Sulle Tre cime di Lavaredo spunta una scritta contro i turisti: “Andatevene”. A scoprirla e documentarla è stato ieri mattina lo scalatore Moreno Pesce
“Tourists go home“: una grande scritta nera è stata tracciata con un pennarello indelebile sulle rocce delle Tre cime di Lavaredo, una delle più belle e celebri vette delle Dolomiti. A trovare la scritta, e denunciarla con un video sui social, è stato lo scalatore e atleta Moreno Pesce, che ha tristemente diffuso le immagini della scritta stigmatizzando l’iniziativa. “Preferisco non commentare”, dice l’atleta che è portatore di disabilità ed è senza la gamba sinistra dopo un incidente in moto. “Il sasso dove c’è anche l’impronta fossile imbrattato così.. non è una sana montagna. Dispiace, amara questa cosa. Per le Tre cime è un risveglio non bello oggi”, dice nel video postato ieri mattina pochi minuti dopo le 7 sul suo profilo Facebook. E nel post che accompagna il video scrive: “Amare la montagna e condividere una passione non è questo… Buona vita ma soprattutto buona e sana montagna…diversa da questa”.
LA ROCCIA DETURPATA È QUELLA CON L’IMPRONTA DI UN DINOSAURO
La scritta è stata tracciata su una roccia particolarmente importante perchè è quella che ospitava l’impronta fossile di un dinosauro, quindi anche di grande valore a livello scientifico. ll masso, che misura circa 2 metri in altezza e 2 metri in larghezza, si trova sul sentiero che dal Rifugio Auronzo conduce alle Tre Cime. Sui social arriva, immediato, lo sconcerto del presidente della Regione Luca Zaia: “Il primo che dovrebbe rimanere a casa è l’autore di un simile gesto se confonde la libertà di pensiero con quella di vivere la montagna sfregiando le cime più belle del mondo. Ognuno è libero di esprimere le sue idee ma ci sono i modi e i canali corretti per farlo; deturpare un tesoro comune, riconosciuto patrimonio dell’umanità, certamente non lo è. Ed è anche un pessimo esempio”.
ZAIA: “SITI FRAGILI E UNICI, QUESTO NON È RISPETTO PER LE MONTAGNE”
“Non solo è stata deturpata la roccia ma addirittura una testimonianza preistorica- sottolinea il governatore- ci troviamo di fronte a un atto assolutamente censurabile. Conto che il protagonista si renda conto di cosa ha fatto e se ne ravveda. Ringrazio gli sportivi che hanno scoperto e segnalato questo graffito che spero possa essere cancellato”. Zaia conclude con un’ultima considerazione: “Dimostrare interesse a difendere le montagne da un eccesso di presenze turistiche ferendole con scritte permanenti in siti fragili e unici non è proprio una dimostrazione di rispetto o d’amore verso le nostre ‘terre alte’. Certamente il turismo deve essere garantito in modo sostenibile ma è vita per le nostre vallate. Gli sfregi sono solo un incomprensibile insulto”, conclude Zaia.