Genio o buffone? Rivoluzionario o uomo del Regime? Filippo Tommaso Marinetti al centro dello speciale di Art Night stasera su Rai 5
La parabola di Marinetti è quella di un pioniere e l’aeroplano è il simbolo che meglio rappresenta l’avventura di vita di un uomo e di un artista che sperimentò sulla propria pelle il desiderio di decollare. Genio o buffone? Rivoluzionario o uomo del Regime? Filippo Tommaso Marinetti è ancora oggi, a quasi 80 anni dalla sua morte, un enigma difficile da risolvere. Di lui si ricordano gli eccessi, i colpi di teatro, la dirompente voglia di cambiare tutto, di sconvolgere l’ordine delle cose e radere al suolo il passato per esaltare il nuovo, il moderno, il mondo che verrà. Dopo “Formidabile Boccioni” e “Balla. Il signore della luce”, “Art Night” con Neri Marcorè propone un terzo appuntamento con il futurismo, dal titolo “L’aeroplano di Marinetti”, di Eleonora Zamparutti e Piero Muscarà, prodotto da Arte.it originals, in collaborazione con Rai Cultura, in onda mercoledì 25 settembre alle 21.15 su Rai 5.
Filippo Tommaso Marinetti è il padre del Futurismo, la dimostrazione vivente che le parole possono cambiare il mondo. Il suo Manifesto ha dato vita alla più importante avanguardia artistica del XX secolo. È una traiettoria straordinaria e terribile al tempo stesso, che si intreccia con un periodo storico, quello di inizio secolo, che ha visto la rivoluzione scientifica, tecnologica e industriale trasformare il pianeta con una forza e a una velocità mai sperimentate prima. Marinetti fu uno dei più importanti esponenti della società italiana del ventennio, amico di Mussolini. Gli costò cara quell’amicizia, pur critica, che finì per comprometterlo irrimediabilmente. Marinetti puntò il muso del suo immaginario apparecchio volante verso il sole di un avvenire forse irraggiungibile, comunque impossibile da realizzare nel contesto reale della società italiana. Finì per schiantarsi a terra lasciando dietro di sé solo frammenti, tracce, esperimenti che per lungo tempo furono seppelliti e volutamente dimenticati dagli uomini che vennero dopo di lui.
Anche le opere della sua geniale invenzione, l’Aeropittura – che finì per abbracciare ogni ambito artistico – dopo la sua morte vennero nascoste nei depositi dei musei. Solo recentemente si è cominciato a legittimare quell’arte. “L’aeroplano di Marinetti” è un documentario con gli interventi di numerosi critici ed esperti che intreccia su piani narrativi paralleli l’avanguardia nell’arte, nella politica e nella società in Italia ai primi del Novecento. La novità rappresentata dal Manifesto dell’Aeropittura, pubblicato nel 1929 come espressione del secondo Futurismo con i suoi campioni – Tato, Gerardo Dottori, Tullio Crali e molti altri – si incrocia al racconto degli esordi dell’aviazione italiana con i primi aeroplani di Gianni Caproni e di altre nuovissime industrie italiane, che insieme divennero il più potente strumento di propaganda di un regime che della modernità voleva fare la propria bandiera, ma che nella realtà tradì le speranze di una società, quella italiana, incapace di un reale cambiamento.