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Bpco: dallo studio MATINEE dati positivi per mepolizumab

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GSK ha annunciato i risultati positivi di MATINEE, uno studio clinico di fase III che valuta mepolizumab per la Bpco

Buone notizie per GSK in ambito respiratorio. L’azienda britannica ha annunciato i risultati positivi di MATINEE, uno studio clinico di fase III che valuta mepolizumab, un anticorpo monoclonale che ha come bersaglio l’interleuchina-5 (IL-5) negli adulti con broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO).

Lo studio ha reclutato pazienti affetti da BPCO con un’ampia presentazione clinica di bronchite cronica e/o enfisema, che ricevevano una terapia di mantenimento inalatoria ottimizzata. MATINEE ha raggiunto l’endpoint primario con l’aggiunta di mepolizumab alla terapia inalatoria di mantenimento e i risultati dello studio hanno mostrato una riduzione statisticamente significativa e clinicamente rilevante del tasso annualizzato di esacerbazioni moderate/gravi rispetto al placebo nei pazienti trattati fino a 104 settimane.

I risultati preliminari sulla sicurezza sono coerenti con il profilo di sicurezz.a noto di mepolizumab. Ulteriori analisi di questi dati sono in corso.

GSK non ha pubblicato alcun dato sullo studio, ma prevede di illustrarlo in dettaglio in occasione di un prossimo incontro scientifico e di condividerlo con le agenzie regolatorie.

Il programma di sviluppo di mepolizumab per la BPCO
Il programma mepolizumab nella BPCO è composto da tre studi clinici. I primi due studi, METREX e METREO, si sono conclusi nel 2017 con risultati contrastanti tanto è vero che nel 2018  l’Fda non approvò il farmaco e chiese all’azienda unovi dati.

MATINEE è stato progettato per integrare METREX e METREO, basandosi sui risultati di questi studi e sulla scienza dell’IL-5 per identificare i pazienti che potrebbero trarre i maggiori benefici da Nucala e supportare le future richieste e approvazioni per l’uso in questa indicazione.

MATINEE è uno studio multicentrico, randomizzato, controllato con placebo, in doppio cieco e a gruppi paralleli. Lo studio è stato disegnato per confermare i benefici del trattamento con mepolizumab sulle esacerbazioni moderate o gravi in 806 partecipanti con BPCO che sono stati randomizzati a ricevere mepolizumab, o un placebo, come aggiunta alla loro terapia di mantenimento ottimizzata per la BPCO per almeno 52 settimane e fino a un massimo di 104 settimane.

Informazioni su mepolizumab
Approvato per la prima volta nel 2015 negli Stati Uniti per l’asma grave con fenotipo eosinofilo, mepolizumab è un anticorpo monoclonale che ha come bersaglio e si lega all’interleuchina-5 (IL-5), una proteina messaggera (citochina) chiave nell’infiammazione di tipo 2. Nucala è stato sviluppato per il trattamento di una serie di malattie mediate dall’IL-5 e associate all’infiammazione di tipo 2 quali la rinosinusite cronica e la sindrome ipereosinofila, tra le altre indicazioni.

Scenario competitivo nella BPCO
Se mepolizumab verrà approvato per la BPCO, non sarà l’unica nuova opzione. Dupilumab di Sanofi e Regeneron, è stao recentemente autorizzato nell’UE per la BPCO. Nello studio di fase 3 NOTUS, dupilumab più la terapia standard ha ridotto le esacerbazioni del 34% rispetto al placebo. L’Fda dovrà decidere se approvare il farmaco entro il 27 settembre, a seguito di una proroga di tre mesi rispetto alla data originale prevista.

A giugno, la Fda ha dato il via libera all’ensifentrina di Verona Pharma, che rappresenta il primo nuovo trattamento di mantenimento per la BPCO con un meccanismo innovativo in oltre due decenni. L’ensifentrina ha come bersaglio gli enzimi PDE3 e PDE4.

AstraZeneca e Amgen stanno studiando il loro anticorpo monoclonale tezepelumab, mirato al TSLP, per la BPCO. Più avanti nella pipeline, Uniquity Bio sta lavorando su un ex candidato di Merck chiamato solrikitug, che ha recentemente avanzato alla fase 2 di sviluppo.

BPCO
La BPCO colpisce più di 300 milioni di persone in tutto il mondo ed è la terza causa di morte a livello mondiale e le riacutizzazioni rappresentano la maggior parte dell’onere totale della BPCO sul sistema sanitario.2I pazienti affetti da BPCO presentano un’infiammazione cronica che porta a sintomi respiratori persistenti, come dispnea e tosse produttiva. Le riacutizzazioni sono episodi acuti di peggioramento dei sintomi della BPCO e possono portare all’ospedalizzazione, a danni polmonari irreversibili e cumulativi o alla morte. Molti pazienti continuano a sperimentare le riacutizzazioni nonostante il trattamento standard, il che significa che c’è bisogno di terapie mirate che affrontino la patobiologia sottostante.

Fino al 40% dei pazienti ha evidenza di un’infiammazione di tipo 2 che determina le esacerbazioni. La conta degli eosinofili nel sangue è un biomarcatore dell’infiammazione di tipo 2 che può essere facilmente misurato con un semplice esame del sangue e che indica il rischio di esacerbazione e di deterioramento del paziente e la risposta al trattamento nella BPCO.

L’IL-5 è una citochina centrale nell’infiammazione di tipo 2. È la principale proteina responsabile dell’infiammazione di tipo 1 e di quella di tipo 3. È una delle principali proteine responsabili della crescita, della maturazione, dell’attivazione e della sopravvivenza degli eosinofili, un tipo di globuli bianchi implicati nella patogenesi delle malattie infiammatorie di tipo 2. Le prove indicano che l’IL-5 ha un impatto su altri tipi di cellule oltre agli eosinofili, comprese quelle che contribuiscono all’infiammazione, al rimodellamento polmonare e alla progressione della malattia.

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