Processo Open Arms, Salvini: “Non patteggio, vado fino in fondo: è un processo all’Italia”


Processo Open Arms, Salvini intervistato da Nicola Porro nella trasmissione Quarta Repubblica su Rete 4: “Non avrei mai pensato di sentirmi imputato, rischiando il carcere”

Open Arms: il leader della Lega Matteo Salvini rinviato a giudizio per sequestro di persona e rifiuto di atto d'ufficio per i 147 migranti a bordo della ong catalana

“Io non patteggio, vado fino in fondo, fino alla Cassazione”. Lo ha detto Matteo Salvini a Quarta Repubblica su Rete4 a proposito del processo Open Arms.

“Credo nella magistratura, cerco di dirlo senza sorridere troppo. Ma c’è una parte della giustizia politicizzata, ci sono magistrati e Pm che fanno politica”, ha aggiunto il vicepremier.

“La cosa peggiore che mi può capitare? È una condanna…Ho messo in conto che avrei dato fastidio”, ha concluso. “Paura della condanna? No, è imbarazzante quello che abbiamo sentito. Non è un processo a un politico, a Matteo Salvini, al ministro, è un processo all’Italia”.

“Perché se passasse l’aberrante concetto per cui non si possono bloccare i clandestini in Italia, non si possono fermare gli sbarchi, tutti hanno diritto di fare quello che vogliono”, ha aggiunto Salvini, che ha sottolineato come “tutto il mondo sta andando in direzione opposta, la Germania chiude, la Gran Bretagna chiude, l’Olanda chiude e l’Austria chiude”.

“Non avrei mai pensato di sentirmi imputato, rischiando il carcere. Le dico, non ho paura per me, no. Rifarei esattamente domani quello che ho fatto. Cioè difendere i confini, la sicurezza, l’orgoglio, la legalità del nostro paese”, ha detto ancora il ministro, che ha spiegato: “Non sono preoccupato per me. Onestamente mi è pesato spiegare ai miei figli cosa stava succedendo”.

CONTO DI ESSERE ASSOLTO, ORA SERENAMENTE INCAZZATO

“Conto di essere assolto, se il giudice legge gli atti e li confronta con quello che hanno fatto tutti gli altri ministri e altri Paesi al mondo non sono minimamente preoccupato”. “Sono serenamente e pacificamente incazzato, tutto mi sarei aspettato dalla vita tranne che entrare in un’aula di Tribunale per vedere la richiesta di condanna a sei anni di galera vera”, ha aggiunto. 

 EVIDENTE CHE È SOTTO ATTACCO, REAGIREMO CON RIFORME

“Mi sembra evidente” che il governo sia sotto attacco. “Non riescono a sconfiggerci con le elezioni e allora pensano: ‘Se vanno avanti così non ce li togliamo più di torno’”. Ma, ha avvisato il vicepremier, “il governo reagirà con le riforme e stando in mezzo alla gente”.

UNA MIA CONDANNA SAREBBE UN PRECEDENTE PERICOLOSO

Una condanna per la vicenda Open Arms “sarebbe un precedente pericoloso, ma non per me che ho le spalle larghe. Se avessi paura non farei il segretario della Lega. Se mi condannassero ai sei anni richiesti, che non sono dati neanche a uno stupratore, finirei in carcere per almeno due anni. Mi dispiacerebbe per i miei figli, per la mia compagna e per la mia famiglia”.