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Ragazza morta in ospedale a Foggia: indagati 20 tra medici e infermieri

foggia ospedale

Medici e infermieri del Policlinico “Riuniti” d Foggia sono indagati per la morte, avvenuta lo scorso 4 settembre, della 23enne Natascia Pugliese che aveva scatenato la furia di parenti e amici

Le immagini di quei dottori e infermieri barricati in uno stanzino dell’ospedale, mentre tentavano di bloccare la porta, e impedire l’accesso agli aggressori “in stile Gomorra”, hanno fatto il giro del web e dei telegiornali. Ora proprio quegli operatori sanitari sono finiti sotto la lente della giustizia e saranno chiamati a rispondere in tribunale della morte di una loro paziente.

20 SANITARI DEL “POLICLINICO RIUNITI” ACCUSATI DI OMICIDIO COLPOSO

Venti medici e infermieri del policlinico “Riuniti” di Foggia sono stati infatti raggiunti da avvisi di garanzia per la morte di Natascia Pugliese, 23enne di Cerignola, venuta a mancare lo scorso 4 settembre dopo un delicato intervento chirurgico. Su di loro pesa l’accusa di omicidio colposo. Domani è attesa l’autopsia sul corpo della giovane, l’incarico verrà conferito domani, 18 settembre, al professor Vittorio Fineschi. La giovane era stata trasferita al Policlinico il 19 giugno scorso, a causa delle gravi ferite riportate dopo essere stata travolta mentre era in monopattino.

L’AGGRESSIONE “IN STILE GOMORRA”

Proprio la notizia della morte di Natascia Pugliese aveva innescato la furia di familiari e amici della ragazza: una cinquantina di persone avevano aggredito i sanitari dell’ospedale pugliese, costringendoli a barricarsi in una stanza. Poi la sorella della 23enne, dai social, aveva cercato di spiegare cosa aveva portato a tanto risentimento, ritenendo la morte della giovane, a seguito di un intervento un caso di malasanità. “Visto che state facendo girare tantissime notizie false- scriveva dai social Tatiana Pugliese– sembra che siamo pazzi, delle bestie, in questa situazione ci troviamo qui a dare anche spiegazioni, Ma lo facciamo solo perché tutti devono sapere la verità”. E su quanto accaduto spiegava: “La mia famiglia ha fatto la guerra peggio di Gomorra, perché mia sorella è stata uccisa da loro”.

Ora medici e infermieri iscritti nel registro degli indagati potranno nel frattempo decidere se nominare un consulente di parte che assisterà all’esame autoptico presentando le proprie valutazioni. La famiglia della vittima, assistita dall’avvocato Francesco Santangelo, chiede da giorni che si faccia chiarezza su quanto accaduto.

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