L’ex Primo Ministro dell’Estonia Kaja Kallas, designata da von der Leyen nella Commissione Ue è accusata dalla Russia di “orientamento ostile”
L’obiettivo sono la “vittoria dell’Ucraina” e la “libertà dell’Europa”: parole postate pochi giorni fa da Kaja Kallas, prima donna a capo del governo dell’Estonia, indicata oggi da Ursula von der Leyen come nuovo Alto rappresentante per la Politica estera e di sicurezza dell’Ue.
Sul conflitto in Europa orientale la dirigente liberale è tornata con un post sul social network X, per congratularsi per la nomina a Kiev di Andrii Sybiha come ministro degli Esteri. Nel messaggio Kallas evidenzia il desiderio di “una stretta cooperazione” con il governo ucraino. Dichiarazioni in linea con l’orientamento dell’ex premier, fondatrice del Partito estone della riforma: europeista e soprattutto atlantista, favorevole dunque a un ruolo della Nato incisivo in chiave di sicurezza.
Quarantasette anni, laureata in giurisprudenza, il nuovo Alto rappresentante ha la politica nel dna di famiglia: suo padre, Siim Kallas, fu commissario europeo per i Trasporti nella seconda Commissione di José Barroso dopo aver servito come capo del governo a Tallinn.
Sul dossier Ucraina Kallas ha manifestato le proprie scelte in particolare dopo l’offensiva militare della Russia del febbraio 2022. Oltre al sostegno incondizionato espresso nei confronti di Kiev, c’è stato l’appello agli alleati Nato affinché inviino armi e aerei da combattimento. Da premier si è poi schierata per lo stop al progetto del gasdotto Nordstream 2, pipeline frutto di un accordo tra Russia e Germania, sabotata nel settembre 2022 in circostanze tuttora da chiarire.
Nel febbraio scorso, Kallas è anche finita in una lista di personalità sanzionate Mosca per un loro orientamento giudicato ostile. La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha accusato tra l’altro l’ex premier della “distruzione di monumenti ai soldati sovietici” nella capitale estone Tallinn. “I crimini contro la memoria di coloro che ci liberarono dal nazismo e dal fascismo”, aveva aggiunto la responsabile russa, in riferimento alla Seconda guerra mondiale, “devono essere perseguiti”.