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Viaggi nelle terre del nord e la Linea Gustav stasera su Rai 5

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“Finlandia, il popolo della foresta” per “Viaggi nelle terre del nord” e “La linea Gustav, storie dimenticate” stasera su Rai 5

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I territori nordici sono potenti stimoli per l’immaginazione, luoghi che evocano vasti e infiniti spazi selvaggi, una natura ricca e stupefacente, miti e tradizioni perpetuati. Sono un’ode al potere della Terra e degli elementi, che l’uomo rispetta e venera nell’arco della sua vita, consapevole di essere solo una piccola parte di questo mondo. Composto da cinque documentari interamente girati in 4K, “Viaggi nelle terre del nord”, in onda da domenica 22 settembre alle 21.15 su Rai 5, esplora queste regioni, proprio nel cuore della natura che circonda e protegge le persone.

Nel nord-est dell’Europa, al confine con il Mar Baltico, la Finlandia è un paese di transizione geografica e culturale tra la Russia e la Scandinavia, ma allo stesso tempo con un’identità molto distinta. L’identità finlandese è nata in questi paesaggi di una bellezza unica. Paesaggi in cui si intrecciano costantemente due elementi: l’acqua dolce di innumerevoli laghi e le onnipresenti foreste di un verde intenso. Queste ultime coprono tre quarti del territorio finlandese, il più boscoso d’Europa. Le glaciazioni quaternarie hanno plasmato il paesaggio e, sulla loro scia, hanno formato soprattutto gli harju. Per molto tempo queste lunghe dighe naturali sono state le uniche vie naturali attraverso i laghi e le paludi. Anche le paludi e le torbiere sono importanti in Finlandia e mantengono una presenza considerevole, coprendo quasi il 15 per cento del territorio.

A seguire, la linea Gustav (o “linea invernale”) fu una linea fortificata difensiva approntata in Italia, su disposizione data da Hitler il 4 ottobre 1943, dall’organizzazione Todt, durante la campagna d’Italia nella II Guerra Mondiale. Un luogo non solo fisico, raccontato da Lucrezia Lo Bianco nel doc “Linea Gustav, storie dimenticate”, in onda domenica 22 settembre alle 22.10 su Rai 5. La linea divideva in due la penisola italiana: a nord le truppe tedesche (nel territorio formalmente in mano alla Repubblica Sociale Italiana), a sud gli Alleati; si estendeva dalla foce del fiume Garigliano, al confine tra Lazio e Campania, fino a Ortona, comune costiero a sud di Pescara, passando per Cassino, le Mainarde, gli altipiani maggiori d’Abruzzo e la Maiella.

La sua funzione, che sfruttava il tratto più stretto della penisola italiana e gli ostacoli naturali costituiti dalle montagne appenniniche, era quella di ritardare l’avanzata degli Alleati, impedirgli di raggiungere Roma e tenerli impegnati affinché non potessero rinforzare la pressione sui fronti orientale e settentrionale. I tedeschi requisiscono le abitazioni più̀ signorili o strategicamente rilevanti, scavano trincee, costruiscono rifugi e razziano tutto il resto. È la tattica della “terra bruciata”: nessun riparo lasciato agli Alleati, nessun ristoro, nessuna persona che possa dargli informazioni o supporto. Il fronte si sposterà̀ solo a giugno 1944 quando le truppe tedesche si ritireranno dai paesi della Majella e dell’Alto Sangro, sulla linea Hitler posta poco più a nord, dopo la lunga e sanguinosa battaglia di Cassino, che segna il definitivo sfondamento della Linea Gustav. Lucrezia Lo Bianco ha deciso di ripercorrerla, incontrando artisti e geologi, storici e riti antichi, per raccontare un piccolo tratto della storia italiana.

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