De Rossi, l’esonero a colazione: così Capitan Futuro è diventato il passato della Roma. Intanto è scattato il toto-nomi per la successione: Terzic in pole, ma c’è anche la soluzione economica Juric
L’esonero a colazione. Un licenziamento espresso, freddo. De Rossi stava preparando la partita con l’Udinese. Le famigerate radio romane parlottavano del più e del meno, nelle redazioni non c’erano spifferi. Poi il comunicato. Capitan Futuro è il passato della Roma. “Nell’interesse della squadra”. Tempo un paio di ore per registrare il trauma ed ecco l’impazzimento generale, altrimenti detto “toto-nomi”.
La seduta di allenamento del mattino è ovviamente stata cancellata, spostata al pomeriggio. Quando magari a Trigoria sapranno chi sarà il sostituto di De Rossi. Scartati i primi nomi “facili” (Pioli, appena svincolatosi dal Milan; Allegri e Sarri) ecco che in pole è scattato Edin Terzic. Il tecnico che ha conquistato una finale di Champions con il Borussia Dortmund, 41 anni, a sorpassato le altre opzioni di slancio. In ballo ci sono ancora – pare – il tedesco Tuchel, un nome internazionale, o l’ex Toro Juric, soluzione più contenitiva economicamente e tatticamente. De Rossi, fresco di rinnovo in estate ha ancora tre anni di contratto a 3 milioni netti a stagione.
Secondo i ben-informati in casa Roma – tanti, troppi – De Rossi paga i rapporti deteriorati con la Ceo Lina Souloukou, la decisione di Dybala di restare nella capitale, e il clima non idilliaco con i senatori dello spogliatoio”. Un gran classico.