La tirzepatide di Eli Lilly sta alzando la posta in gioco nella battaglia dei trattamenti anti obesità: ha quasi eliminato il rischio di progressione verso il diabete di tipo 2
La tirzepatide di Eli Lilly sta alzando la posta in gioco nella battaglia dei trattamenti anti obesità, annunciando martedì che il suo co-agonista GLP-1/GIP tirzepatide ha quasi eliminato il rischio di progressione verso il diabete di tipo 2 negli adulti obesi o in sovrappeso con pre-diabete. La notizia ha fatto salire le azioni della società farmaceutica di circa il 5% sospingendo il valore dell’azienda a oltre 900 miliardi di dollari.
Dopo aver seguito i pazienti per 176 settimane, lo studio di fase III SURMOUNT-1 ha rilevato che i pazienti pre-diabetici trattati con tirzepatide a cadenza settimanale hanno registrato una riduzione del 94% del rischio di progredire verso il diabete di tipo 2. La tirzepatide ha inoltre determinato una consistente perdita di peso per tutto il periodo dello studio, con la dose più alta di 15 mg che ha portato a una riduzione media del 22,9% del peso corporeo.
Jeff Emmick, vicepresidente senior di Lilly per lo sviluppo dei prodotti, ha dichiarato che questi ultimi dati di SURMOUNT-1 “rafforzano i potenziali benefici clinici della terapia a lungo termine per le persone affette da obesità e prediabete”. La casa farmaceutica Usa sottoporrà questi risultati alla pubblicazione su una rivista specializzata e li presenterà alla ObesityWeek 2024 a novembre.
L’analista di BMO Capital Markets Evan Seigerman è rimasto impressionato dai dati di Lilly, scrivendo in una nota agli investitori che “non si vedono numeri del genere nel settore metabolico”. I risultati di SURMOUNT-1 “stabiliscono con fermezza l’applicazione della tirzepatide in un contesto di prevenzione”, ha scritto Seigerman, osservando che la lettura dei dati aiuta anche la casa farmaceutica a stabilire i benefici a lungo termine della tirzepatide indipendentemente dalla perdita di peso, che è “fondamentale per il rimborso e l’adozione”.
I partecipanti al SURMOUNT-1 erano in sovrappeso o obesi, con un indice di massa corporea di almeno 30 kg/m2 o 27 kg/m2, rispettivamente, e avevano ricevuto in precedenza una diagnosi di comorbidità legata al peso, come ipertensione, dislipidemia e apnea ostruttiva del sonno. I partecipanti avevano anche un’anamnesi di almeno un programma dietetico infruttuoso per perdere peso.
La tirzepatide è stata somministrata in tre dosi (5 mg, 10 mg e 15 mg) per integrare le modifiche dello stile di vita, tra cui una dieta a basso contenuto calorico e una maggiore attività fisica. Nel giugno 2022, Lilly ha pubblicato i dati di 72 settimane di
SURMOUNT-1, evidenziando il potenziale terapeutico della tirzepatide per l’obesità. Alla dose più bassa, i pazienti hanno perso in media il 15% del loro peso corporeo, salendo rispettivamente al 19,5% e al 20,9% nei due livelli di dose più elevati.
SURMOUNT-1 ha poi seguito più di 1.000 pazienti con pre-diabete al basale per altre 104 settimane per valutare gli effetti a lungo termine della tirzepatide sul peso e sulla progressione della malattia. La lettura di appena presentata deriva da questo monitoraggio prolungato.
Durante un periodo di follow-up fuori trattamento della durata di 17 settimane, coloro che avevano interrotto la tirzepatide hanno iniziato a riprendere peso e hanno avuto un certo aumento della progressione verso il diabete di tipo 2, con una riduzione dell’88% (p<0,0001, controllato per l’errore di tipo 1) del rischio di progressione verso il diabete di tipo 2 rispetto al placebo.
Il profilo complessivo di sicurezza e tollerabilità della tirzepatide nel corso dello studio di 193 settimane è stato coerente con i risultati primari precedentemente pubblicati a 72 settimane in SURMOUNT-1 e in altri studi clinici con tirzepatide condotti per la gestione cronica del peso. Gli eventi avversi più frequentemente riportati sono stati tipicamente di natura gastrointestinale e generalmente di gravità lieve o moderata. Gli eventi avversi gastrointestinali più comuni nei pazienti trattati con tirzepatide sono stati diarrea, nausea, costipazione e vomito.
Lilly ha recentemente riferito che tirzepatide ha ridotto del 38% il rischio di complicanze da insufficienza cardiaca (HF) rispetto al placebo dopo due anni nello studio di Fase III SUMMIT, che ha arruolato pazienti affetti da obesità e HF con frazione di eiezione conservata. La casa farmaceutica amerticana ha inoltre presentato i risultati positivi degli studi SURMOUNT-OSA sull’apnea ostruttiva del sonno e sull’obesità.
Sono in corso anche studi sulla tirzepatide nella malattia renale cronica e sulla morbilità/mortalità nell’obesità.
La tirzepatide, un agonista dei recettori GIP e GLP-1, agisce attivando i due recettori ormonali. Il GLP-1 è un regolatore dell’appetito e dell’assunzione di calorie. Studi non clinici suggeriscono che l’aggiunta di GIP possa contribuire ulteriormente alla regolazione dell’assunzione di cibo. La tirzepatide riduce l’assunzione di calorie e gli effetti sono probabilmente mediati dall’appetito. Inoltre, la tirzepatide stimola la secrezione di insulina in modo glucosio-dipendente. La tirzepatide aumenta la sensibilità all’insulina nei pazienti con diabete mellito di tipo 2 e questi effetti possono portare a una riduzione della glicemia.
Con tirzepatide, Lilly occupa una posizione dominante nel mercato in rapida crescita dell’obesità, accanto al leader Novo Nordisk. La casa farmaceutica danese possiede l’agonista del recettore GLP-1 semaglutide, commercializzato come Ozempic per il diabete e Wegovy per la perdita di peso.