Site icon Corriere Nazionale

Caso doping: la WADA rinuncia al ricorso per Sinner

jannik sinner

L’Agenzia mondiale antidoping non smentisce l’assoluzione: ora Sinner può dirsi definitivamente innocente dal caso doping che lo ha coinvolto

Avevamo spoilerato la liberazione di Jannik Sinner in tempo utile: la Wada, la famigerata Agenzia Internazionale Antidoping non ha presentato ricorso contro la sentenza dell’Itia dello scorso 19 agosto che proscioglieva da ogni responsabilità Jannik Sinner per la doppia positività al Clostebol. I termini sono scaduti alla mezzanotte. Sinner è ufficialmente innocente, anche per le carte bollate.

Il Corriere della Sera, che ha ottenuto la conferma dalla segreteria del Tas, scrive di “consuetudine per cui la Wada non si oppone alle sentenze delle agenzie indipendenti come quelle di atletica, ciclismo e tennis, ritenendole motivate dal punto di vista giuridico”. Persino rischiando solenni figuracce (come nel caso dei 23 nuotatori cinesi dopati per mezzo di hamburger contaminati).

Ma era chiaro fin dall’inizio che sarebbe arrivato il lieto fine giuridico d’una vicenda così pruriginosa. Perché i tre periti di Sport Resolution che per 33 pagine avevano scagionato Sinner sono Jean-François Naud, Xavier de la Torre e David Cowan: il primo è il direttore del laboratorio Wada di Montreal; il secondo è il vicedirettore scientifico del laboratorio Wada di Roma; il terzo è l’ex boss del laboratorio Wada di Londra (nonché professore emerito presso il Dipartimento di scienze ambientali, analitiche e forensi del King’s College). Insomma, quella sentenza portava già in calce la Wada, anche se di sponda.

I precedenti indicavano la medesima strategia: i ricorsi al Tas che avevano come oggetto il Clostebol, riguardavano sempre la responsabilità oggettiva degli atleti, ma mai il dolo eventuale nell’assumere il principio attivo per ottenere effetti dopanti. Per esempio il nuotatore brasiliano Gabriel da Silva Santos, argento mondiale nel 2017 nella 4×100, trovato positivo al Clostebol nel 2019 e condannato a un anno dalla Fina, dopo l’appello al Tas fu scagionato con tanto di cancellazione retroattiva della pena. Sinner era riuscito a spiegare, evidentemente in maniera chiara e poco aggredibile legalmente, la contaminazione involontaria. Tutto il dibattito successivo sulla parità di trattamento rispetto ad altri casi è valido sul piano mediatico, ma non per i tribunali. L’imputato Sinner è libero di andare a vincere altri Slam.

FONTE: AGENZIA DI STAMPA DIRE (WWW.DIRE.IT)

Exit mobile version