Il libro che segna l’adesione di Edmondo de Amicis agli ideali del socialismo (“Primo maggio”) inaugura la nuova collana della casa editrice Arcadia
Il libro che segna l’adesione di Edmondo de Amicis agli ideali del socialismo (“Primo maggio”), scritto quattro anni dopo “Cuore”; l’ostilità dell’ambiente di lavoro nei “Ricordi di un impiegato” di Federigo Tozzi; l’abbandono delle campagne del Molise dopo l’unità d’Italia narrato da Francesco Jovine nel “Pastore sepolto”. r
Con questi tre titoli, in uscita dal 13 settembre al 15 novembre, la casa editrice Arcadia inaugura la nuova collana “Letteratura e lavoro”, che nel corso del 2025 si arricchirà di altri cinque titoli.
Il debutto sarà dunque il 13 settembre con l’uscita in libreria di “Primo maggio”, il romanzo che Edmondo De Amicis iniziò a scrivere quattro anni dopo l’uscita di “Cuore” (prefazione di Daniela Marcheschi, 556 pagine, 21 euro). Alberto, agiato insegnante torinese, si unisce al socialismo spinto da un anelito di profonda onestà e dalla scoperta della condizione di miseria in cui vivono milioni di lavoratori. Per aver manifestato le sue idee, viene emarginato, abbandonato dalla famiglia, licenziato e minacciato di morte. Decide allora di dedicarsi completamente alla causa del proletariato e viene ucciso durante una manifestazione per il Primo Maggio dai soldati inviati dal Governo per sedare le proteste operaie. Il libro, che segna l’adesione dello scrittore agli ideali del socialismo italiano, è rimasto inedito per quasi un secolo ed è stato pubblicato la prima volta nel 1980 dal Comune di Imperia, nella cui biblioteca è custodito il manoscritto originale.
Il 20 settembre la collana si arricchisce con “Ricordi di un impiegato” dello scrittore senese Federigo Tozzi (106 pagine, 14 euro) nato in una famiglia contadina, rimasto orfano di madre a dieci anni e morto prematuramente a causa della pandemia influenzale spagnola.
Il ventenne Leopoldo Gradi è costretto a lasciare Firenze per andare a lavorare alla stazione di Pontedera, dove è stato assunto come impiegato alle Ferrovie dello Stato. La sua vita viene stravolta ed egli si trova all’improvviso lontano dalla sua città, dalla sua numerosa e povera famiglia e da Attilia, la ragazza che ama, ma che i genitori non apprezzano. Scritto sotto forma di diario e pubblicato postumo nel 1920, “Ricordi di un impiegato” racconta di un ambiente di lavoro ostile, della fatica a farsi benvolere da colleghi e superiori, dei faticosi rapporti tra gli esseri umani, attraversati da un deserto affettivo che trova conforto solo nelle lettere alla fidanzata.
Il 15 novembre esce in libreria “Il pastore sepolto” di Francesco Jovine (prefazione di Rosa Fiore). Conclusa la lotta risorgimentale e realizzata l’unità d’Italia, ai contadini del Sud resta come possibilità di vita solo l’emigrazione. La borghesia agraria va in rovina per mancanza di manodopera e i latifondi, senza il lavoro dei braccianti, perdono di valore. In un Molise oppresso da un lungo abbandono, sospeso tra tragedia, miseria e sortilegio, Albamaria vede sfumare la possibilità di avere una dote per sposarsi e si affida a un sogno del nonno: spera di dissotterrare un tesoro nascosto dentro la statua sepolta di un pastore. Pubblicata nel 1945, questa raccolta riunisce novelle apparse in rivista, composte tra il 1941 e il 1943. Insofferente al regime fascista, che aveva tra l’altro censurato il suo romanzo “Un uomo provvisorio”, Jovine si era allontanato dall’Italia con la moglie, la pedagogista Dina Bertoni, e aveva accettato un incarico di insegnante a Tunisi e poi al Cairo. Rientrato nel 1940, aveva aderito alla Resistenza e si era iscritto al Partito comunista.
Edmondo De Amicis
“Primo Maggio”
Prefazione di Daniela Marcheschi
Collana Letteratura e lavoro
Pagine 556, 21 euro dal 13 settembre in libreria
Arcadia
Alberto, agiato insegnante torinese, aderisce agli ideali del socialismo per contrastare le miserabili condizioni in cui versano i lavoratori. A causa delle sue idee viene emarginato, osteggiato dalla famiglia, escluso dalla scuola e minacciato. Votatosi alla causa del proletariato, durante una manifestazione per il Primo Maggio viene ferito a morte dai soldati inviati a reprimere le proteste operaie.
Un’opera vigorosa e di grande rilevanza politica e sociale, in cui l’autore di Cuore scaglia il suo j’accuse contro un sistema lavorativo schiavistico e privo di umano rispetto. Rimasto inedito fino al 1980, Primo Maggio è il romanzo in cui De Amicis testimonia sia la sua convinta adesione al socialismo sia gli slanci che animarono gli intellettuali italiani più vitali del suo tempo.
Edmondo Mario Alberto De Amicis. Nato a Oneglia (oggi Imperia) nel 1846, intraprese la carriera militare, fu ufficiale di fanteria e prese parte alla Terza guerra d’indipendenza. Indossava ancora la divisa quando cominciò a scrivere alcuni bozzetti sulla vita sotto le armi, che raccolse poi nel volume La vita militare (1868). Ottenuta una certa notorietà, De Amicis decise di dedicarsi esclusivamente alla scrittura: fu giornalista, romanziere e saggista. Viaggiò all’estero e raccolse i suoi diari di viaggio in opere come Spagna (1873), Ricordi di Londra (1874), Ricordi di Parigi (1879). Tra le sue opere narrative ricordiamo Romanzo di un maestro (1890), Fra scuola e casa (1892), Ricordi d’infanzia e di scuola (1901), Pagine allegre (1906). In Italia, visse soprattutto tra Torino e la Riviera ligure. Non entrò mai attivamente nella vita politica, ma aderì al movimento socialista. Morì a Bordighera nel 1908.