II ruolo chiave dell’ossitocina nel modulare le nostre emozioni


L’ossitocina svolge una vasta gamma di funzioni biologiche e psicoattive. Ha un ruolo cruciale nel modulare le nostre emozioni, il comportamento sociale e il benessere emotivo

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L’ossitocina, comunemente nota come “ormone dell’amore”, è una sostanza peptidica composta da nove amminoacidi. Questo ormone viene prodotto nell’ipotalamo, una piccola area del cervello, e successivamente rilasciato nella neuroipofisi. E’ molto antico, ben conservato nella scala evolutiva, perché svolge funzioni fondamentali per la sopravvivenza.

È responsabile di una serie di funzioni biologiche e psicologiche che hanno un impatto significativo sulla psicologia umana.

L’ossitocina agisce principalmente sull’utero e sulla mammella, ma la sua influenza va oltre la sfera puramente fisica. Ha dimostrato di avere un ruolo fondamentale nel regolamento dei comportamenti sociali, sessuali e materni negli esseri umani e negli animali. Questa molecola è in grado di stimolare il parto, inducendo le contrazioni uterine durante il travaglio e nel facilitare l’allattamento attraverso la contrazione delle cellule muscolari mammarie.

Tuttavia, ciò che rende l’ossitocina particolarmente interessante è la sua connessione con le emozioni umane, la formazione dei legami e la cognizione sociale. Ecco alcuni dei meccanismi attraverso i quali l’ossitocina influenzale il comportamento sociale:
• EMPATIA: l’ossitocina è spesso associata all’aumento dell’empatia, cioè la capacità di comprendere e condividere le emozioni degli altri. Gli studi hanno dimostrato che l’ossitocina può migliorare la capacità di riconoscere le emozioni facciali e di percepire gli stati emotivi degli altri, favorendo una maggiore empatia verso gli individui circostanti.
• FIDUCIA E GENEROSITÀ: l’ossitocina può aumentare la fiducia nelle relazioni sociali. Studi condotti con giochi economici hanno mostrato che la somministrazione di ossitocina può incrementare la volontà di fidarsi degli altri e di comportarsi in modo generoso. Questo può favorire la cooperazione e il comportamento prosociale all’interno di un gruppo.
• LEGAME AFFETTIVO E ATTACCAMENTO: l’ossitocina svolge un ruolo importante nella formazione e nel mantenimento dei legami affettivi. Durante le interazioni sociali positive, l’ossitocina viene rilasciata e contribuisce a creare una sensazione di legame e attacco emotivo. Questo meccanismo è particolarmente evidente nel legame tra madre e figlio, ma può manifestarsi anche nelle relazioni romantiche e nelle amicizie strette.
• INTERAZIONI SOCIALI POSITIVE: l’ossitocina è coinvolta nell’attivazione del sistema di ricompensa nel cervello, che è associato a sensazioni di piacere e gratificazione. Di conseguenza, l’ossitocina può aumentare il desiderio di interagire socialmente con gli altri e promuovere l’approccio a esperienze socialmente gratificanti.
• RIDUZIONE DELL’ANSIA SOCIALE: l’ossitocina può contribuire a ridurre l’ansia sociale e migliorare la capacità di gestire le situazioni socialmente stressanti. Gli studi hanno dimostrato che la somministrazione di ossitocina può ridurre la risposta dell’individuo allo stress sociale e promuovere un atteggiamento più rilassato e accogliente.
• RICONOSCIMENTO DELLE RELAZIONI DI FIDUCIA: l’ossitocina è coinvolta nel riconoscimento delle relazioni di fiducia. Questo ormone può influenzare la percezione delle intenzioni degli altri, aumentando la sensibilità verso i segnali di fiducia e cooperazione. Di conseguenza, l’ossitocina può favorire la formazione di relazioni sociali positive e il mantenimento di interazioni armoniose.
• INTERAZIONE MADRE-FIGLIO: l’ossitocina svolge un ruolo fondamentale nel legame madre-figlio, facilitando la comunicazione affettiva e l’empatia reciproca. Come abbiamo visto, durante l’allattamento l’ossitocina viene rilasciata, stimolando la sensazione di amore e protezione nella madre e favorendo una connessione emotiva profonda con il neonato.
• EFFETTI SUL COMPORTAMENTO SESSUALE: l’ossitocina è coinvolta anche nella sfera sessuale e può influenzare il comportamento sessuale e l’intimità tra i partner. Questo ormone può favorire l’attivazione del desiderio sessuale e contribuire alla formazione di un legame intimo e soddisfacente all’interno della coppia.

POZIONE MAGICA
Nel 2005, in un articolo pubblicato su Nature, il neuroeconomista Paul Zak sosteneva che uno spruzzo nasale a base di ossitocina rendesse più inclini a fidarsi degli altri in un compito di spartizione di denaro. Altri studi hanno associato lo stesso spray a una maggiore volontà di confidarsi con sconosciuti, e a un miglioramento della teoria della mente, ossia la capacità di comprendere le intenzioni e i pensieri altrui, in parte compromessa in alcune condizioni, come nel caso dei disturbi dello spettro autistico. Altre ricerche hanno associato una dose extra di ossitocina a una maggiore propensione ad affidare segreti compromettenti alla sorveglianza altrui, a una più profonda empatia e quindi, in ultima analisi, alla… felicità. E non serve per forza uno spray: basta abbracciare più volte chi amiamo (suggeriscono alcuni titoli di giornale) per mettere in circolo l’ormone che sembra sciogliere tutti i nodi delle relazioni umane.

OSSITOCINA e DOLORE
Un recente studio ha evidenziato che l’ossitocina è coinvolta anche nella percezione del dolore infiammatorio. A rilevarlo una ricerca frutto della collaborazione tra ricercatori di diverse nazioni (Germania, Francia, Svizzera, Stati Uniti, Cina e Italia), alla quale ha partecipato l’Istituto di neuroscienze del Consiglio nazionale delle ricerche (In-Cnr) di Milano. “La nostra ricerca ha permesso per la prima volta di identificare i neuroni responsabili del rilascio dell’ossitocina da cui dipende la regolazione della percezione del dolore a livello del midollo spinale”, spiega Bice Chini dell’In-Cnr e dell’Irccs Istituto clinico Humanitas. “In modelli sperimentali, si è visto che si tratta di circa 30 neuroni, situati in una regione del cervello, l’ipotalamo, dal quale inviano i loro prolungamenti fino alle sezioni più lontane del midollo spinale. Ed è qui che rilasciano questo ormone, che agisce regolando gli input dolorifici provenienti dalle aree periferiche del corpo”.
Inoltre, i neuroni ipotalamici identificati riescono a provocare il rilascio anche nel sangue, attraverso un circuito collaterale. “Lo studio ha evidenziato che anche l’ossitocina presente a livello ematico contrasta il dolore, legandosi a recettori neuronali presenti nei gangli (raggruppamenti di neuroni disposti lungo il decorso dei nervi) spinali”, prosegue la ricercatrice. “L’azione anti-dolorifica è quindi duplice, sia a livello midollare sia dei neuroni gangliari”.

Le tecniche usate per evidenziare l’effetto anti-dolorifico dell’ossitocina sono innovative e hanno previsto anche l’utilizzo di metodiche di optogenetica. “Mediante l’inserimento di sottilissime fibre ottiche è stato possibile stimolare esclusivamente i 30 neuroni identificati e studiare così gli effetti analgesici legati al loro rilascio di ossitocina”, conclude Chini. “Va precisato che l’azione rilevata non è ad ampio spettro: riguarda solo alcuni tipi di dolore, in particolare quello infiammatorio. È proprio nelle malattie infiammatorie, dunque, che si potrà utilizzare l’ossitocina come analgesico”.
Lo studio A New Population of Parvocellular Oxytocin Neurons Controlling Magnocellular Neuron Activity and Inflammatory Pain Processing è stato pubblicato su Neuron (https://www.cell.com/neuron/fulltext/S0896-6273%2816%2900088-X)

OSSITOCINA E DISTURBI ALIMENTARI
Anche per questi disturbi la scienza indaga sulle possibilità terapeutiche di una sostanza collegata ai sentimenti positivi come l’ossitocina. Tra i vari studi, uno in particolare, pubblicato sulla rivista Psychoneuroendocrinology, ipotizza che l’ossitocina potrebbe attenuare le ossessioni legate al cibo e all’obesità in chi soffre di anoressia.

Secondo i ricercatori dell’Istituto di Psichiatria del King’s college di Londra, le persone affette da questi disturbi, infatti, presentano difficoltà di interazione sociale già nell’adolescenza e prima della comparsa della malattia. In questo studio (che ha usato un campione di 31 soggetti anoressici e 33 persone sane), è emerso che, dopo aver assunto ossitocina via nasale, gli anoressici erano meno ossessionati dalle immagini del cibo e di persone obese. Tuttavia non è stato possibile dimostrare con certezza il legame causa-effetto tra ossitocina e la riduzione delle emozioni ossessive e i sui meccanismi di azione.
Sono, quindi, necessari studi ulteriori, su campioni di popolazione più ampi, ma come per l’autismo si stanno ponendo le basi per sviluppare un trattamento terapeutico che aiuti a superare le pulsioni negative verso il cibo.

L’ossitocina si presenta sempre più come una vera medicina naturale, gentile ed efficace, attiva sul corpo e sullo spirito. Ha potenti capacità
ANTINFIAMMATORIE: così facendo potenzia la capacità dell’infiammazione fisiologica di “risolvere” (“resolving”) il fattore lesivo o il danno in corso, riducendo la probabilità che essa diventi patologica, incapace di riparare i danni che l’organismo subisce, e per questo a-finalizzata, “non-resolving” e cronica. E’ questo il denominatore comune di tutte le patologie, prima acute e poi croniche.
Ha un effetto protettivo nei confronti delle avversità della vita, fisiche ed emotive, e dei traumi. Influenza sia il sistema immunitario, sia il sistema nervoso autonomo, che governa i processi fondamentali dell’esistenza.
E’ diventata oggetto di intense ricerche, per valutarne il potenziale ruolo come farmaco. Ruolo invece nient’affatto semplice, perché ha proprietà chimiche peculiari e sfuggenti. Per esempio, è molto attiva, reagisce rapidamente con altre molecole, fra cui la vasopressina, più antica e a cui somiglia, con effetti che cambiano in relazione al contesto. In più, ha recettori molto condizionati dalle prime esperienze vissute nella vita. Fatti che la rendono sfuggente sul fronte dell’uso come farmaco.

EFFETTI METABOLICI DELL’OSSITOCINA
L’ossitocina sembra comportarsi come un sensore dello stato nutrizionale in entrambi i sessi (maschio e femmina). Sembra che l’OXT abbia un effetto anoressico, portando a un minore apporto di energia attraverso la sua azione in molteplici percorsi omeostatici e neuro-comportamentali. La cosa interessante è che gli studi che abbiamo a disposizione mostrano la perdita di peso come risultato della perdita di massa grassa, non di massa magra.
I soggetti aumentano il loro dispendio energetico e diminuiscono la loro assunzione se esposti ad alti livelli di ossitocina.

L’ALTERAZIONE DEI LIVELLI DI OSSITOCINA è ancora oggetto di studio e di approfondimenti. I ricercatori, infatti, cercano di capire le dirette implicazioni fisiologiche sia in caso di bassi livelli di ossitocina, sia di alti. Ad esempio, uomini con l’ossitocina alta potrebbero essere più vulnerabili all’ingrossamento della ghiandola prostatica. Mentre nelle donne una carenza di questo ormone può rendere più difficoltoso il parto, ma soprattutto l’allattamento, nonché la risposta sessuale. È stato dimostrato, infatti, che le donne che presentano livelli più bassi di ossitocina raggiungono meno facilmente l’orgasmo di quelle che presentano valori ottimali.

La ricerca per le disfunzioni sessuali femminili non è ancora adeguatamente sviluppata. Tuttavia uno studio del 2015 pubblicato sulla rivista Fertility and Sterility e condotto su 32 donne, ha indagato proprio sul rapporto tra ossitocina e difficoltà sessuali femminili compresa la dispareunia, cioè dolore durante la penetrazione.

Il risultato emerso è che le donne trattate con ossitocina spray presentavano miglioramenti nella funzione sessuale. Ma una successiva indagine sul rapporto tra ormoni e disfunzioni sessuali femminili, non ha prodotto prove sufficienti per raccomandare l’uso dell’ossitocina per il trattamento della sessualità nelle donne.
Alcune ricerche, infine, stanno anche cercando di verificare il collegamento tra un basso livello di ossitocina e la depressione post-partum o alcuni disturbi come l’autismo, caratterizzato da un alterato funzionamento sociale (Secondo uno studio pubblicato sulla rivista PNAS (Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America), una singola dose dell’ormone, inalata tramite spray nasale, sarebbe in grado di aumentare l’attività cerebrale (in zone del cervello deputate alla socialità e al riconoscimento delle emozioni) nei bambini autistici durante le interazioni sociali).

COME AUMENTARE I LIVELLI DI OSSITOCINA
Esistono diversi comportamenti in grado di aumentare i livelli di ossitocina. Fra i più noti vi sono tutte le condizioni che facilitano il contatto fisico come baci, abbracci, massaggi e carezze e tutte quelle attività che riducono lo stress.
Visto che tutti preferiremmo terapie “naturali”, perché non valorizzare quei comportamenti che la aumentano naturalmente?
Per i nostri BAMBINI, più giochi di gruppo all’aria aperta, alla luce naturale, accrescono l’ossitocina e riducono ansia e disturbi di attenzione.
Per gli ADOLESCENTI, è indispensabile incoraggiare la vita reale, limitando l’uso esasperato e solitario della vita digitale. Ottimo incoraggiare la cura di un animale domestico, un gatto o un cane, ma anche giocare con i pony, straordinari attivatori di rilascio di ossitocina e riduzione del cortisolo, ormone dello stress, con effetto ansiolitico, come dimostrano molti studi.
Per gli ANZIANI, basta chiudersi in casa. Premia la salute uscire tutte le mattine a camminare, meglio se con un coniuge o un amico/a. Ottimi i corsi di ballo, tutto quello che riattiva la liturgia del corteggiamento e attiva i sistemi di ricompensa e le molecole della gioia, attraverso il movimento e la musica in un contesto di amici. Quando si visita una persona malata è terapeutico tenerle la mano, abbracciarla, accarezzarla con rispetto, gentilezza e tenerezza, a seconda del grado di parentela e intimità. L’amica ossitocina ci aiuta a curare, se ci ricordiamo che un gesto d’amore è la prima terapia.

OSSITOCINA e INTEGRATORI
Parimenti all’alimentazione l’utilizzo di alcuni integratori, che altro non sono se non la concentrazione dei principi attivi contenuti negli alimenti, può aiutare la stimolazione di produzione dell’ossitocina endogena e degli altri neurotrasmettitori come Dopamina, Fenilalanina, Serotonina ecc..

– ALGA KLAMATH: la feniletilamina contenuta in quest’alga è un neurotrasmettitore della famiglia degli alcaloidi, che agisce come stimolante del sistema nervoso centrale. La feniletilamina viene prodotta in grandi quantità nel cervello quando si è colpiti dall’amore a prima vista, motivo per cui a questo ormone, generalmente associato al benessere, è stato dato il soprannome di «ormone dell’amore».

– RHODIOLA ROSEA: viene utilizzata per i suoi benefici relativi alle funzioni cognitive. Aumentando i neurotrasmettitori (dopamina, noradrenalina, serotonina), questa pianta migliora la memoria, la concentrazione ma anche l’umore.

– REISHI E CORDYCEPS: il Reishi è sicuramente il fungo d’elezione, grazie alla sua capacità di regolare l’eccesso di cortisolo, che tiene accesi i processi infiammatori. Il Cordyceps Sinensis è un altro fungo molto utile perché è in grado di aumentare l’ingresso del pregnenolone all’interno delle cellule, e il pregnenolone è il precursore degli ormoni sessuali, che sono sbilanciati anche per colpa dell’eccesso di cortisolo. Il Cordyceps può essere assunto insieme al Reshi, anzi i due funghi insieme si potenziano e si completano nell’azione.

– SAM-e: la S-adenosil metionina (SAM-e) è una sostanza naturale che il corpo produce ed è coinvolta nella regolazione dell’umore e della serotonina.

– TRIGONELLA FOENUM-GRACECUM: è una pianta galattogoga con meccanismo ossitocico ipotizzato. Inibisce un enzima che media la produzione del testosterone. Controindicata in gravidanza per stimolazione dell’attività contrattile uterina.

– VERBENA OFFICINALIS: stimola la produzione di ossitocina come meccanismo locale uterino mediato dalle PGE2. Ha un congiunto effetto ansiolitico. Possibile interazione con la funzione tiroidea e controindicato in gravidanza.

– OCIMUM SANCTUM: è una pianta antiandrogena che diminuisce i livelli di testosterone. Ha dimostrato effetto ansiolitico e antidepressivo su cavia assieme alla diminuzione del comportamento testosteronico che media l’azione sedativa e ipnoinducente. Inibendo il cortisolo è anche un adattogeno. Controindicato in gravidanza. È una pianta bilanciata che gestisce gli eccessi di testosterone e al contempo sostiene l’umore con azione dopaminergica blanda.

– ANETHUM GRAVEOLENS: stimola l’ossitocina e la serotonina, ormoni sinergici nell’armonizzazione psicosomatica. Utilizzato tradizionalmente nella dismenorrea e insonnia e come anafrodisiaco, si legge nei testi antichi che “nell’uso prolungato nuoce alla vista e disseca lo sperma”. Controindicata in gravidanza.

Fonti:
• https://fondazionepatriziopaoletti.org/glossario/ossitocina/
• https://www.alessandragraziottin.it/it/div_audio.php/Ossitocina-l-ormone-dell-amore-della-salute-e-della-felicita?ID=36892

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