UnFauno in rotazione radiofonica e sulle piattaforme streaming con la cover e il videoclip di “La mia parte intollerante”
Micidiale Records presenta La mia parte intollerante, un classico di Caparezza reinterpretato da UnFauno disponibile su tutte le piattaforme digitali e in radio.
ASCOLTA IL BRANO: https://songwhip.com/unfauno/la-mia-parte-intollerante
GUARDA IL VIDEOCLIP: https://youtu.be/l3T5nAcpTZw
“A 16 anni hai poche certezze. Poi se sei fortunato quando cresci perdi pure quelle. L’adolescenza è forse il periodo che mi affascina di più nella crescita umana, perché quegli anni, gli anni del liceo sono contemporaneamente dolorosi ed eccitanti. Sono la lente da cui poi partirà lo spettro di colori che colorerà la tua vita adulta. Fai un sacco di cose per la prima volta e altrettante, senza saperlo, per l’ultima: insomma, non puoi parlare di te stesso senza iniziare da qui.” – UnFauno.
Da qui la scelta di questa canzone eterna di Caparezza come prima cover di UnFauno. Con Axel Legit in studio l’artista romano si è divertito a stravolgere il brano: via libera a tastiere “jazzose” (a cura di Jimmy Bax) e ritmi latini, per poi aprirsi a un ritornello chill, in cui far uscire tutta “La mia parte intollerante”. Il mix/master è stato affidato alle sapienti mani di Matteo Gabbianelli.
Ad accompagnare il brano un videoclip disponibile su YouTube che ripercorre tutte le tappe obbligate della socialità e della mondanità in cui proliferano i mostri adolescenziali descritti nella canzone di Caparezza. Il visionario visual artist Giuseppe Di Taranto ha inserito il personaggio di UnFauno in una lunga fuga da essi, cercando di schivare le noie del divertimento di massa, dei viaggi verso il nulla e dell’appiattimento generale (che se non continui a correre prima o poi ti becca alle spalle).
In un periodo in cui l’AI sta prendendo possesso di tutti i “posti di comando” più alti dell’uomo (arte, cultura, poesia, etc) UnFauno si è voluto infilare in prima persona nel mondo virtuale. In realtà l’artista romano “non vede l’ora” che l’essere umano deleghi ai computer tutte le attività meccaniche come l’arte, così da potersi concentrare sulla sua vera vocazione: lavorare 8 ore al giorno per il suo capo.