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Artrite reumatoide: studio stabilisce soglia ottimale di aderenza ai farmaci anti-TNF

Artrite acuta sindrome metabolica

Artrite reumatoide: una percentuale più elevata di giorni di copertura con inibitori del fattore di necrosi tumorale è associata ad un rischio minore di esiti avversi

Stando ai risultati di uno studio Usa pubblicato su Clinical Rheumatology, condotto in pazienti con artrite reumatoide (AR) beneficiari del programma di assistenza sanitaria pubblica Usa Medicare, una percentuale più elevata di giorni di copertura (PDC) con inibitori del fattore di necrosi tumorale (TNF) risulta essere associata ad un rischio minore di esiti avversi, ad eccezione delle visite in Pronto Soccorso.

Razionale e disegno dello studio
E’ noto, da dati pregressi di letteratura, che l’aderenza ai farmaci si associa ad effetti benefici sugli outcome di AR, scrivono i ricercatori nell’introduzione allo studio. Tuttavia, fino ad ora non era stata determinata una soglia convalidata specifica per i risultati relativi all’AR. Eppure, ribadiscono i ricercatori, la determinazione di una soglia di aderenza basata sull’evidenza è essenziale per guidare le decisioni terapeutiche e ottimizzare la qualità nella gestione della malattia.

A tal scopo, i ricercatori hanno condotto uno studio di coorte retrospettivo per determinare la soglia di aderenza ideale per gli inibitori del TNF tra i beneficiari del programma di assistenza sanitaria pubblica Medicare con AR.
Gli outcome primari dello studio comprendevano la valutazione dell’aderenza ai farmaci (stimata mediante PDC, ovvero la percentuale di giorni coperti dalla terapia), l’impiego di glucocorticoidi, l’incidenza di infezioni gravi, ricoveri ospedalieri e visite in Pronto Soccorso, oltre a un outcome composito di tutti questi eventi.

I ricercatori si sono concentrati principalmente sull’aderenza agli inibitori del TNF sottocute, identificandola come la variabile indipendente chiave. Sono state considerate sia le covariate variabili nel tempo che quelle tempo-invarianti, come i farmaci concomitanti, i tipi di inibitori del TNF, le comorbidità e le misure surrogate di gravità della malattia.

Risultati principali
Utilizzando i dati delle richieste di rimborso per prestazioni farmaceutiche nell’ambito del programma Medicare, sono stati in primo luogo identificati per l’inclusione nello studio pazienti adulti con una diagnosi precedente di AR che avevano iniziato l’assunzione del loro primo inibitore del TNF sottocute tra il 1° luglio 2012 e il 31 dicembre 2017.

I ricercatori hanno identificato 13.020 beneficiari del programma Medicare che avevano fatto almeno una richiesta di rimborso nel periodo specificato. Di questi, 1.190 persone sono state incluse nell’analisi attuale.
Il campione dello studio era composto prevalentemente da donne (80,5%) e il 13,8% dei soggetti era naïve ai DMARD. Il motivo principale dell’iscrizione a Medicare era rappresentato dall’essere percettori del sussidio di invalidità, mentre il 35,3% dei pazienti era stato iscritto in ragione del soddisfacimento di criteri anagrafici (età).

Tra i 1.190 pazienti inclusi nello studio, ben 865 (72,7%) hanno sperimentato almeno un outcome avverso tra quelli sopra indicati.
Nello specifico, l’outcome avverso più comune era rappresentato dal ricovero ospedaliero (39,1%), seguito dall’impiego di glucocorticoidi orali (36,6%), dalle visite in Pronto Soccorso (25,0%), dall’impiego di glucocorticoidi iniettabili (20,8%) e dalle infezioni gravi (16,1%).

Dall’analisi dei dati è emerso che un incremento del 10% dell’aderenza ai farmaci (PDC) era associato a rischi minori relativamente all’outcome composito ( hazard ratio [HR]: 0,98; IC95%: 0,96-1,00), all’impiego di glucocorticoidi orali (HR: 0,93; IC95%: 0,91-0,96) e all’ospedalizzazione (HR: 0,96; IC95%: 0,94-0,99); l’incremento dell’aderenza del 10%, invece, è stato collegato ad un rischio elevato di visite al pronto soccorso (HR: 1,04; IC95%: 1,01-1,07).

Le soglie di aderenza ottimale ai farmaci (PDC) sono state identificate come pari a 0,64 per l’outcome composito, a 0,59 per l’impiego di glucocorticoidi orali e a 0,56 per l’ospedalizzazione.
Sono state condotte, inoltre, analisi di sensibilità che hanno utilizzato i dati PDC relativi ai primi 365 giorni di terapia per 836 pazienti. Da queste è emerso che l’aderenza ai farmaci (PDC) era significativamente associata all’impiego di glucocorticoidi orali nei modelli di sopravvivenza (HR: 0,89; IC95%: 0,85-0,94), con una PDC media pari a 0,80 nel lasso di tempo previsto dal protocollo dello studio.

Riassumendo
Nel complesso, dai risultati di questo studio è emerso che “…la percentuale ottimale di giorni di copertura con farmaci anti-TNFi a 365 giorni, basata sui risultati clinici, è risultata essere pari, circa, al 60% – un valore inferiore rispetto al tradizionale 80% utilizzato per definire l’aderenza – scrivono i ricercatori nelle conclusioni del lavoro”.

Bibliografia
Harris JT et al. Estimation of optimal adherence threshold for tumor necrosis factor inhibitors in rheumatoid arthritis. Clin Rheumatol. Published online June 10, 2024. doi:10.1007/s10067-024-06971-y
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