Dopo prebiotici e probiotici arrivano i postbiotici, osservati soprattutto in oncologia


I postbiotici sono capaci di contrastare i processi infiammatori, ripristinare l’equilibrio naturale dell’intestino, dell’epidermide, dell’occhio e delle mucose

postbiotici

I postbiotici sono capaci di contrastare i processi infiammatori, ripristinare l’equilibrio naturale dell’intestino, dell’epidermide, dell’occhio e delle mucose. La risposta efficace per rafforzare le nostre difese immunitarie.

Attualmente sono disponibili tre principali modalità mediante cui è possibile modulare il microbiota: l’impiego di prebiotici, probiotici o postbiotici.

I PREBIOTICI
Si tratta di sostanze utilizzate dai microrganismi come alimento che, allo stesso tempo, possono svolgere effetti favorevoli sulla salute dell’ospite. Esempi di prebiotici sono le oligosaccaridi del latte umano (HMO), il lattulosio ed i derivati dell’inulina, ovvero sostanze resistenti all’acidità gastrica e non assorbite dal tratto gastrointestinale che dopo essere state fermentate dal microbiota intestinale riescono a stimolare a loro volta la crescita di altre specie microbiche utili all’intestino.

I PROBIOTICI
Si tratta di microrganismi vivi, somministrati in adeguate quantità, che producono un effetto positivo sulla salute dell’ospite attraverso diverse azioni. I probiotici possono infatti inibire l’aderenza dei patogeni alla mucosa, migliorare la funzione barriera dell’epitelio e della mucosa intestinale, stimolare la produzione di sostanze incluse nel processo infiammatorio.

Tuttavia, l’efficacia dei probiotici risulta dipendente da una serie di variabili. Prima tra tutte il ceppo batterico utilizzato. Inoltre, per esercitare la loro efficacia i probiotici devono essere assunti in quantità adeguata e devono transitare lo stomaco e arrivare vivi nell’intestino, nel quale devono avere il tempo e le condizioni adatte per ripopolare il microbioma. C’è infine da evidenziare che diversi studi suggeriscono che in caso di condizione patologica, come ad esempio nelle IBD, i batteri nella loro interezza possono esercitare effetti dannosi sulla mucosa intestinale.

I POSTBIOTICI
Una review pubblicata recentemente su Front. Microbiol., [https://doi.org/10.3389/fmicb.2023.1182547] fa il punto su questa nuova tipologia di prodotti, i postbiotici, il cui interesse è crescente sia tra i sanitari che tra i pazienti. In particolare, nell’area oncologica.

COSA SONO I POSTBIOTICI
Non c’è ancora una definizione univoca del termine “postbiotico”, sebbene alcuni istituti internazionali abbiano fatto alcune proposte a tutt’oggi oggetto di discussione nella comunità scientifica [1].

Secondo l’ISAPP (The International Scientific Association of Probiotics and Prebiotics), un Organismo internazionale, indipendente, che riunisce vari esperti per dare una definizione, i postbiotici sono «Preparazioni inanimate di microorganismi e/o loro componenti che conferiscono effetti benefici per la salute dell’ospite” [DOI: 10.1038/s41575-021-00440-6).

In altri termini, sono postbiotici batteri non più vitali, o parti di essi (es. membrana, polisaccaridi, enzimi, ecc.) e prodotti del metabolismo degli stessi batteri.

Postbiotici sono per esempio gli acidi grassi a catena corta (SCFAs) come butirrato, propionato, acetato. Ma anche esopolisaccaridi, vitamine, acidi tecoici, determinati enzimi, peptidi o batteriocine [2].

Rispetto ai probiotici (batteri vivi) i postbiotici presentano dei vantaggi in quanto si tratta di microorganismi inattivi, che non vanno a competere con il microbiota intestinale dell’ospite, non rappresentano una criticità in presenza di lesioni della parete intestinale e, infine, anche dal punto di vista della formulazione, la produzione può essere standardizzata e i prodotti sono stabili a lungo anche se lasciati a temperatura ambiente (3).

Anche in ambito oncologico l’intestino ha un ruolo importante. Basti pensare all’asse microbiota intestinale – immunità-oncologica, un nuovo capitolo nella prevenzione dei tumori e nell’ottimizzazione dei protocolli terapeutici oncologici.

In questo ambito si collocano anche i “biotici”, che vanno dai ben noti prebiotici (fibre insolubili) e probiotici (batteri vitali) ai più recenti postbiotici (batteri uccisi e loro metaboliti).

I postbiotici, la cui definizione è recente ma l’uso arriva da lontano, sono presenti in alimenti come la birra, il vino, il kefir e il pane fatto con lievito madre, tanto per fare qualche esempio, negli ultimi anni iniziano a essere disponibili in commercio sotto forma di integratori alimentari specifici e non più generici come quelli presenti nella dieta.

TRA I POSTBIOTICI PIÙ IMPORTANTI RICORDIAMO:
• Acidi grassi volatili (AGV) come l’acido propionico che si sviluppa nello stomaco del ruminante durante la digestione ad opera della degradazione degli estratti inazotati con produzione di lipidi e sostanze utili per l’incremento ponderale.
• Acido lattico prodotto da diversi ceppi di Lattobacilli. È considerato favorevole all’intestino poiché inibisce lo sviluppo di altri microrganismi e favorisce l’eliminazione di tossine prodotte da batteri proteolitici.
• Enzimi digestivi prodotti, ad esempio, da funghi (Aspergillus oryzae) e bacillaceae come proteasi, lipasi, amilasi che supportano la digestione di proteine, grassi e zuccheri; nonché l’enzima lattasi che contribuisce alla digestione ed alla diminuzione dell’intolleranza al lattosio riducendo così episodi patologici (es. diarrea).

PERCHÉ PRENDERE UN POSTBIOTICO?
Perché è stato dimostrato che questi prodotti possono rafforzare la barriera intestinale, ridurre l’infiammazione e promuovere l’attività antimicrobica. In ambito oncologico gli studi effettuati finora non sono sufficienti per fornire delle indicazioni specifiche. Molti sono gli aspetti che rimangono ancora da esplorare. Sappiamo che il microbiota intestinale svolge un ruolo fondamentale nella carcinogenesi e nella progressione delle malattie tumorali. Una modulazione del microbiota può influenzare (positivamente o negativamente) l’asse microbiota intestinale-immuno-oncologia, offrendo interessanti opportunità per interventi mirati volti a migliorare l’efficacia della terapia antitumorale consolidata.

Attraverso un “viaggio bibliografico” sull’attività biologica dei microorganismi inattivati e loro componenti, inclusi esopolisaccaridi, frammenti di parete cellulare, metaboliti del triptofano, enzimi, lisati batterici, vescicole extracellulari e acidi grassi a catena, gli autori vanno ad evidenziare il potenziale uso terapeutico dei postbiotici, quale utile supporto per il trattamento di pazienti oncologici ma anche nella prevenzione dei tumori.

La somministrazione di specifici postbiotici si è rivelata utile in alcuni studi per aumentare le difese immunitarie, per altro in misura maggiore rispetto ai ceppi batterici che producono i medesimi postbiotici. È stata osservata una stimolazione della risposta immunitaria innata e adattativa attraverso la regolazione dell’espressione di mediatori linfocitari (incremento di Th1, diminuzione di Th2) e, di contro, la riduzione di citochine infiammatorie [4].

Tra i postbiotici attivi nel contesto immunitario troviamo quelli prodotti da Lactobacillus paracasei CBA L74. I relativi prodotti di fermentazione hanno infatti mostrato di apportare significativi miglioramenti sulla qualità del latte in formula risultando non solo ben tollerato, ma anche in grado di stimolare nel neonato la produzione di immunoglobuline (IgA) e di ridurre la diversità del microbiota intestinale a tre mesi in linea, anche se in misura minore, con il latte materno. A questo si aggiunge l’inibizione di citochine infiammatorie in vitro e il contrasto di infezioni enteriche o coliti in vivo [5].

I POSTBIOTICI POSSONO ESSERE OTTENUTI CON METODI DIFFERENTI:

• Inattivazione al calore, ad es. la tindalizzazione, che consiste in un primo trattamento termico che uccide le cellule vegetative, successiva incubazione (24 h) che serve alla germinazione delle spore, e successiva esposizione a temperature di 60-100°C per mezz’ora. La procedura viene ripetuta per 2-3 volte;
• Esposizione ai raggi ultravioletti (UV):
• Trattamento chimico, ad es. con formalina;
• Irradiazione con raggi gamma;
• Sonicazione attraverso ultrasuoni.

Il trattamento termico è considerato il metodo migliore per l’inattivazione. A oggi, l’esperienza d’uso dei postbiotici è abbastanza limitata, ma i risultati degli studi condotti finora nell’uomo, in età pediatrica e adulta, sono incoraggianti.

Per esempio, negli adulti diversi postbiotici a base di batteri lattici inattivati somministrati per bocca hanno dimostrato un’efficacia nella cura di infezioni da Helicobacter pylori (batterio responsabile di molti casi di ulcera gastrica), nella riduzione dei disturbi addominali in pazienti affetti da IBS e nella diarrea cronica di natura indeterminata, oltre che nell’attenuazione degli effetti negativi dello stress.

Un microrganismo potenzialmente utile come postbiotico dopo inattivazione termica sembra essere anche Mycobacterium vaccae, ritenuto particolarmente interessante per la sua attività immunoregolatoria e contro le infiammazioni, evidenziata a livello del sistema nervoso centrale. Lisati di L. rhamnosus sono, invece, in fase di studio per possibili applicazioni topiche a livello cutaneo.

In età pediatrica, i postbiotici sono stati usati principalmente nel contesto di formule lattee per l’infanzia arricchite di microrganismi fermentanti inattivati.

ULTERIORI INFORMAZIONI
Sulla base delle attuali conoscenze ed evidenze scientifiche, gli autori affermano che i metaboliti secreti dai microbi (postbiotici) possono avere effetti diretti e indiretti sul microbiota intestinale dell’ospite, assicurando una omeostasi.

Non tutti i postbiotici sono uguali. A seconda della loro composizione e della loro origine i postbiotici possono modulare vari fattori biologici e chimici che sono all’origine dell’insorgenza di un nuovo cancro e della progressione di un tumore già presente. Ad esempio, gli esopolisaccaridi estratti da batteri specifici non hanno solo effetti antiproliferativi sulle cellule tumorali, ma hanno anche un impatto sui meccanismi che inducono l’apoptosi (morte cellulare programmata) delle cellule e contribuiscono anche all’inibizione dell’angiogenesi tumorale. In secondo luogo, i frammenti della parete cellulare batterica inducono una risposta positiva del sistema immunitario.

Molti studi diversi portano alla conclusione che i postbiotici possono intervenire in alcuni processi vitali per la cancerogenesi, come la proliferazione delle cellule tumorali, modificando la capacità di quelle cellule di infiltrarsi in altri tessuti e stimolando il fattore di necrosi tumorale.

Anche i metaboliti del triptofano, (TRP), un aminoacido esogeno che non sintetizziamo ma che apportiamo con la dieta, genera metaboliti (postbiotici) che vanno a regolare molteplici funzioni. Questo amminoacido è presente nei semi di zucca e di girasole, semi di sesamo, semi di chia, banane, cioccolato, uova, formaggio, carne di manzo e prodotti a base di soia.

Poi ci sono gli acidi grassi a corta catena (SCFA) che, tra le varie proprietà, hanno un’azione antitumorale grazie alla loro influenza su antimutageni, antinfiammatori, e processi antiproliferativi.
Gli interessati possono trovare ulteriori informazioni nella review, open access. Front Microbiol. 2023 Aug DOI: 10.3389/fmicb.2023.1182547

Fonte: Dr. Giuseppe Giannini in https://www.facebook.com/Giannini1961/?locale=th_TH

BIBLIOGRAFIA
1. Salminen, S.; Collado, M.C.; Endo, A.; Hill, C.; Lebeer, S.; Quigley, E.M.M.; Sanders, M.E.; Shamir, R.; Swann, J.R.;Szajewska, H.; et al. The International Scientific Association of Probiotics and Prebiotics (ISAPP) consensus statement on the definition and scope of postbiotics. Nat. Rev. Gastroenterol. Hepatol. 2021, 18, 649–667. DOI: 10.1038/s41575-021-00440-6
2. Scott E, De Paepe K, Van de Wiele T. Postbiotics and Their Health Modulatory Biomolecules. Biomolecules. 2022 Nov 4;12(11):1640. doi: 10.3390/biom12111640. PMID: 36358990; PMCID: PMC9688025.
3. Aziz Homayouni Rad, Leili Aghebati Maleki, Hossein Samadi Kafil & Amin Abbasi (2021) Postbiotics: A novel strategy in food allergy treatment, Critical Reviews in Food Science and Nutrition, 61:3, 492-499
4. Yeşilyurt, N.; Yılmaz, B.; Ağagündüz, D.; Capasso, R. Involvement of Probiotics and Postbiotics in the Immune System Modulation. Biologics 2021, 1, 89-110. https://doi.org/10.3390/biologics1020006
5. Roggero, P., Liotto, N., Pozzi, C. et al. Analysis of immune, microbiota and metabolome maturation in infants in a clinical trial of Lactobacillus paracasei CBA L74-fermented formula. Nat Commun 11, 2703 (2020). https://doi.org/10.1038/s41467-020-16582-1
6. Wang Y, et al. Probiotics and Prebiotics as Dietary Supplements for the Adjunctive Treatment of Type 2 Diabetes. Polish Journal of Microbiology 2023; 72(1): 3-9