Il riso rosso fermentato è un alimento dietetico, nutraceutico, funzionale grazie alle proprietà fitoterapiche ipolipemizzanti, contro il colesterolo nel sangue
Un’opportuna fermentazione del riso ad opera di Monascus purpureus arricchisce il prodotto finale di sostanze simili ai farmaci più utilizzati per combattere il colesterolo alto (le statine) che possono aiutare a ridurre i livelli di colesterolo e di trigliceridi nel sangue. Per questo motivo il riso rosso fermentato è proposto per mantenere i livelli di colesterolo nella norma (in mancanza di problematiche) e per ridurli quando si è già alle prese con situazioni di colesterolo alto. Inoltre viene proposto anche contro l’indigestione e la diarrea, per migliorare la circolazione del sangue, e per promuovere la salute di milza e stomaco.
L’Efsa (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare) ha autorizzato il claim secondo cui la monacolina K presente nel riso rosso fermentato contribuisce al mantenimento di livelli ematici di colesterolo nella norma.
Tale claim può però essere utilizzato solo nel caso di prodotti che forniscono un apporto giornaliero di monacolina K da riso rosso fermentato pari a 10 mg. Inoltre il consumatore deve essere informato del fatto che gli effetti benefici possono essere ottenuti con un’assunzione giornaliera di monacolina K da riso rosso fermentato pari a 10 mg.
Il riso rosso fermentato, secondo la procedura tradizionale cinese, si ottiene a partire dal riso comune (Oryza sativa L., famiglia Poaceae) che, dopo essere stato cotto a vapore, viene fatto fermentare grazie all’aggiunta del fungo Monascus purpureus, il “lievito rosso” che durante il processo fermentativo produce i pigmenti ai quali si deve il colore caratteristico di questo prodotto naturale.
A differenza dei paesi occidentali, dove si utilizzano malto e succhi di frutta come base per la fermentazione, in Asia orientale e sudorientale, gli alimenti fermentati, come pure le bevande quali il vino di riso cinese o il sakè giapponese, sono prodotti utilizzando riso o fagioli e funghi di diverse specie. Dopo la scoperta della cancerogenicità dei pigmenti sintetici, l’utilizzo e il consumo dei pigmenti naturali sono aumentati; infatti, a partire dalle colture di riso rosso fermentato, attraverso un semplice processo di estrazione e concentrazione, i pigmenti rossi naturali estratti e isolati che se ne ricavano, dalla metà del secolo scorso sono prodotti su scala industriale.
Oltre a Monascus purpureus, altri funghi non patogeni correlati del genere Monascus, come M. ruber, M. anka e M. pilosus, sono utilizzati anche per la produzione di riso rosso fermentato in Giappone, Corea, India e Thailandia; tuttavia, nella Medicina Tradizionale Cinese, M. purpureus è l’unico fungo accettato per la fermentazione del riso, come riportato nella Farmacopea della Repubblica Popolare Cinese.
In Asia, il riso rosso fermentato è stato usato fin dall’antichità per colorare gli alimenti, in particolare la carne, il pesce e gli alimenti a base di soia. È citato in diversi antichi testi di medicina cinese come rimedio per migliorare la circolazione sanguigna e la funzionalità della milza, migliorare la digestione, guarire lividi e lesioni e in caso di diarrea. In Occidente, grazie alle sue proprietà ipolipemizzanti, è conosciuto e utilizzato non come alimento tal quale, ma come integratore alimentare prodotto utilizzando il suo estratto secco.
IMPIEGHI FITOTERAPICI DEL RISO ROSSO FERMENTATO
La proprietà principalmente attribuita al riso rosso fermentato è quella di diminuire la produzione di colesterolo endogeno attraverso il meccanismo d’azione sopra citato, ma numerosi studi preclinici hanno rilevato altre attività che possono impattare positivamente sulla prevenzione e il trattamento della sindrome metabolica.
Diversi studi, infatti, hanno evidenziato che il riso rosso fermentato promuove la secrezione di insulina, riduce la resistenza all’insulina e inibisce la conversione dell’angiotensina. Inoltre, è stato dimostrato che possiede proprietà antitrombotiche, antiapoptotiche, antinfiammatorie, antiossidanti e regola il metabolismo dei lipidi e del glucosio.
Le evidenze cliniche che dimostrano l’efficacia degli estratti a base di riso rosso fermentato titolato in monacolina K nella riduzione dei livelli ematici di colesterolo, che può arrivare fino al 20-25%, sono numerose. Attualmente questo prodotto naturale è il trattamento fitoterapico principalmente utilizzato nell’ipercolesterolemia, cioè l’eccessiva presenza di colesterolo nel sangue, in particolare di quello trasportato dalle lipoproteine a bassa densità (LDL), comunemente definito “colesterolo cattivo”.
Le LDL trasportano il colesterolo prodotto dal fegato alle cellule del corpo, ma se presenti in quantità eccessiva si depositano sulle pareti delle arterie, aumentando il rischio di aterosclerosi. Al contrario, le lipoproteine ad alta densità (HDL), il cosiddetto “colesterolo buono”, ne favoriscono la rimozione dal sangue e la sua eliminazione attraverso i sali biliari, proteggendo così cuore e sistema circolatorio.
Secondo l’Istituto Superiore di Sanità sono ritenuti desiderabili i seguenti valori:
- • Colesterolo totale (LDL + HDL) fino a 200 mg/dL;
- • Colesterolo LDL fino a 100 mg/dL;
- • Mentre il colesterolo HDL non dovrebbe essere inferiore a 50 mg/dL.
In Giappone sono stati condotti studi clinici su alimenti trasformati contenenti 100 o 200 mg di riso rosso fermentato in volontari sani con livelli plasmatici di colesterolo LDL pari o superiori a 120 mg/dL. L’alimentazione a lungo termine con questo prodotto alimentare ha ridotto significativamente i livelli plasmatici di colesterolo LDL e colesterolo totale rispetto a quelli dei volontari alimentati con placebo a 2-8 settimane dopo l’inizio del trattamento. I livelli di colesterolo sono tornati ai valori iniziali dopo la fine dell’assunzione del prodotto.
Una recente metanalisi di 15 studi clinici controllati, per un totale di 1012 partecipanti, ha valutato l’efficacia e la sicurezza del riso rosso fermentato nel trattamento dell’iperlipidemia, utilizzando come controllo il placebo, le statine o un nutraceutico. I dosaggi giornalieri di riso rosso fermentato utilizzati nei diversi studi clinici variavano da 200 a 4800 mg.
I risultati completi hanno mostrato che, rispetto alle statine, il riso rosso fermentato era più efficace nell’abbassare i trigliceridi, meno efficace nell’abbassare il colesterolo totale e paragonabile per quanto riguarda la diminuzione dei livelli di colesterolo LDL e l’aumento di quelli di HDL. Rispetto ai nutraceutici, sono stati ridotti significativamente il colesterolo totale e LDL, aumentando i livelli di HDL.
Inoltre, se usato in combinazione, il riso rosso fermentato ha mostrato un effetto sinergico con un nutraceutico, riducendo più efficacemente colesterolo totale, LDL e trigliceridi. Dal punto di vista della sicurezza d’uso, in 13 studi analizzati sono stati riscontrati effetti avversi, tra cui mialgia, epatotossicità, disturbi gastrointestinali, neurotossicità, eruzione cutanea, prurito e alopecia, mostrando che la sicurezza e la tolleranza del riso rosso fermentato sono simili a quelle delle statine, il che è coerente con la conclusione di precedenti revisioni sistematiche.
EFFETTI COLLATERALI E CONTROINDICAZIONI DEL RISO ROSSO FERMENTATO
Le reazioni avverse riscontrate sono quelle tipiche del trattamento con statine, seppur in misura minore dato che i dosaggi di monacoline da riso rosso fermentato sono decisamente inferiori a quelli delle terapie farmacologiche: mialgia, rabdomiolisi e segni di tossicità epatica; più frequentemente flatulenza, bruciore di stomaco e vertigini.
La nuova normativa europea impone che in etichetta siano indicati chiaramente, oltre al tenore di monacoline per dose di prodotto, i possibili effetti collaterali legati all’assunzione di integratori a base di monacolina K, sottolineando tra le controindicazioni il loro utilizzo al di sotto dei 18 e al di sopra dei 70 anni, nelle donne in gravidanza e allattamento, nei pazienti che già utilizzano farmaci per il controllo del colesterolo, compresi altri prodotti contenenti riso rosso fermentato. Non è esclusa la possibilità di interazioni con altri farmaci a causa dell’inibizione di alcuni enzimi epatici, per questo è sempre auspicabile e necessario un consulto col medico nel caso si assuma una terapia farmacologica.
Un ulteriore aspetto importante legato alla tossicità del riso rosso fermentato è la possibile presenza di citrinina, una micotossina potenzialmente nefrotossica prodotta da diversi funghi durante il processo di fermentazione, tra cui le specie appartenenti al genere Monascus. Anche in questo caso, un Regolamento europeo del 2019 relativo alla presenza di contaminanti nei prodotti alimentari stabilisce che il tenore massimo di citrinina negli integratori alimentari a base di riso fermentato con lievito rosso Monascus purpureus deve essere inferiore a 100 mg/kg.
CONCLUSIONI
Il riso rosso fermentato ha dimostrato in molti studi clinici la sua efficacia nell’abbassare i livelli di colesterolo nel sangue, contribuendo alla riduzione dei rischi di malattie cardiovascolari. Il suo principio attivo caratterizzante, la monacolina K, ha una struttura chimica analoga a quelle della lovastatina, una molecola di sintesi utilizzata appunto come farmaco per il trattamento dell’ipercolesterolemia. Oltre all’efficacia, da questa analogia derivano i possibili effetti collaterali riscontrati nella terapia farmacologica, seppure in misura minore, proprio a causa di un dosaggio inferiore del riso rosso fermentato e delle sinergie che avvengono nel suo fitocomplesso, le quali modulano l’azione della monacolina K.
Proprio su queste sinergie tra i diversi composti presenti nel riso rosso fermentato sarebbe auspicabile che si concentrassero gli studi futuri, in modo da approfondire i meccanismi d’azione e la farmacocinetica che ne determinano l’efficacia, oltre a stabilire parametri di sicurezza più precisi per l’utilizzo di questo prodotto naturale conosciuto e usato da millenni.
Fonte: https://www.micuro.it/enciclopedia/pharma/riso-rosso-fermentato
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