Prurigo Nodularis: nemolizumab efficace per il sollievo dal prurito


Nei pazienti di almeno 13 anni di età con prurigo nodularis nemolizumab alle dosi di 30 e 60 mg in aggiunta ai corticosteroidi topici ha prodotto risultati positivi

Prurigo nodularis: serlopitant in monosomministrazione orale non ha raggiunto l'endopoint primario in due studi di fase III: stop alla sperimentazione

Nei pazienti di almeno 13 anni di età con prurigo nodularis e una risposta inadeguata alla terapia steroidea topica o agli antistaminici, il trattamento con nemolizumab alle dosi di 30 e 60 mg in aggiunta ai corticosteroidi topici ha prodotto risultati positivi su diversi parametri della malattia, secondo uno studio pubblicato sul British Journal of Dermatology.

La prurigo nodularis è una condizione infiammatoria cronica della pelle che si manifesta prevalentemente con noduli cutanei ipercheratosici sul tronco e sulle estremità, intensamente pruriginosi e con un effetto estremamente negativo sulla qualità della vita. Diversi studi hanno indicato tassi elevati di comorbilità psichiatriche in questi pazienti, in particolare disturbi dell’umore e dell’ansia, nonché una frequente compromissione della qualità del sonno.

«Attualmente in Giappone sono poche le opzioni di trattamento per la prurigo nodularis e molte di quelle disponibili non sono sufficientemente efficaci» hanno scritto il primo autore Hiroo Yokozeki, professore e presidente del dipartimento di dermatologia della Graduate School of Medical and Dental Sciences, Tokyo Medical and Dental University, e colleghi. «Nemolizumab, un anticorpo monoclonale sperimentale, si lega al recettore A dell’interleuchina-31 bloccandone la segnalazione, riducendo così le risposte infiammatorie mediate dalla citochina e normalizzando la differenziazione epidermica nei campioni di pelle dei pazienti con prurigo nodularis».

In uno studio di fase II condotto in Europa, nemolizumab 0,5 mg kg–1 ogni 4 settimane ha ridotto sia il prurito che la gravità delle lesioni cutanee rispetto al placebo. Nello studio di fase III OLYMPIA 2 condotto in Nord America, Europa e Corea del Sud, la monoterapia con nemolizumab ha ridotto significativamente i segni e i sintomi della malattia, hanno fatto presente gli autori.

Due dosaggi di nemolizumab testati nella prurigo nodularis
In questo studio in doppio cieco di fase II/III i ricercatori hanno valutato la dose ottimale di nemolizumab capace di garantire efficacia e sicurezza a lungo termine in 229 pazienti di almeno 13 anni di età affetti da prurigo nodularis da almeno 6 mesi e con una risposta pruriginosa inadeguata nonostante il trattamento con corticosteroidi topici ad alta potenza per almeno 4 settimane e con antistaminici orali per almeno 2 settimane.

I partecipanti sono stati assegnati in modo casuale in rapporto 1:1:1 a ricevere nemolizumab 30 mg con una dose iniziale di 60 mg (n = 77), nemolizumab 60 mg (n = 76) oppure placebo (n = 76) ogni 4 settimane per un totale di 16 settimane. Tutti i trattamenti includevano corticosteroidi topici concomitanti.

Riduzione significativa del prurito e migliore qualità di pelle e sonno
La più alta variazione media percentuale rispetto al basale nei punteggi del prurito misurati tramite la Peak Pruritus Numerical Rating Scale (PP-NRS, con un range da 0 a 10 dove punteggio più alti indicano un prurito peggiore) si è verificata nel gruppo 30 mg con una riduzione del 61,1%, seguito dal gruppo 60 mg con il 56% di riduzione e dal gruppo placebo con il 18,6%.

Le differenze medie dei minimi quadrati tra i gruppi nemolizumab e placebo sono risultata significative con i gruppi 30 mg e 60 mg, con riduzioni dei punteggi PP-NRS maggiori rispettivamente del 42,5% (P<0,0001) e del 37,4% (P<0,0001) rispetto al gruppo placebo.

Un punteggio di 0/1 (pelle libera o quasi libera da lesioni) nell’Investigator Global Assessment (IGA) è stato raggiunto dal 41,6%, 39,5% e 3,9% dei pazienti nei gruppi rispettivamente nemolizumab 30 mg, nemolizumab 60 mg e placebo. Entro la settimana 16 è diminuito anche il numero di noduli, con il gruppo nemolizumab 30 mg che ha costantemente superato gli altri due gruppi. Anche i risultati del sonno e della qualità della vita sono notevolmente migliorati entro la fine dello studio nei pazienti in trattamento attivo.

Sono stati segnalati tassi simili di eventi avversi in ciascun gruppo, con una frequenza del 66,2% nel gruppo 30 mg, del 64,5% nel gruppo 60 mg e del 53,9% nel gruppo placebo. Eventi gravi si sono verificati in due pazienti nel gruppo placebo, ma non sono stati segnalati eventi seri o decessi. Gli effetti collaterali più comuni considerati correlati al trattamento nei gruppi nemolizumab rispetto al gruppo placebo sono stati complicanze da vaccinazione, eczema, eritema, dermatite e follicolite.

«Entrambe le dosi di nemolizumab testate hanno comportato una riduzione maggiore del prurito rispetto al placebo in un periodo di 16 settimane in pazienti con prurigo nodularis e una risposta inadeguata alla terapia steroidea topica o agli antistaminici» hanno concluso gli autori. «Nemolizumab potrebbe essere una nuova opzione di trattamento utile per i soggetti che non ottengono abbastanza sollievo dal prurito con i farmaci attuali».

Referenze

Yokozeki H et al. Efficacy and safety of nemolizumab and topical corticosteroids for prurigo nodularis: results from a randomized double-blind placebo-controlled phase II/III clinical study in patients aged ≥ 13 years. Br J Dermatol. 2024 Jul 16;191(2):200-208. 

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