in una stanza.

“Visto che state facendo girare tantissime notizie false- scrive Tatiana Pugliese- sembra che siamo pazzi, delle bestie, in questa situazione ci troviamo qui a dare anche spiegazioni, Ma lo facciamo solo perché tutti devono sapere la verità”. E su quanto accaduto spiega: “La mia famiglia ha fatto la guerra peggio di Gomorra, perché mia sorella è stata uccisa da loro”.

L’INCIDENTE, IL COMA E LA RIABILITAZIONE

Natascha, la 23enne, è deceduta mercoledì 4 settembre dopo una serata concitata. La ragazza era finita in ospedale lo scorso 18 giugno dopo un grave incidente. Seguono un primo intervento e 16 giorni di coma. Il 3 luglio avviene il risveglio e piano piano inizia la ripresa e la riabilitazione. “Si inizia a fantasticare per l’uscita– scrive Tatiana- le cose da fare, i luoghi dove andare, le persone da incontrare, desideri, viaggi. L’uscita è vicina ci siamo quasi”.

L’INTERVENTO ALLA TRACHEA

Il 16 agosto arriva la notizia che “Natascha dovrà subire un piccolissimo intervento alla trachea perché la tracheotomia ha causato un restringimento della trachea è una cosa comune diffusa in molti pazienti”, sarà “un intervento fatto in anestesia totale”.

“Dopo una settimana- continua Tatiana- ritorna in riabilitazione, ricomincia il suo percorso di ripresa. Si continua a sperare di uscire presto. Lei con tutte le sue forze completa tutti gli esercizi inizia a camminare da sola senza l’aiuto di nessuno, la soddisfazione si legge sul suo volto. (Vedete anche se mi tremano le gambe non mi interessa sto in piedi). Si continua con esami raggi la sua saturazione è ottima 99%”.

IL MANCATO TRASFERIMENTO A ROMA

Passano i giorni e arriva la notizia che “Natascha dovrà essere trasferita a Roma per l intervento alla trachea perché nell’ospedale di Foggia come da comunicato non sono competenti nel settore. Nessuno ci ha mai parlato di morte o cose gravissime, sapevamo che era un intervento delicato ma addirittura per tranquillizzarci ci hanno detto anche un ragazzo di Cerignola l’ha fatto, cerchiamo di inserirla il prima possibile. Viene programmato il giorno del trasferimento che dovrà essere il 13 settembre“.

IL DECESSO

Il trasferimento, però, non avviene e l’operazione viene programmata nell’ospedale di Foggia. È il giorno della morte: “La nostra Natascha entra in sala operatoria alle 17:45”. “Alle 19 e qualcosa- racconta Tatiana- escono questi due dottori, uno già lo conoscevo, l’altro no, inizia a parlarmi con strafottenza, mi diceva tanti termini, mi spiega che la situazione è grave. Io vado nel panico”. E aggiunge: “Sono cose che capitano ci dice e poi ‘dobbiamo tornare dentro, la ragazza perde sangue’”. Poi nessun aggiornamento.

Si fanno le 22:30. “All’improvviso- scrive Tatiana- arrivano 10 pattuglie di Polizia”, suonano “in reparto ma nessuno apre”. I medici si presentano dieci minuti dopo dando la notizia del decesso. “Dicono che è morta alle 21:00– racconta- noi l’abbiamo saputo passate le 22…la mia Tascha doveva fare un intervento di rutine senza bisturi, senza tagli. La mia Tascia si è addormentata con il pensiero di svegliarsi subito, La mia Tascia ce la messa tutta ha superato il peggio, pensavamo che l’incubo era terminato, invece no l’incubo è iniziato in quella stanza”.

“Niente e nessuno mi darà indietro mia sorella- scrive- pagherei oro per averla qui, per ricevere un suo messaggio farei qualsiasi cosa… Ma per colpa di 2 bastardi non succederà più, Sono morta anch’io con lei, non accetterò mai tutto ciò , nn lo perdonerò mai”.

“PARLIAMO DI UNA RAGAZZA DI 22 ANNI E UNA FAMIGLIA CHE DOVRÀ SCONTARE UN ERGASTOLO A VITA”

Mille sono le domande perché non hanno messo un elisoccorso? Perché l’hanno fatto sapendo che nn erano capaci, perché perché. Non mi darà pace nemmeno avere la certezza dopo le indagini che sono stati loro a sbagliare (Anche se io sono certa, mi butto nel fuoco) troppe cose assurde”, scrive ancora Tatiana. E conclude: “Vedere video e leggere sentire certe cavolate è assurdo. Questo non è un film, qui parliamo di una ragazza di 22 anni, e una famiglia che dovrà scontare un ergastolo a vita per colpa vostra“.