Partita “SPIN-Gela”, la nuova campagna di ricerca di Gaia Blu


La campagna SPIN-Gela di Gaia Blu si svolge nell’ambito del terzo accordo di collaborazione tecnico-scientifica tra l’Istituto di scienze marine (Cnr-Ismar) e il Ministero dell’ambiente

spin-gela

La campagna SPIN-Gela si svolge nell’ambito del terzo accordo di collaborazione tecnico-scientifica tra l’Istituto di scienze marine (Cnr-Ismar) e il Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica, Dipartimento energia, Direzione generale fonti energetiche e titoli abilitativi. Questo tipo di accordi mira a implementare la sicurezza anche ambientale delle attività di estrazione e produzione degli idrocarburi offshore, in particolare la sismicità potenzialmente innescata da queste attività. Nell’ambito dei precedenti progetti, uno su scala nazionale e un altro al largo di Crotone, Cnr-Ismar si è occupato di valutare evidenze di attività recente di faglia e di corpi sedimentari suscettibili di ri-mobilizzazione per scuotimento, in prossimità delle piattaforme di estrazione olio e gas a mare.

Questo nuovo progetto si inserisce nel percorso tracciato dai precedenti, con l’intento di effettuare un test delle buone pratiche implementate nel progetto H&RA-Lacinia, attraverso l’applicazione pratica a due casi studio situati nel nord Adriatico (offshore Pesaro) e al largo della Sicilia meridionale (offshore Licata), dove si svolgerà proprio la campagna SPIN-Gela. L’area di studio è compresa nel settore occidentale del Bacino di Gela, e in particolare sulla scarpata settentrionale a profondità dell’acqua comprese tra 200 e 1000 m.

L’obiettivo di progetto è quello di delineare una metodologia applicabile come procedura di routine a tutti i casi studio nei mari italiani. Il progetto è portato avanti in collaborazione con INGV, Università di Bologna, Reluis, EUCENTRE e RSE, sotto la supervisione del Dipartimento di protezione civile.

Inoltre, la campagna si inserisce nelle attività del progetto PNRR Infrastrutture ITINERIS (Italian integrated environmental research infrastructures system), coordinato dal Cnr, in particolare nell’ambito dei WP5 (Marine domain) e WP7 (Geosphere/Landsurface), attività 5.16 (Expand the EUROFLEETS capacity of ship-based observation RV Falkor, ora Gaia Blu) e 7.1 (Improving the access to the ECORD infrastructure and enabling scientific drilling microanalysis, geochemical and site survey data sharing).

Durante la campagna saranno acquisiti dati morfologici del fondale grazie agli strumenti multibeam in dotazione alla nave, insieme alle informazioni della riflettività del fondo e della colonna d’acqua. Inoltre verranno acquisiti profili “sub-bottom CHIRP” in grado di penetrare nelle prime decine di metri sotto il fondo del mare e restituire la conformazione degli strati sedimentari. Questi dati completeranno precedenti acquisizioni morfobatimetriche ad alta risoluzione effettuate nel settore orientale del Bacino di Gela e consentiranno di comparare l’evoluzione geologica dei due settori, confrontando i diversi processi in atto nelle ultime decine di migliaia di anni, quali deformazioni e dinamica del fondale, azione di trasporto sedimentario ad opera di correnti di fondo, espulsione di fluidi al fondo mare e frane sottomarine, queste ultime in grado di generare, nel passato geologico, poderose onde di tsunami e rappresentare una pericolosità geologica, con rischio di impatto sulle infrastrutture poste a mare e sulla costa, da attenzionare dal punto di vista della ricerca scientifica marina.

L’acquisizione dei dati multibeam e CHIRP contribuiranno all’infrastruttura ECORD (European consortium for ocean research drilling) e i dati di profilazione delle proprietà fisiche della colonna d’acqua faranno parte dei dati disponibili alla comunità scientifica attraverso il nuovo portale IT-IOOS (The Italian Integrated Ocean Observing System) che verrà creato nell’ambito di ITINERIS. I dati batimetrci saranno inoltre resi pubblici attraverso l’infrastruttura dati europea EMODnet (European Marine Observation and Data Network).