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Artrite psoriasica: bimekizumab mantiene remissione dopo 2 anni

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Artrite psoriasica: bimekizumab migliora e mantiene il raggiungimento della remissione e della minima attività di malattia con i dati a 2 anni

Sono stati presentati al congresso EULAR i risultati di un’analisi post.-hoc sull’impiego a lungo termine di bimekizumab, un inibitore dell’IL-17F oltre che dell’IL-17A, in pazienti dello studio BE OPTIMAL e BE COMPLETE, che sono stati inclusi nella studio di estensione in aperto BE VITAL – che ha valutato l’efficacia e il profilo di sicurezza del farmaco a 2 anni in pazienti adulti affetti da artrite psoriasica attiva che erano naive ai farmaci biologici o presentavano una risposta pregressa insoddisfacente agli anti-TNF.

Da quest’analisi è emerso che il trattamento con bimekizumab ha indotto in questi pazienti miglioramenti sostenuti fino a 2 anni della minima attività di malattia (MDA) e della remissione.

Razionale e obiettivi dello studio
“Bimekizumab (BKZ) – spiega ai nostri microfoni la prof.ssa Maria Antonietta D’Agostino (Direttore unità operativa complessa di Reumatologia, Policlinico Universitario Agostino Gemelli, Roma) – è un anticorpo monoclonale che ha la caratteristica di essere un eterodimero che va a legarsi alle due isoforme di IL-17:  l’isoforma A – che  sappiamo essere già il target degli IL17i attualmente già disponibili sul mercato – e l’isoforma F. Quindi il binding di queste 2 isoforme di IL-17 permette di coprire meglio la via dell’infiammazione legata ad IL-17 e, quindi, di bloccare in maniera più rapida e anche in maniera più duratura l’infiammazione nel caso della PsA e dell’ax-Spa, che sono le due indicazioni per le quali il farmaco ha ottenuto l’indicazione al trattamento da parte di EMA lo scorso anno”.

La PsA è una malattia infiammatoria clinicamente eterogenea caratterizzata da domini multipli, tra cui quello cutaneo e quello articolare. L’efficacia del trattamento, quindi, può quindi essere valutata in modo esaustivo utilizzando delle misure di outcome composito che valutano l’attività della malattia in tutti i domini interessati.

Di questi, la MDA (minima attività di malattia) e la remissione in base all’indice DAPSA (indice di attività della malattia per l’artrite psoriasica) sono stati raccomandati come obiettivi chiave del trattamento di questa condizione clinica.

Alla luce di questo presupposti, l’obiettivo di questa analisi post-hoc presentata al congresso è stato quello di valutare l’efficacia di BKZ utilizzando gli outcome compositi MDA e DAPSA fino a 2 anni in pazienti con PsA attiva che erano naive al trattamento con farmaci biologici o che avevano sperimentato una risposta insoddisfacente o un’intolleranza al trattamento con TNF-i.

Disegno dell’analisi post-hoc
BE OPTIMAL è uno studio di Fase 3, randomizzato, multicentrico, in doppio cieco, controllato con placebo, con un braccio di riferimento attivo (adalimumab), a gruppi paralleli, disegnato per valutare l’efficacia e la sicurezza di BKZ nel trattamento di pazienti adulti affetti da PsA attiva, naive ai farmaci biologici. In questo studio, i pazienti con PsA erano stati randomizzati in doppio cieco, secondo uno schema 2:3:1, a trattamento per 16 settimane con placebo, oppure con bimekizumab 160 mg ogni 4 settimane o con adalimumab 40 mg ogni 2 settimane (trattamento di riferimento).

BE COMPLETE è un altro studio di fase 3 randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo, della durata di 16 settimane, in cui i pazienti con PsA attiva e risposta pregressa insoddisfacente agli anti-TNF erano stati randomizzati (2:1) a BKZ (160 mg ogni quattro settimane [Q4W]; N=267) o a placebo (PBO) (N=133).

I pazienti che hanno completato la settimana 52 di BE OPTIMAL e la settimana 16 di BE COMPLETE erano eleggibili per l’estensione in aperto BE VITAL.

I ricercatori hanno valutato in questa analisi la remissioni e le variazioni di questo target terapeutico rispetto al basale, in termini di minima e bassissima attività di malattia (MDA e VLDA, rispettivamente) e di remissione/LDA in base all’indice DAPSA (REM ≤4; REM+LDA ≤14).

Risultati principali
Complessivamente, 710 pazienti su 852 (83,3%) dello studio BE OPTIMAL e 322 su 400 (80,5%) dello studio BE COMPLETE hanno portato a termine, rispettivamente, il trattamento alla settimana 104 e alla settimana 100 dello studio di estensione BE VITAL.

Dall’analisi dei dati è emerso che il raggiungimento della MDA alla settimana 52 è stato mantenuto fino alla settimana 104 nei pazienti provenienti dallo studio BE OPTIMAL e fino alla settimana 100 nei pazienti provenienti dallo studio BE COMPLETE, sia nei pazienti randomizzati con BKZ e trattati ininterrottamente con il farmaco che in quelli originariamente randomizzati a placebo e poi sottoposti a switch terapeutico con BKZ.
Analogamente, nei pazienti bDMARD-naïve randomizzati ad adalimumab o a BKZ, il tasso di raggiungimento della MDA alla settimana 52 è stato mantenuto fino alla Settimana 104.

Non solo: trend simili sono stati documentati alle settimane 104/100:
– in termini di raggiungimento della VLDA  (bDMARD-naïve: 26% PBO/BKZ, 30,6% BKZ, 29,3% ADA/BKZ; TNFi-IR: 17,3% PBO/BKZ, 24% BKZ)
– in termini di raggiungimento del punteggio DAPSA REM+LDA (bDMARD-naïve: 50,2%
PBO/BKZ, 52,9% BKZ, 55% ADA/BKZ; TNFi-IR: 53,4% PBO/BKZ, 46,1% BKZ)
– in termini di miglioramento dei punteggi DAPSA
Al basale, le componenti della MDA erano generalmente paragonabili tra i gruppi di trattamento all’interno degli studi.

Il trattamento con BKZ ha portato a miglioramenti alla settimana 104/100 nella maggior parte delle componenti MDA in tutti i bracci di trattamento di entrambe le popolazioni dello studio, comprese le misure cliniche oggettive (numero di articolazioni tumefatte e dolenti; miglioramenti cutanei) e le componenti riferite dai pazienti (dolore; funzione fisica).

Anche le risposte articolari e cutanee sono state mantenute fino alla settimana 104/100, tra cui il raggiungimento della risposta ACR50 (bDMARD-naïve: 50,5% PBO/BKZ, 51,5% BKZ, 50,7% ADA/BKZ; TNFi-IR: 48,1% PBO/BKZ, 50,6% BKZ) e della risposta PASI100 rispetto al basale dei pazienti nei pazienti con psoriasi ≥3% BSA (bDMARD-naïve: 60% PBO/BKZ, 59,4% BKZ, 60,3% ADA/BKZ patients; TNFi-IR: 65,9% PBO/BKZ, 63,1% BKZ).
Da ultimo, per quanto riguarda la safety, non sono emersi nuovi segnali di eventi avversi rispetto al profilo di sicurezza già noto per il farmaco.

Riassumendo
In conclusione, i risultati di questa analisi post-hoc hanno dimostrato che i pazienti con PsA trattati con BKZ hanno ottenuto risposte sostenute in termini di raggiungimento della MDA e della remissione/LDA in base all’indice DAPSA fino a 2 anni, indipendentemente dall’impiego pregresso di bDMARD.

“Dai dati di questa analisi è emerso che quasi il 50% dei pazienti trattati con BKZ ha raggiunto e mantenuto il target della MDA e della remissione/LDA (in base all’indica DAPSA fino a due anni – ha sottolineato la prof.ssa D’Agostino ai nostri microfoni”.

L’analisi ha anche documentato miglioramenti in tutti le componenti della MDA riferite dai pazienti e nella maggior parte delle componenti cliniche considerate, con benefici ragguardevoli sia per quanto riguarda l’outcome articolare che per quello cutaneo.

Nello specifico:
– il raggiungimento della MDA è stato ottenuto a 2 anni in una proporzione di pazienti dello studio BE OPTIMAL, naive ai bDMARD, compresa tra il 49,8% e  il 52,4% e in una proporzione di pazienti dello studio BE COMPLETE, con risposta insoddisfacente/intolleranza ai TNFi, compresa tra il 44,9% e il 46,6%

– il raggiungimento della remissione/LDA in base al punteggio DAPSA è stato ottenuto a 2 anni in una proporzione di pazienti dello studio BE OPTIMAL, naive ai bDMARD, compresa tra il 50,2% e  il 55% e in una proporzione di pazienti dello studio BE COMPLETE, con risposta insoddisfacente/intolleranza ai TNFi, compresa tra il 46,1% e il 53,4%

Nel commentare i risultati, la prof.ssa D’Agostino ha sottolineato come, con il prossimo arrivo anche nel nostro Paese di questo farmaco, già approvato lo scorso anno da EMA per il trattamento della PsA e della spondiloartrite assiale, si ampli l’armamentario terapeutico per il trattamento di queste 2 condizioni cliniche, che permetterà di raggiungere la remissione/LDA, che rappresenta il nostro target in queste patologie in una maniera sempre più completa.

“I dati disponibili nella PsA – conclude – evidenziano la risposta costante e sostenuta osservata con BKZ sia nei pazienti con artrite psoriasica naïve ai biologici, sia in quelli con risposta insoddisfacente ai TNFi. La risposta ottenuta è risultata rapida e duratura ed è risultata associata anche ad un buon controllo delle manifestazioni articolari ed extra-articolari (v. interessamento cutaneo)”.

Bibliografia
Coates LC et al. Bimekizumab-treated patients with active psoriatic arthritis showed sustained achievement of minimal disease activity and remission: up to 2-year results from two phase 3 studies. Poster POS0969, EULAR 2024, Vienna

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