Prevenire la depressione: nuovi studi si focalizzano su rete di salienza frontostriatale


Una specifica rete cerebrale coinvolta nell’elaborazione delle ricompense e nell’attenzione agli stimoli, chiamata rete di salienza frontostriatale, è significativamente più grande nelle persone con depressione

La psicoterapeuta e presidente EURODAP, Eleonora Iacobelli, interviene in occasione della Giornata europea della Depressione

Uno studio pubblicato su Nature ha rilevato che una specifica rete cerebrale coinvolta nell’elaborazione delle ricompense e nell’attenzione agli stimoli, chiamata rete di salienza frontostriatale, è significativamente più grande nelle persone con depressione. Questa caratteristica sembra essere stabile nel tempo, non influenzata dai cambiamenti di umore, e può essere individuata anche nei bambini prima che sviluppino sintomi depressivi.

Un biomarcatore di depressione?
I ricercatori hanno utilizzato una nuova tecnica di mappatura cerebrale per confrontare il cervello di persone con depressione con quello di soggetti sani. Hanno scoperto che la rete di salienza frontostriatale era quasi il doppio nelle persone depresse rispetto ai controlli sani. Questo aumento di dimensioni è risultato stabile nel tempo, indipendentemente dall’evoluzione dei sintomi depressivi, suggerendo che potrebbe essere un tratto fisso del cervello di chi soffre di depressione.

Charles Lynch, neuroscienziato del Weill Cornell Medicine di New York e autore principale dello studio, ha spiegato che questa espansione può essere rilevata anche nei bambini che, pur non avendo sintomi di depressione al momento delle scansioni cerebrali, sviluppano successivamente la malattia. Questo significa che la rete di salienza potrebbe funzionare come un “biomarcatore”, un segnale fisico nel cervello che indica un rischio di depressione prima ancora della comparsa dei sintomi.

Come è stata effettuata la scoperta?
La tecnica utilizzata dai ricercatori, chiamata “mappatura funzionale di precisione”, è un metodo innovativo che raccoglie una grande quantità di dati attraverso scansioni MRI prolungate. Questo consente di creare mappe dettagliate delle reti cerebrali specifiche di ogni individuo, piuttosto che fare affidamento su medie di gruppo, come avviene solitamente. In questo studio, sono stati analizzati i cervelli di 141 adulti con depressione maggiore e 37 soggetti sani di controllo.

Il team ha osservato che la rete di salienza, coinvolta nel gestire le ricompense e l’attenzione, era significativamente più grande nelle persone con depressione, coprendo in media il 73% in più della superficie corticale rispetto ai soggetti sani. Questi risultati sono stati replicati in ulteriori campioni, confermando che l’espansione della rete è una caratteristica persistente nel tempo.

Implicazioni per la diagnosi e il trattamento
Secondo i ricercatori, l’espansione della rete di salienza potrebbe rappresentare un fattore di rischio stabile per la depressione, piuttosto che essere una conseguenza della malattia. Le analisi condotte su un gruppo di bambini confermano questa ipotesi: coloro che hanno sviluppato sintomi depressivi durante l’adolescenza avevano una rete di salienza più grande già prima della comparsa dei sintomi, rispetto a quelli che non hanno mai manifestato depressione.

Shaheen Lakhan, neurologo e ricercatore, ha commentato che questa scoperta potrebbe rivoluzionare il modo in cui la depressione viene diagnosticata e trattata. Identificare precocemente l’espansione di questa rete cerebrale potrebbe consentire l’implementazione di strategie preventive e trattamenti personalizzati, mirati alle caratteristiche neurobiologiche specifiche di ogni paziente.

Lakhan ha suggerito che tecniche come la stimolazione cerebrale profonda e la stimolazione magnetica transcranica potrebbero essere utilizzate per modulare questa rete, aprendo nuove strade per la medicina di precisione nel trattamento della depressione.

Un nuovo approccio per combattere la depressione?
Teddy Akiki, del Dipartimento di Psichiatria di Stanford, ha sottolineato l’importanza di questa scoperta, osservando che la differenza nella dimensione della rete di salienza tra individui depressi e sani è molto più pronunciata rispetto a quanto rilevato in precedenti studi di neuroimaging sulla depressione. Questo, unito alla stabilità nel tempo dei dati, rende l’espansione della rete di salienza un potenziale marcatore di rischio solido per la depressione, piuttosto che un indicatore temporaneo.

In conclusione, sebbene rimanga da verificare se interventi mirati alla rete di salienza possano prevenire o curare la depressione, questa ricerca offre nuove e promettenti prospettive per la diagnosi precoce e il trattamento personalizzato della malattia.

Charles J. Lynch et al., Frontostriatal salience network expansion in individuals in depression, Nature (2024