Diarra come Bosman? Così un’altra sentenza della corte di giustizia europea potrebbe cambiare il calcio: i giocatori potrebbero avere diritto di rescindere i contratti in qualsiasi momento
Diarra is the new Bosman. O, almeno, potrebbe. Dipende – déjà vu – dalla corte di giustizia dell’Unione europea, che domani potrebbe cambiare il mercato del calcio europeo per come lo conosciamo dal 1995. Domani infatti la corte emetterà un verdetto sul caso “Diarra contro la FIFA”, avanzato dall’ex centrocampista di Real Madrid, Chelsea, Psg e Arsenal per vedere riconosciuto il suo diritto alla libera circolazione lavorativa in Europa. Se vincesse Diarra – riassumendo molto la querelle – ai giocatori verrebbe riconosciuto il potere di rescindere i propri contratti in qualsiasi momento, demolendo l’impalcatura dell’attuale calciomercato. Insomma, il parallelo con la famigerata sentenza Bosman è scontato.
Il nazionale francese nel 2014 non poté firmare per il club belga dello Charleroi dopo aver rescisso il suo contratto con il Lokomotiv Mosca, perché la Fifa gli negò il permesso di trasferimento a causa di debiti non pagati con il club russo. Al giocatore fu stata comminata anche una multa di 10 milioni.
Diarra sosteneva che il Lokomotiv avesse rescisso il suo contratto per un calo delle prestazioni, mentre il club dava la colpa ad inadempienze del giocatore. Diarra portò il caso davanti alla giustizia belga e il Tribunale commerciale di Charleroi gli diede ragione nel 2017, stabilendo che l’articolo 17.2 della FIFA viola il diritto comunitario. Il tribunale condannò la FIFA ad un risarcimento, costringendola (con la federazione belga) a portare il caso davanti alla CGUE.
Secondo il parere – non vincolante – dell’avvocato generale della Corte, Maciej Szpunar, la FIFA, in quanto autorità di governo del calcio, ha agito contro il diritto di Diarra alla libera circolazione quando gli è stata negata l’autorizzazione a unirsi al Charleroi. Non solo: secondo il parere sono proprio le regole della FIFA a limitare i diritti dei calciatori. “Se la corte confermasse il parere, allora ecco che la sentenza sarebbe una sfida strutturale alla natura stessa del sistema di calciomercato”, scrive il Guardian.
Se la corte europea dovesse dar ragione alla Fifa “gli effetti a catena potrebbero essere enormi”, conclude il giornale inglese. Molto semplicemente perché i club più ricchi potrebbero convincere i giocatori a recedere dai loro contratti in un modo che ora non è ammesso.