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Papa Francesco contro i medici che praticano l’aborto: “Sono dei sicari”

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Papa Francesco: “I medici che praticano l’aborto sono dei sicari”. Le parole durissime del Santo Padre sull’interruzione di gravidanza animano il dibattito: “Discorso diverso per gli anticoncezionali”

Continuano a far discutere le parole di Papa Francesco sull’aborto. Tra i temi toccati dal Santo Padre ieri, sull’aereo di ritorno dal viaggio in Belgio, anche l’interruzione volontaria di gravidanza.

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Con parole molto forti nei confronti dei medici che la praticano: “L’aborto è un omicidio e i medici che si prestano a questo sono, permettimi la parola, sicari”. Per il Santo Padre, diverso è invece il discorso sugli anticoncezionali.

Sulla guerra in Medio-Oriente, il vicario di Roma ha affermato di essere andati oltre “le regole della guerra. La difesa deve essere proporzionata all’attacco. La guerra è immorale ma le regole di guerra indicano qualche moralità”.

LA RISPOSTA DEI MEDICI

“I medici sono sempre vicini alle persone che soffrono, che hanno bisogno del loro aiuto. Nel caso specifico, svolgono questo delicato compito rendendo possibile l’applicazione di una Legge dello Stato, la 194/78. Una legge che prevede il rispetto della salute e della dignità della donna e della libertà sia della donna che del medico. Il professionista ha infatti la facoltà di avvalersi dell’obiezione di coscienza, libera scelta personale che non deve diventare elemento di giudizio o discriminazione”.

Così il Presidente della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, Filippo Anelli, il giorno dopo l’intervista del Pontefice sull’aereo che lo riportava a Roma dal suo viaggio apostolico in Belgio, durante la quale ha definito l’aborto ‘un omicidio’ e i medici che lo praticano ‘dei sicari’.

“Abbiamo voluto riflettere- sottolinea Anelli- prima di intervenire. Comprendiamo le ragioni del Santo Padre, che esprime il punto di vista della Chiesa universale e che richiama valori che sono radicati nelle coscienze. Nel nostro Paese i medici sono chiamati a svolgere un compito stabilito per legge senza obblighi o costrizioni, ma con la dovuta sensibilità e la vicinanza alla persona, nel pieno rispetto della dignità umana. Il rispetto di ogni persona, delle sue opinioni, delle sue convinzioni, delle sue scelte è la parte più nobile della nostra Professione, che in qualche maniera si avvicina all’invito alla Misericordia più volte richiamato dal Santo Padre, oltre che ai valori espressi dalla nostra Costituzione”.

“La Legge 194 è una Legge dello Stato– conclude Anelli- e, come tale, è dovere di tutti i cittadini rispettarla e applicarla. Come ricorda, del resto, anche il nostro Codice deontologico che, all’articolo 43, da una parte, vieta l’esecuzione di interventi fuori dall’ordinamento vigente, e soprattutto a scopo di lucro; dall’altra garantisce l’obiezione di coscienza, sempre nell’ambito e nei limiti dell’ordinamento, che non esime il medico dagli obblighi e dai doveri inerenti alla relazione di cura nei confronti della donna”.

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