In libreria e online “Segreto bretone” di Jean-Luc Bannalec


Disponibile nelle librerie e online sugli store digitali “Segreto bretone. Omicidio nella foresta Brocéliande. Un caso per il commissario Dupin” di Jean-Luc Bannalec

bannalec

Eccola, la famosa foresta, a ricoprire colline basse e sinuose. Imponente, fitta, impenetrabile. Era avvolta da un alone scuro, non esattamente ostile, ma nemmeno amichevole, che sembrava inghiottire tutta la luce. Dupin scosse la testa. «Sciocchezze» disse ad alta voce. Era un bosco. Solo un bosco. Niente di più.

«Quando un autore ha davvero successo? Quando riesce ad affermare sé stesso e il suo lavoro come un marchio sempre più richiesto. E Jean-Luc Bannalec ci è riuscito». – Frankfurter Allgemeine Zeitung

«Una serie deliziosa. Se non è il paradiso, di certo ci va vicino». – The New York Times

«Un altro rompicapo per l’ispettore Dupin, nato dalla penna di Bannalec, con il paesaggio bretone ancora una volta protagonista». – Kirkus Reviews

Brocéliande! Quanta storia, in un solo nome. L’ultimo regno delle fate, il cuore favoloso della Bretagna, la foresta in cui sono nati alcuni fra i miti più duraturi nella storia dell’umanità, la cui origine si perde nelle nebbie del tempo. È qui che sono ambientate le più belle vicende di re Artù, qui che l’ardito Lancillotto rompe l’incantesimo della maga Viviana, ed è sempre qui che il commissario Dupin – unendo l’utile al dilettevole – si reca in visita insieme agli ispettori Riwal e Kadeg e alla preziosa assistente Nolwenn. Era da tempo che i quattro progettavano una gita insieme, ma Dupin ha colto l’occasione anche per un incarico non ufficiale: raccogliere informazioni su un caso irrisolto per conto della polizia di Parigi. Peccato che l’uomo che Dupin dovrebbe interrogare, Fabien Cadiou, uno dei massimi esperti della leggenda arturiana, viene ritrovato morto in casa sua per un colpo d’arma da fuoco. Ben presto la conta dei cadaveri aumenta e, nonostante le sue resistenze, il caso viene definitivamente affidato a Dupin. Così, il gruppo investigativo improvvisato – al punto che il commissario è costretto a prendere appunti sul libretto della sua Citroën – si mette all’opera, per scoprire che le vittime avrebbero tutte dovuto partecipare a un convegno presso il Centre de l’Imaginaire Arthurien. E che ognuno degli studiosi del Centro ha un proprio tornaconto, non sempre rispettoso della magia del luogo. Il fascino e l’incanto della foresta si tingono così di una luce oscura, maligna. Ostile.