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Arriva nelle librerie in Italia “Cavoli e re” di O. Henry

nicoletta manni

“Cavoli e re” di O. Henry, una fedele vaudeville sulla situazione dell’America Centrale tra ‘800 e ‘900, arriva nelle librerie italiane

Cavoli e re, opera prima di O. Henry, rimasta famosa per l’invenzione del termine e del concetto di «repubblica delle banane», si presenta come una specie di vaudeville, nel quale ogni capitolo è un numero che può stare a sé, anche se non manca un sottile filo conduttore. Viene riprodotta fedelmente la situazione dell’America Centrale tra Ottocento e Novecento, dominata dalla United Fruit (chiamata Vesuvius nel libro), che faceva e disfaceva i governi e si accaparrava le terre migliori, curando i propri interessi a scapito delle popolazioni locali. Il libro ha origine dal soggiorno di O. Henry in Honduras (l’Anchuria del libro), per sfuggire alla giustizia americana. Per la piccola colonia straniera questo paese è una specie di «terra dei Lotofagi», dove si vive in un’atmosfera di sogno e d’oblio. È anche un palcoscenico dell’assurdo, dove nulla è quello che sembra: non a caso il racconto è presentato dal personaggio di un geniale nonsense di Lewis Carroll, The Walrus and the Carpenter («Il tricheco e il carpentiere»), dal quale è ripreso il titolo stesso del libro. Come dice il carpentiere, può essere compreso solo dall’orecchio del tricheco, che non si cura di distinzioni logiche. E così deve fare anche il lettore.

Dall’introduzione di Aldo Setaioli al volume pubblicato da Lorenzo de’ Medici Press: «Questo libro di O. Henry, l’inventore del termine e del concetto di “repubblica delle banane” (qui esemplificata con l’immaginaria repubblica di Anchuria), va letto tenendo presente la poesia The Walrus and the Carpenter (“Il tricheco e il carpentiere”) in Through the Looking-Glass, il seguito di Alice in Wonderland, di Lewis Carroll. Da essa deriva il titolo, come appare dai versi posti in epigrafe da O. Henry, dal Proemio e da vari accenni sparsi nel libro. Dalla stessa poesia deriverà anche il titolo di un libro italiano molto posteriore (1976) Porci con le ali, di Marco Lombardo Radice e Lidia Ravera (due versi dopo, il tricheco propone infatti di discutere “whether pigs have wings”). In questi versi il tricheco propone di parlare dei più vari argomenti (scarpe, navi, ceralacca, cavoli e re), prima che lui e il carpentiere divorino tutte le ostriche che li hanno seguiti. Questa disparata varietà d’argomenti si riflette nel libro di O. Henry, che, come afferma l’autore stesso, è una specie di vaudeville, in cui ogni numero può stare a sé; e tuttavia esiste fra loro un filo conduttore, forse, dice O’ Henry, colto solo dall’indiscriminata ricettività dell’orecchio del tricheco. In ogni caso, tutti gli argomenti menzionati dal tricheco compaiono nel libro, anche se i cavoli sono sostituiti dalle palme-cavolfiore (palme la cui gemma apicale può essere mangiata come verdura o in insalata) e i re dai presidenti della repubblica di Anchuria. La descrizione di Anchuria risente del soggiorno di O. Henry in Honduras (l’archetipo dell’Anchuria del libro), per sfuggire alla giustizia americana. La situazione di quella repubblica illustra piuttosto fedelmente la situazione politica del paese, vera “repubblica delle banane”, dominata dalla United Fruit (oggi Chiquita; nel libro la compagnia ha il nome di “Vesuvius”), che faceva e disfaceva i governi e si accaparrava le migliori terre distruggendo risorse e biodiversità in nome dei propri interessi. L’atmosfera da “paese dei lotofagi” in cui vive la piccola colonia straniera s’inquadra bene in questo contesto. Questo paese dell’oblio viene evocato non tanto attraverso l’Odissea quanto attraverso la poesia The Lotos-eaters di Tennyson. Siamo all’inizio dell’epoca industriale moderna. La fotografia usa ancora la tecnica del tintype, l’impressione in positivo su lastre di stagno, ma esistono già foto stampate su carta, ed ha già fatto la sua comparsa la prima forma di cinema – il libro si chiude con tre scene di film muto.»

O. Henry (1862-1910), pseudonimo di William Sydney Porter, ebbe una vita molto avventurosa. Impiegato di banca a Austin, Texas, fu accusato di appropriazione indebita. Poco prima della data fissata per il processo fuggì in Honduras, paese col quale non esisteva un trattato di estradizione. Cavoli e re venne scritto proprio in questo periodo (luglio 1896 – gennaio 1987), e pubblicato nel 1904. Tornato in America, O. Henry fu arrestato nel 1898, ma rilasciato per buona condotta nel 1901. Fu autore di numerosissimi racconti, successivamente raccolti in diversi volumi. Molti sono veri capolavori, che mettono in scena rappresentanti delle classi inferiori. Dalla critica O. Henry è stato accostato alla corrente del naturalismo e a Guy de Maupassant.

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