Artrite reumatoide: la supplementazione di acidi grassi omega-3 sembra migliorare i profili lipidici, ridurre i trigliceridi e diminuire la conta delle articolazioni dolenti
La supplementazione di acidi grassi omega-3 sembra migliorare i profili lipidici, ridurre i trigliceridi e diminuire la conta delle articolazioni dolenti (TJC) nei pazienti con artrite reumatoide (AR), mentre ha mostrato effetti limitati sui livelli di CRP, di VES e sui punteggi DAS28 di attività di malattia nei pazienti con AR.
Queste le conclusioni di una metanalisi pubblicata su Clinical Rheumatology.
Razionale e obiettivo dello studio
Gli acidi grassi omega-3, noti per i loro effetti antinfiammatori e di modificazione dei lipidi, hanno dato risultati contrastanti in termini di miglioramento dei sintomi dell’AR e dei profili lipidici, spiegano i ricercatori nell’introduzione allo studio.
Di qui la nuova metanalisi che si è proposta di chiarire gli effetti della supplementazione di omega-3 sulla distribuzione degli acidi grassi, sui profili lipidici, sull’infiammazione e sull’attività della malattia nei pazienti con AR.
Risultati principali
Per prima cosa, i ricercatori hanno condotto un’analisi sistematica della letteratura, condotta sui principali database bibliografici biomedici, al fine di individuare tutti gli studi controllati e randomizzati pubblicati fino ad agosto dello scorso anno che avevano coinvolto pazienti adulti con AR e che riportavano l’assunzione di acidi grassi omega-3 per via orale.
La ricerca sistematica della letteratura ha portato ad identificare 18 studi, per un totale di 1.018 pazienti coinvolti. Su questi studi è stata condotta la successiva metanalisi.
Dai risultati è emerso che la supplementazione di acidi grassi omega 3 era stata in grado di incrementare in modo statisticamente significativo i livelli di acido eicosapentaenoico e di acido docosaesaenoico rispetto ai gruppi di controllo: le differenze medie standardizzate (SMD) sono risultate pari, rispettivamente, a 0,74 (IC95%: 0,46-1,01) e a 0,62 (IC95%: 0,35-0,89) (p<0,001 per entrambi).
Non solo: il gruppo sottoposto a supplementazione ha mostrato una riduzione del rapporto omega-6:omega-3 (SMD: -1.06; IC95%: da -1,39 a -0,73; P <0,001) e una riduzione dei livelli di trigliceridi (SMD: -0,47; IC95%: -0,78 a -0,16; P =0,003) rispetto ai controlli.
In termini di misurazioni cliniche, è stata documentata una riduzione rilevante di TJC nel gruppo sottoposto a supplementazione con omega-3 (SMD: -0.59; IC95%: da -0,79 a -0,39; P <0,001).
Da ultimo, la supplementazione di omega-3 è risultata associata ad una riduzioni lievi e non significative di alcuni marcatori di infiammazione:
– VES (SMD: -0,11; IC95%: da -0,46 a 0,23; P =0,526)
– CRP (SMD: -0,08; IC95%; da -0.38 a 0,22; P =0,592)
Inoltre, l’intervento di supplementazione è risultato associato anche ad una riduzione lieve e non significativa del punteggio DAS28 di attività di malattia (SMD: -0,3; IC95%: da -0,68 a 0,09; P =0,135).
Limiti dello studio
Nel commentare I risultati, i ricercatori hanno ammesso alcuni limiti metodologici intrinseci dello studio, quali l’esistenza di squilibri relativi ad alcuni parametri al basale tra i pazienti che erano ricorsi o meno all’intervento di supplementazione. Altri limiti segnalati dagli autori sono stati quello relativo all’esistenza di variazioni, a livello di dose di assunzione di acidi grassi omega-3, tra gli studi utilizzati per la metanalisi, nonchè la breve durata dei follow-up.
Bibliografia
Wang W et al. Effects of omega-3 supplementation on lipid metabolism, inflammation, and disease activity in rheumatoid arthritis: a meta-analysis of randomized controlled trials. Clin Rheumatol. Published online June 26, 2024. doi:10.1007/s10067-024-07040-0
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