Site icon Corriere Nazionale

L’anticorpo bispecifico cevostamab promettente per il mieloma multiplo

La Commissione Europea ha approvato in via condizionata talquetamab per il trattamento di alcuni adulti affetti da mieloma multiplo recidivato e refrattario

Studio rivela che alcune specie di batteri che vivono nell’intestino sono in grado di influenzare la progressione del mieloma multiplo che invade il midollo osseo

L’anticorpo bispecifico cevostamab ha mostrato un’attività antitumorale promettente in pazienti con mieloma multiplo triplo-refrattari trattati in precedenza con cellule CAR-T

L’anticorpo bispecifico cevostamab ha mostrato un’attività antitumorale promettente in pazienti con mieloma multiplo triplo-refrattari trattati in precedenza con cellule CAR-T o un anticorpo-farmaco coniugato (ADC) diretti contro l’antigene di maturazione delle cellule B (BCMA) nello studio di fase 1/2 CAMMA 2. I risultati relativi alla coorte A1 del trial sono stati presentati di recente a Madrid al congresso della European Hematology Association (EHA).

In questa coorte, gli autori hanno osservato un tasso di risposta obiettiva (ORR) del 67%. Nei pazienti che erano già stati trattati con cellule CAR-T anti-BCMA l’ORR è risultato del 73% e in quelli già trattati con un ADC anti-BCMA un ORR del 60%.

«Cevostamab si è dimostrato altamente attivo nei pazienti con mieloma multiplo recidivante/refrattario che sono stati precedentemente esposti a terapie dirette contro il BCMA, in particolare ADC e cellule CAR-T», ha affermato durante la sua presentazione Shaji Kumar, della Mayo Clinic di Rochester, nel Minnesota.

Necessarie terapie di salvataggio per pazienti progrediti con terapie con anti-BCMA
L’autore ha spiegato che al momento mancano terapie di salvataggio per i pazienti con mieloma multiplo triplo-esposti o refrattari andati in progressione durante o dopo una terapia anti-BCMA.
Cevostamab è un anticorpo bispecifico sperimentale in grado di legare contemporaneamente il recettore CD3 presente sulle cellule T e il recettore FcRH5 espresso sulle cellule del mieloma. Questo doppio legame produce un’attivazione delle cellule T e facilità l’eliminazione delle cellule mielomatose da parte delle cellule T attivate.
In uno studio di fase 1 tuttora in corso (GO39775; NCT03275103), cevostamab ha mostrato un’attività antitumorale promettente in pazienti con mieloma multiplo recidivante/refrattario altamente pretrattati, compresi quelli già esposti ad agenti anti-BCMA. Da qui il razionale per una sua ulteriore valutazione nello studio CAMMA 2.

Lo studio CAMMA 2
CAMMA 2 (CO43476; NCT05535244) è un trial multicentrico internazionale nel quale si sta valutando cevostamab in pazienti con mieloma multiplo recidivante/refrattario triplo-refrattari, già trattati con una terapia anti-BCMA. Nelle coorti A1 e B1 i pazienti possono essere già stati trattati con ADC o CAR-T anti-BCMA, mentre nelle coorti A2e B2 con anticorpi bispecifici anti-BCMA.
Nelle coorti A1 e A2 cevostamab viene somministrato mediante infusione endovenosa, con uno step-up del dosaggio nel ciclo 1 per mitigare il rischio di sindrome da rilascio di citochine (CRS). In particolare, nel ciclo 1 si somministrano 0,3 mg il giorno 1, 3,3 mg il giorno 2, il giorno 3 o il giorno 4 a seconda dello sviluppo e della risoluzione della CRS dopo la somministrazione iniziale, fino ad arrivare alla dose target di 160 mg il giorno 8, e poi si somministrano 160 mg il giorno 1 di ogni ciclo successivo di 21 giorni fino alla progressione della malattia o a al manifestarsi di una tossicità inaccettabile.

Gli endpoint primari dello studio sono l’ORR, valutato dagli sperimentatori mediante i criteri dell’IMGW, e la sicurezza, mentre sono endpoint secondari la qualità della vita, la farmacocinetica, la farmacodinamica e l’immunogenicità. Nelle coorti B1 e B2 si valuteranno efficacia e sicurezza di cevostamab alla dose raccomandata per la fase 2 in questo setting.

La coorte A1, pazienti fortemente pretrattati
I risultati presentati a Madrid si riferiscono a 21 pazienti della coorte A1, di cui 10 trattati con un ADC e 11 con cellule CAR-T anti-BCMA.
L’età media dei pazienti al basale era di 64 anni (range: 36-80), il 52% era di sesso maschile, il 56% aveva un profilo citogenetico ad alto rischio e il 33% aveva una malattia extramidollare.
I partecipanti erano già stati fortemente pretrattati. Infatti, la mediana delle linee di terapia effettuate in precedenza era pari a 6 (range: 4-15), il 57% dei pazienti era penta-refrattario e il 57% era risultato refrattario all’ultima linea di terapia somministrata.

Tassi di risposta parziale molto buona fino al 55%
Complessivamente, il tasso di risposta parziale molto buona (VGPR) o migliore è risultato del 38%; nei pazienti già trattati con cellule CAR-T anti-BCMA tale tasso è risultato del 55% e nei pazienti con già esposti a un ADC anti-BCMA del 20%. I tassi di risposta completa stringente sono risultati rispettivamente del 14%, 18% e 10.
A un follow-up mediano di 11 mesi, sei dei 14 pazienti responder continuavano a rispondere al trattamento con il bispecifico, ha riferito Kumar.
Inoltre, l’espressione di FcRH5 non è risultata associata alla risposta al trattamento con il bispecifico.

Profilo di sicurezza gestibile
Complessivamente, ha detto l’autore, il profilo di sicurezza e tollerabilità di cevostamab è risultato gestibile.
Tutti i 21 pazienti hanno manifestato un evento avverso di qualsiasi grado e 16 (il 76%) un evento avverso di grado 3/4, ma non si sono avuti eventi avversi fatali. Due pazienti (il 10%) hanno manifestato un evento avverso che ha richiesto l’interruzione del trattamento e 11 (il 52%) un evento avverso che ha richiesto una riduzione del dosaggio.
Dodici pazienti (il 57%) hanno sviluppato un’infezione di qualsiasi grado, di cui cinque di grado 3, ma non si sono registrate infezioni di grado 4. Inoltre, nove pazienti (il 43%) hanno sviluppato neutropenia di grado 3/4, sei (il 29%) anemia di grado 3/4 e quattro (il 19%) trombocitopenia di grado 3/4.

Casi di CRS per lo più di grado lieve
Complessivamente 15 pazienti (il 71%) hanno sviluppato una CRS: cinque di grado 1 e 10 di grado 2. Il tasso di CRS è risultato più elevato nei pazienti trattati in precedenza con un ADC rispetto ai pazienti trattati in precedenza con le CAR-T (rispettivamente 90% e 55%).
Inoltre, tre pazienti (il 14%) hanno manifestato una sindrome da neurotossicità associata alle cellule effettrici immunitarie (ICANS), di cui due di grado 1 e uno di grado 4.

Bibliografia
S. Kumar, et al. Cevostamab in patients with RRMM who are triple-class refractory and have received a prior BCMA-targeted ADC or CAR T-cell: Initial results from the phase I/II CAMMA 2 study. EHA 2024; abstract S210. leggi

Exit mobile version