Le donne in post-menopausa con una storia di utilizzo della terapia ormonale sono risultate biologicamente più giovani rispetto a quelle che non ne avevano mai fatto uso
Le donne in post-menopausa con una storia di utilizzo della terapia ormonale sono risultate biologicamente più giovani rispetto a quelle che non ne avevano mai fatto uso, indipendentemente dal background socioeconomico, secondo quanto rilevato da uno studio pubblicato sulla rivista JAMA Network Open.
«Abbiamo scoperto che l’uso della terapia ormonale era correlato a un ritmo di invecchiamento biologico più lento, specialmente nelle donne in post-menopausa con uno status socioeconomico svantaggiato» ha affermato l’autore Chenglong Li, ricercatore post-dottorato presso il National Institute of Health Data Science dell’Università di Pechino. «Inoltre abbiamo scoperto che il ritmo di invecchiamento biologico più lento era più evidente nelle donne in post-menopausa che ricevevano la terapia ormonale dopo i 55 anni o che storicamente l’avevano utilizzata per 4-8 anni, supportando l’ipotesi che ci sia un momento più appropriato per assumere questi farmaci».
A causa dell’invecchiamento della popolazione in tutto il mondo sta aumentando l’attenzione al processo di invecchiamento e ai fattori che vi contribuiscono. Tra le misure sviluppate per misurare il processo di invecchiamento è ampiamente utilizzata l’età biologica, valutata utilizzando l’età fenotipica. L’età fenotipica è derivata utilizzando un approccio di machine learning in grado di catturare i rischi di morbilità e mortalità in diverse popolazioni, indipendentemente dall’età cronologica.
Tra i fattori coinvolti nella salute delle donne, la terapia ormonale è stata al centro di molta attenzione, hanno premesso gli autori. La menopausa è associata alla perdita di produzione di estrogeni da parte delle ovaie, inoltre esiste un’associazione tra menopausa e processo di invecchiamento biologico, a sottolineare una necessità urgente di affrontare l’invecchiamento accelerato nelle donne in post-menopausa.
Valutazione della discrepanza tra età cronologica e biologica
Per approfondire le associazioni tra l’uso della terapia ormonale e la discrepanza di età fenotipica nelle donne in post-menopausa, i ricercatori hanno condotto uno studio di coorte retrospettivo basato sulla popolazione utilizzando i dati di oltre 117mila donne in post-menopausa con un’età media di 60,2 anni registrate nella UK Biobank. Al basale tutte le donne hanno completato un sondaggio che forniva dati sull’uso della terapia ormonale e sui biomarcatori dell’invecchiamento biologico. È stato inoltre valutato lo stato socioeconomico in base a istruzione, reddito familiare, occupazione e Townsend Deprivation Index per capire se avesse un ruolo modificante sui risultati.
L’indice Townsend è una misura della deprivazione materiale all’interno di una popolazione che incorpora quattro variabili, ossia lo stato di disoccupazione (come percentuale dei soggetti con più di 16 anni che sono economicamente attivi), il non possedere un’auto, il non possedere una casa e il sovraffollamento delle famiglie. Dalla misurazione risulta un punteggio che, se più elevato, implica un grado maggiore di deprivazione.
L’outcome primario era la discrepanza tra l’invecchiamento cronologico (il numero di anni trascorsi dalla nascita di una persona) e biologico (lo stato reale di invecchiamento del corpo), valutato utilizzando l’età fenotipica convalidata calcolata tramite l’età cronologica e nove biomarcatori, mentre gli esiti secondari includevano la mortalità per tutte le cause e per cause specifiche.
Nel modello di analisi utilizzato nello studio, un valore positivo di discrepanza di età fenotipica rappresenta una maggiore anzianità biologica, mentre un valore di discrepanza negativo rappresenta un individuo biologicamente più giovane.
Invecchiamento biologico più lento con la terapia ormonale
Complessivamente il 40,3% delle donne in post-menopausa ha riferito di non aver mai utilizzato la terapia ormonale. Per tutte le partecipanti l’età fenotipica media era pari a 52,1 anni.
L’uso attuale o precedente della terapia ormonale era associato a 0,17 anni in meno di discrepanza dell’invecchiamento rispetto al non utilizzo (P<0,001), una differenza più evidente per le donne che avevano iniziato la terapia ormonale sostitutiva all’età di almeno 55 anni e per quelle che ne avevano fatto uso per 4-8 anni, con rispettivamente 0,32 e 0,25 anni in meno di discrepanza di invecchiamento.
L’uso attuale o precedente della terapia ormonale sostitutiva era associato a una minore discrepanza di invecchiamento, indipendentemente dallo stato socioeconomico, che era più evidente per le donne con un basso stato socioeconomico. I ricercatori hanno osservato delle interazioni per l’istruzione superiore e di altro tipo, con rispettivamente 0,08 e 0,23 anni in meno di discrepanza di invecchiamento (P=0,02).
Inoltre il 12,7% delle associazioni con la mortalità per tutte le cause è stato spiegato da legami tra l’uso della terapia ormonale sostitutiva e la discrepanza di invecchiamento fenotipica. Per la mortalità causa-specifica, il 19,3% delle associazioni con la mortalità per cause cardiovascolari e l’8,3% delle associazioni con la mortalità per cancro sono state spiegate da legami tra uso di terapia ormonale e discrepanza fenotipica nell’invecchiamento.
«Per via della natura osservazionale dello studio non siamo stati in grado di trarre conclusioni formali sulle relazioni causali tra terapia ormonale sostitutiva e invecchiamento biologico» ha spiegato Li. «Per confermare i nostri risultati sono necessarie ulteriori ricerche, in particolare studi clinici randomizzati controllati di alta qualità».
Referenze
Liu Y, Li C. Hormone Therapy and Biological Aging in Postmenopausal Women. JAMA Netw Open. 2024 Aug 1;7(8):e2430839.