Degenerazione maculare senile in forma secca e umida: ecco le terapie possibili


La degenerazione maculare senile è una malattia legata all’invecchiamento che colpisce la macula, ossia la porzione più centrale della retina: le cure possibili

smog crosslinking del collagene atrofia geografica faricimab

La degenerazione maculare senile è una malattia legata all’invecchiamento che colpisce la macula, ossia la porzione più centrale della retina. È la principale causa di perdita grave della visione centrale dopo i 55 anni. Si differenzia in una forma non essudativa o “secca” e in una forma essudativa o “umida”.

Al processo degenerativo maculare concorrono la sclerosi dei vasi localizzati sotto la retina (coroide), l’accumulo di lipidi e le alterazioni del metabolismo dell’epitelio pigmentato retinico (strato di cellule sottoretinico). In queste condizioni il fisiologico metabolismo della retina è impedito.

Come in tutte le patologie degenerative, anche per la degenerazione maculare senile non è possibile identificare una vera e propria causa, mentre si riconoscono alcuni fattori di rischio, ossia caratteristiche fisiche, oculari e sistemiche o comportamentali, che aumentano le probabilità di andare incontro alla malattia.

La DMS è una malattia multifattoriale nella quale gioca un ruolo fondamentale un equilibrio tra fattori ambientali, alimentazione, stili di vita in genere e genetica. Avere in famiglia persone con la DMS aumenta di circa 3 volte il rischio di contrarla. Ma attualmente sappiamo di più. Conosciamo oggi alcuni geni responsabili della malattia anche se gli studi sulla genetica evolvono e si sviluppano continuamente.

FRA I FATTORI DI RISCHIO MAGGIORI:
• Età= ne soffre circa l’8% della popolazione sopra ai 60 anni
• Fumo= è il secondo fattore di rischio
• Ereditarietà= aumenta il rischio di due volte
• Occhi chiari= aumentano il passaggio dei raggi ultravioletti
• Obesità
• Ipertensione
• Esposizione ai raggi UV

SINTOMI
Le manifestazioni cliniche più comuni includono:
• visione centrale offuscata o presenza di un piccolo punto cieco nel campo visivo che diventa progressivamente più grande e rende difficoltosa la lettura, la guida o lo svolgimento di attività quotidiane, nella degenerazione maculare secca;
• improvvisa perdita della visione centrale, con percezione di immagini sfocate e irregolari, nella degenerazione maculare umida;
• riduzione dell’acuità visiva;
• difficoltà a vedere in ambienti luminosi;
• difficoltà o incapacità a distinguere i volti delle persone e i particolari delle immagini;
• riduzione della capacità di adattamento dal buio alla luce.

Due studi clinici della NIH (Bethesda, Maryland) e University of Wisconsin-Madison School of Medicine – AREDS (Age-Related Eye Disease Study) – hanno monitorato la condizione di 546 occhi, di 406 partecipanti affetti da Degenerazione Maculare Senile (DMS), per un periodo di tre anni.
Nel primo studio – AREDS – si è dimostrato che un integratore contenente antiossidanti (vitamine C, E e beta-carotene), insieme a zinco (Zn) e rame (Cu), può rallentare la progressione della forma secca di DMS, dallo stadio intermedio a quello avanzato.
Nel secondo studio – AREDS2 – si è dimostrato che la sostituzione del beta-carotene con gli antiossidanti luteina e zeaxantina è ancora più efficace.
I risultati sono stati recentemente pubblicati sulla rivista Ophthalmology (Tiarnan D.L. Keenan, et al. https://doi.org/10.1016/j.ophtha.2023.09.013).
In tre anni, un supplemento quotidiano di antiossidante – sotto forma di integratori – è in grado di ridurre del 55% l’espansione delle regioni di “atrofia geografica” della macula verso la retina centrale.
Questi risultati sono molto importanti per una popolazioni ultra-50enne che inizia a confrontarsi con problemi di abbassamento della vista a causa dell’insorgere di forme di DMS.

Al momento esistono pochi trattamenti per l’DMS secca in fase avanzata, in grado di rallentare la perdita della visione centrale.
È noto che l’assunzione di integratori alimentari con specifiche combinazioni di antiossidanti e minerali può diminuire il rischio di progressione dalla degenerazione maculare legata all’età intermedia a quella tardiva, in particolare nel caso della forma neovascolare. Inoltre, alcuni studi osservazionali hanno dimostrato che una maggiore assunzione di specifici nutrienti è associata a un variazione del rischio di sviluppare la DMLE. In particolare, è stato osservato che un ridotto rischio di progressione della degenerazione maculare legata all’età è associato a un maggiore apporto di acidi grassi omega-3 e di carotenoidi (luteina e zeaxantina), assunti con l’alimentazione o tramite integratori.

Due recenti studi, condotti su più di 8000 pazienti, hanno dimostrato che l’adozione di una dieta mediterranea, e in particolare della sua componente ittica, è fortemente associata alla diminuzione della progressione verso la DMLE tardiva, in particolare verso l’atrofia geografica.
La DMS – in inglese AMD (“dry Age-related Macular Degeneration”) – è una degenerazione maculare che colpisce la porzione centrale della retina, detta macula, e si manifesta dopo i 50 anni, la cui incidenza aumenta con l’avanzare dell’età. Dopo i 55 anni, è la principale causa di abbassamento o perdita della vista. È descritta una forma non essudativa – o “secca” – e una forma essudativa – o “umida”.
In Italia più di un milione di persone (circa il 2% della popolazione) soffre di DMS. Nel mondo si stima una prevalenza di 0,44%; in genere la DMS è bilaterale e progressiva.

DIFFERENZA TRA “FORMA SECCA” E FORMA UMIDA”
Nella “forma secca” compaiono lesioni caratteristiche denominate “drusen”, accumuli di scorie cellulari che possono riassorbirsi o calcificare. Spesso la presenza di queste lesioni rimane a lungo asintomatica. Alle “drusen” possono seguire alterazioni atrofiche della retina, cioè la perdita di parte del tessuto retinico con conseguente calo della vista.
Nella “forma umida”, oltre alle lesioni, si forma una neo-vascolarizzazione anomala, sotto-retina, responsabile dell’evoluzione essudativa della degenerazione maculare, associata a forme di emorragie locali. La funzione visiva centrale ne risulta gravemente compromessa.

TRATTAMENTI CORRENTI
Il trattamento è differente, in base alla forma. Nella forma secca si consiglia una integrazione con antiossidanti quali zinco, vitamina C, vitamina E e beta-carotene, che esercitano un’azione protettiva sulla retina. Questi evitano l’evoluzione verso la “forma umida”.
La forma umida – DMS essudativa –– viene normalmente trattata con iniezioni intravitreali di farmaci antiangiogenici che contrastano la formazione di nuovi vasi (anti-VEGF e VEGF-Trap).

SINTOMI
I primi sintomi consistono nella difficoltà a leggere, con uno sfocamento delle parole, una riduzione della visione centrale e una distorsione delle linee dritte. La distorsione delle immagini è una chiara indicazione dell’insorgere della degenerazione maculare essudativa.

PREVENZIONE
La degenerazione maculare senile (DMS) si previene agendo su alcuni fattori di rischio come controllo dell’ipertensione sistemica, eliminazione del fumo di sigaretta e seguendo un’alimentazione corretta basata su frutta, verdura e pesce. Quest’ultimo, il suo alto contenuto di acidi grassi omega 3 è associato ad un minor rischio DMS.

ALIMENTI e INTEGRATORI CHE RIDUCONO IL RISCHIO DI PROGRESSIONE DELLA DMLE
Diversi nutrienti sono stati associati a un minor rischio di progressione della DMLE. Si tratta, in particolare, di acidi grassi polinsaturi a catena lunga (LC-PUFA), di omega-3, di minerali (ad es. rame, magnesio e selenio), di vitamine del gruppo B e di carotenoidi antiossidanti (ad esempio, β-carotene e luteina/zeaxantina). Sembra, quindi, che una dieta di tipo mediterraneo o l’assunzione di alcuni singoli componenti alimentari possano avere una parte importante nel contrastare la progressione di questa patologia.
Si pensa che a giocare un ruolo fondamentale sia il consumo di pesce. L’assunzione di LC-PUFA e omega-3 è stata, infatti, correlata a un minor rischio di progressione della DMLE, come è stato rilevato anche in molti studi pubblicati in Letteratura. Il motivo è che queste due tipologie di nutrienti producono metaboliti anti-infiammatori e anti-angiogenici.
Il pesce contiene anche grandi quantità di vitamine del gruppo B, alla cui assunzione è stata associata una riduzione del 34% dell’incidenza di DMLE. Un possibile meccanismo mediante il quale un’adeguata assunzione di acido folico e vitamine B6 e B12 proteggerebbe dalla DMLE potrebbe essere la prevenzione dell’aumento di omocisteina sierica. Quest’ultima, in quantità elevate, rappresenta infatti un fattore di rischio indipendente per malattie neurodegenerative e cardiovascolari ed è stata associata anche alla DMLE.
Anche alcuni minerali contenuti nel pesce, tra cui rame, ferro, magnesio e selenio, possono ridurre il rischio di progressione della DMLE.

Secondo le indicazioni dell’Efsa, per garantirsi buone capacità visive è necessario assumere 250 mg di DHA al giorno. Questo fabbisogno può essere facilmente soddisfatto inserendo all’interno di un’alimentazione sana ed equilibrata, che includa anche fonti di DHA (presente in pesci grassi come le sarde e il salmone), integratori di Omega 3 di origine marina. Puntare su fonti di origine terrestre (come le noci e i semi di lino) non ha molto senso, perché anziché DHA apportano il suo precursore (l’ALA, o acido alfa-linolenico), che purtroppo l’organismo umano non sa convertire efficientemente nei suoi derivati benefici per la vista.
Per lo stesso motivo, e alla luce dei risultati di questo studio che ha previsto l’utilizzo di Omega 3 di origine marina, anche chi è alla ricerca di integratori per occhi contro la maculopatia dovrebbe puntare su prodotti ottenuti da ingredienti come l’olio di pesce, l’olio di fegato di merluzzo, l’olio di krill e l’olio algale – un’ottima alternativa per chi non mangia pesce e derivati.
Non solo il pesce, ma anche frutta e verdura contengono abbondanti quantità di nutrienti antiossidanti, che sono associati a una diminuzione del rischio di progressione della DMLE. Questi includono vitamina C, carotenoidi pro-vitamina A (α-carotene, β-carotene e β-criptoxantina) e luteina/zeaxantina.

DEGENERAZIONE MACULARE SENILE E OMEGA-3: LA PROVA SCIENTIFICA
Gli acidi grassi Omega 3 diminuiscono significativamente il rischio di degenerazione maculare senile (DMLE). A dimostrarlo sono le ricerche condotte da William Christen e colleghi all’Harvard Medical School (Boston, Stati Uniti), pubblicate dalla rivista Archives of Ophtalmology, secondo cui l’efficacia degli Omega-3 – in particolare, dell’acido docosaesaenoico (DHA) e dell’acido eicosapentaenoico (EPA) – è talmente elevata da ridurre la probabilità di sviluppare questa malattia finanche del 45%.
Lo studio dei ricercatori di Boston ha coinvolto ben 38.022 donne il cui stato di salute è stato monitorato nel corso di dieci anni. Durante questo lungo periodo le partecipanti hanno compilato questionari riguardo alle proprie abitudini alimentari. Ne è risultato che le donne che consumavano i maggiori quantitativi di Omega-3 sotto forma di DHA avevano il 38% in meno di probabilità di sviluppare la degenerazione maculare senile e che anche alte dosi di EPA avevano un effetto simile, riducendo del 35% il rischio di incappare nel disturbo.
Non solo, l’efficacia degli integratori Omega-3 nella riduzione del rischio è paragonabile a quella del consumo quotidiano di pesce, che fa diminuire del 42% il rischio di questa forma di degenerazione maculare. Gli autori hanno spiegato che questo effetto è indipendente da altri fattori di rischio e, in base ai risultati ottenuti, hanno concluso che il consumo regolare di DHA ed EPA è associato a una significativa diminuzione del rischio di degenerazione maculare senile. Per questo l’assunzione di acidi grassi Omega-3 può essere utile nella prevenzione della malattia.

Fonte: https://www.oculistaitaliano.it/articoli/degenerazione-maculare-legata-alleta-e-integratori-alimentari/

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