Olokizumab, in combinazione con metotressato, ha mantenuto il suo profilo di sicurezza ed efficacia fino a 106 settimane nel trattamento dell’artrite reumatoide
Olokizumab, in combinazione con metotressato, ha mantenuto il suo profilo di sicurezza ed efficacia fino a 106 settimane nel trattamento dell’artrite reumatoide (AR). Queste le conclusioni di un’analisi pubblicata su Annals of the Rheumatic Diseases, che ha messo in pool i dati di tre studi registrativi di fase 3 sull’impiego del farmaco, oltre ad uno studio di estensione in aperto di 82 settimane con un periodo di follow-up di safety di 20 settimane.
Razionale e disegno dello studio
La patofisiologia dell’AR è notoriamente influenzata da IL-6, ricordano i ricercatori nell’introduzione allo studio. Olokizumab (OKZ) è un inibitore di IL-6 che, a differenza di tocilizumab, anticorpo monoclonale diretto contro il recettore dell’IL-6, inibisce la citochina stessa; tale inibizione blocca selettivamente l’assemblaggio finale del complesso di segnalazione, incaricato di mediare la risposta pro-infiammatoria.
“OKZ – ricordano i ricercatori nell’introduzione allo studio – in combinazione con metotrexato (MTX), era stato studiato nel programma clinico CREDO di fase 3 che comprende tre studi multicentrici di fase 3, randomizzati, in doppio cieco, controllati vs placebo (PBO) e trattamento attivo, della durata di 24 settimane. Dai risultati è emerso che la molecola è stata in grado di migliorare i segni e i sintomi dell’AR, la funzione fisica e lo stato di salute nei pazienti con AR da moderatamente a gravemente attiva refrattaria all’MTX o agli anti-TNF. Inoltre, OKZ in combinazione con MTX al dosaggio di 64 mg ogni 2 settimane o ogni 4 settimane, si è dimostrato superiore rispetto a PBO e non inferiore rispetto ad adalimumab”.
Per valutare l’efficacia e la sicurezza a lungo termine della terapia combinata con OKZ più metotrexato nei pazienti con AR, i ricercatori hanno messo in pool i dati di tre studi di fase 3 e di uno studio di estensione in aperto di 82 settimane con un periodo di follow-up di sicurezza di 20 settimane. L’analisi ha incluso 2.304 adulti con AR attiva, trattati con OKZ più metotrexato una volta ogni 2 settimane o una volta ogni 4 settimane.
In questo modo, i ricercatori hanno valutato i tassi di eventi avversi gravi, di infezioni e di altri risultati di safety, nonché le misure di efficacia, tra cui le risposte ACR20/50/70 e la risposta DAS28-CRP.
Risultati principali
Dall’analisi dei dati, non è emerso un incremento dei tassi di eventi avversi fino a 106 settimane. Inoltre, le risposte cliniche “sono rimaste stabili” nel corso dello studio di estensione in aperto e “sono state comparabili” tra i due regimi di dosaggio.
Focalizzando l’attenzione sui dati di safety, i tassi di eventi per 100 anni-paziente rilevati tra coloro che avevano impiegato OKZ ogni 2 settimane e ogni 4 settimane sono stati rispettivamente i seguenti:
– eventi avversi gravi: 9,57 e 9,13
– infezioni gravi: 2,95 e 2,34
– perforazioni gastrointestinali: 0,58 e 0,38
– eventi avversi cardiovascolari maggiori: 0,58 e 0,83
– tumori maligni: 0,45 e 0,5
Passando ai dati di efficacia, i risultati hanno mostrato una risposta clinica sostenuta al trattamento con OKZ durante 106 settimane di trattamento. Tassi di risposta simili nella maggior parte delle misure di efficacia (risposte ACR20/50, DAS28 (CRP)<3,2, CDAI≤10 e ≤2,8) sono stati osservati per entrambi i gruppi di trattamento (ogni 2 settimane e ogni 4 settimane) alle settimane 12-24 di trattamento con OKZ e si sono mantenuti nel tempo.
L’efficacia della terapia nei pazienti che sono passati da PBO a OKZ è risultata in linea con gli studi di base per i pazienti che avevano iniziato il trattamento con OKZ.
I ricercatori hanno sottolineato come la combinazione di tutti i bDMARD con MTX, compresi gli altri inibitori di IL-6, produca risultati migliori rispetto alla monoterapia e come tale approccio terapeutico sia anche fortemente raccomandato nelle linee di indirizzo EULAR sulla gestione dell’AR.
Riassumendo
In conclusione, “…i dati emersi da questa analisi non hanno documentato l’emersione di nuovi problemi di safety durante il periodo di estensione in aperto rispetto al periodo dello studio randomizzato controllato – scrivono i ricercatori nella discussione del lavoro”.
“I risultati sulla safety dell’esposizione a lungo termine ad OKZ – aggiungono – sono coerenti con quelli osservati nelle valutazioni a più breve termine e anche con quelli osservati con gli inibitori dell’IL-6R”.
Olokizumab, pertanto, dotato di un profilo di safety a lungo termine attribuito al meccanismo d’azione peculiare di inibizione di IL-6, si configura come una nuova opzione terapeutica per i pazienti affetti da AR – sia naïve ai biologici che non responder agli inibitori del TNF.
Ricordiamo che il farmaco non ha ancora ricevuto l’approvazione al trattamento dell’AR da parte di Fda ed Ema.
Bibliografia
Feist E, et al. Olokizumab plus methotrexate: safety and efficacy over 106 weeks of treatment Ann Rheum Dis. 2024;doi:10.1136/ard-2023-225473.
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