Laboratorio per “bambin* trans e gender creative” all’Università Roma Tre: il Ministero avvia un’indagine per verificare requisiti di accesso ai fondi pubblici
Si apprende da fonti Mur che la ministra dell’Università e della ricerca, Anna Maria Bernini, ha dato mandato agli uffici del ministero di contattare l’Università Roma Tre allo scopo di acquisire, in tempi rapidi, informazioni circa il laboratorio per ‘Bambin* trans e gender creative’.
In particolare, Bernini ha chiesto di verificare se il progetto corrisponda ai requisiti previsti dal bando che ha consentito all’Università di accedere a fondi pubblici.
RAMPELLI (VPC-FDI): INTERROGAZIONE A BERNINI
Sul caso interviene anche il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia, il quale ha specificato di aver depositato un’interrogazione alla ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini.
“Coinvolgere i bambini di cinque anni è inaccettabile. Il laboratorio ‘Bambin* trans e gender creative’, organizzato dal dipartimento Scienza della Formazione dell’Università Roma Tre è un colpo ferale alla libertà dei minori di crescere senza condizionamenti né coercizioni indotte – afferma Rampelli – , così come alle mamme e ai papà espropriati del loro diritto dovere di educare e formare i loro figli in un’età così delicata – aggiunge il vicepresidente della Camera – . Il laboratorio, che si rivolge alla fascia 5-14 anni, coinvolge perfino bambini e bambine in età prescolare. Prima ancora che imparino a leggere, scrivere e parlare correntemente, si vorrebbe insegnare loro che maschio e femmina sono parole interscambiabili. Siamo alla follia ideologica, per di più finanziata con i soldi pubblici del PNRR. La nostra condanna è totale e assoluta”. “Liberiamo scuola e università dalle insidie rappresentate da un manipolo di esaltati con i neuroni bruciati dell’ideologia gender – aggiunge Rampelli – . Degenerazione che cerca d’insinuarsi nel percorso formativo di una creatura grazie alla sinistra: bambini e ragazzi non sono più scolari e studenti ma cavie su cui sperimentare astrazioni che alla lunga creeranno disagi psicologici gravi. Il fatto che questa vergogna venga finanziata con i soldi dei cittadini è intollerabile. Ribadiamo che ogni adulto è libero di fare le sue scelte e deve vedersi riconosciuti i medesimi diritti, omo, etero o altro, ma giù le mani dai nostri bambini. Con un’interrogazione al Ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, è mia intenzione chiarire se l’Università di Roma Tre sia a conoscenza di quanto sta avvenendo e chiedere di interrompere questo corso liberticida”, conclude Rampelli.
RADFEM: BAMBINI TRANS NON ESISTONO, SIANO LIBERI
In una nota intervengono anche Radfem Italia e Rete per l’Inviolabilità del Corpo femminile: “L’associazione Radfem Italia apprende con stupore e raccapriccio che l’Università di Roma Tre ha creato con i soldi pubblici un progetto ludico per bambini trans e gender creative da 5 a 14 anni che si terrà il 28 settembre a Roma. I bambini trans e gender creative non esistono. I bambini devono essere lasciati liberi di esplorare la propria sessualità e gli adulti non devono in alcun modo interferire. Si tratta di un’iniziativa che mette a rischio la salute psichica e fisica dei bambini esponendoli a teorie prive di basi scientifiche che potrebbero portarli su un percorso di medicalizzazione a vita. La nostra università dovrebbe battersi contro gli stereotipi e non avallare tesi per cui se giochi con le bambole e ti piace il rosa sei nato nel corpo sbagliato. A cinque anni poi”.