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Bpco: 2 pazienti ricoverati su 3 utilizzano male gli inalatori

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Un utilizzo improprio degli inalatori, che porta a una somministrazione inadeguata di farmaci, influisce sulla capacità dei pazienti ospedalizzati per Bpco di gestire la malattia

Un utilizzo improprio degli inalatori, che porta a una somministrazione inadeguata di farmaci, influisce sulla capacità dei pazienti ospedalizzati per Bpco di gestire i sintomi della malattia. Queste le conclusioni di uno studio pubblicato a luglio su Chronic Obstructive Pulmonary Diseases: Journal of the COPD Foundation (1).

Razionale e obiettivo dello studio
Il trattamento farmacologico della BPCO si basa principalmente sulla somministrazione di farmaci per via inalatoria, ricordano i ricercatori nell’introduzione allo studio.
Tuttavia, l’efficacia di questi trattamenti è molto spesso ostacolata dall’utilizzo non ottimale degli inalatori, che può derivare da errori nella tecnica di inalazione, da un picco di flusso inspiratorio (PIF) insufficiente o dall’impiego di dispositivi inalatori non adatti.

Gli errori nelle tecniche di inalazione, spiegano i ricercatori, sono notevolmente diffusi e associati ad un controllo inefficiente dei sintomi, ad una riduzione della qualità della vita, ad un aumento delle riacutizzazioni e ad una maggiore dipendenza dal ricorso alle strutture sanitarie.

Inoltre, alcuni tipi specifici di inalatori, come gli inalatori a polvere secca (DPI), richiedono uno sforzo inalatorio robusto e profondo per disaggregare la polvere contenente il farmaco all’interno dell’inalatore e consentirne la deposizione nelle vie aeree distali.

L’impiego di un inalatore con un PIF insufficiente è anche associato ad un aumento delle esacerbazioni e a una maggiore frequenza di ricoveri ospedalieri.
Da ultimo, alcune caratteristiche dei pazienti, come la mancanza di abliità manuali o i deficit cognitivi, impongono limitazioni alla capacità di utilizzare in modo ottimale gli inalatori.

Con questo studio, i ricercatori si sono proposti di descrivere la prevalenza di inalatori utilizzati in modo improprio tra i pazienti con BPCO al momento del ricovero in un reparto di medicina interna.

Disegno dello studio
I ricercatori hanno valutato 96 pazienti (età media: 71,6 anni; 63% uomini) con una diagnosi di BPCO, ricoverati presso la divisione di Medicina Interna dell’ospedale di Friburgo, in Svizzera, per scoprire quanti pazienti di questa popolazione facevano un uso improprio di inalatori attraverso le valutazioni del fisioterapista e l’In-Check Dial G16 (Alliance Tech Medical) nell’arco di 9 mesi.

L’outcome primario era rappresentato dalla prevalenza di inalatori utilizzati in modo improprio, definiti come inalatori utilizzati con un errore critico nella tecnica di inalazione e/o un PIF insufficiente. Tra gli outcome secondari, invece, vi erano la prevalenza di inalatori non adatti alle caratteristiche dei pazienti e di pazienti che utilizzavano almeno un inalatore in modo improprio.

Risultati principali
Dall’analisi è emerso che, su 160 inalatori utilizzati dai pazienti con Bpco ospedalizzati:
–  111 (69,4%; IC95%: 61,6-76,4) erano stati utilizzati in modo improprio
–  105 (65,6%; IC95%: 57,7-72,9) a causa della presenza di un errore critico nella tecnica di inalazione e 22 (13,8%; IC95%:8,8-20,1) a causa di un PIF insufficiente
–  27 inalatori (16,9%) non erano idonei

Dallo studio è emerso, infine, che 79 pazienti (82,3%) avevano utilizzato almeno un inalatore non corretto.

Nel tentativo di determinare se un’attività di councelling mirata potesse modificare la prevalenza dell’uso improprio degli inalatori, i ricercatori hanno fatto svolgere ai fisioterapisti fino a tre sessioni di apprendimento all’impiego corretto degli inalatori e hanno rivalutato il numero di inalatori con errori critici dopo ciascuna di esse.

Ad ogni sessione aggiuntiva, il numero di inalatori utilizzati con errori critici è diminuito (una sessione, 33 inalatori; due sessioni, 15 inalatori; tre sessioni, nove inalatori).

Lo studio ha mostrato anche che cinque pazienti presentavano disturbi cognitivi che impedivano loro di raggiungere una tecnica di inalazione adeguata. La mancanza di coordinamento tra l’attivazione dell’inalatore e l’inspirazione (n = 4) rappresentava un altro fattore di impedimento all’adozione di una tecnica inalatoria adeguata, seguita da disturbi della motricità fine e dall’incapacità di trattenere sufficientemente il respiro (ciascuno n = 2).

I ricercatori, inoltre, hanno valutato quanti inalatori fossero inadatti, ovvero “non utilizzabili in modo ottimale, a causa di un PIF insufficiente o dell’incapacità di usare un inalatore in modo ottimale nonostante un insegnamento specifico”, e ne hanno trovati 27 (16,9%).

L’impiego di almeno un inalatore non idoneo è stato rilevato nel 25% della popolazione dello studio.

Da ultimo, da un’analisi condotta sul sottogruppo di pazienti ricoverati con riacutizzazione della BPCO, è emerso che il 62,2% degli inalatori utilizzati da questi pazienti era stato impiegato in modo improprio, mentre nel gruppo dei ricoverati senza riacutizzazione, l’85,7% degli inalatori era stato utilizzato in modo improprio. Inoltre, i pazienti ricoverati per una patologia respiratoria aggiuntiva hanno utilizzato in modo improprio il 65,9% degli inalatori in questo sottogruppo, percentuale inferiore rispetto all’82,4% di inalatori utilizzati in modo improprio nel gruppo non ricoverato per una patologia respiratoria aggiuntiva.

Riassumendo
In conclusione, i risultati di questo studio hanno evidenziato che l’impiego non corretto degli inalatori rappresenta un problema importante tra i pazienti ospedalizzati con BPCO.

Pertanto, durante il ricovero, gli inalatori e il modo in cui i pazienti li utilizzano devono essere attentamente valutati dai clinici che hanno in cura questi pazienti, al fine di garantire che questi ultimi possano trarre il massimo beneficio dai trattamenti prescritti.

Conseguentemente a tali risultati, gli autori dello studio hanno implementato una griglia di valutazione sistematica e standardizzata dell’impiego degli inalatori tra i loro pazienti, con l’obiettivo di correggere le tecniche di inalazione o di sostituire l’inalatore, se necessario (2).

“Tale intervento – hanno concluso – ha ridotto significativamente il numero di inalatori usati in modo improprio alla dimissione ospedaliera”.

Bibliografia
1) Grandmaison G, et al. Prevalence of Critical Errors and Insufficient Peak Inspiratory Flow in Patients Hospitalized With COPD in a Department of General Internal Medicine: A Cross-Sectional Study. Chronic Obstr Pulm Dis. 2024;doi:10.15326/jcopdf.2024.0505.
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2)  Grandmaison G, et al. An in-hospital intervention to reduce the proportion of misused inhalers at hospital discharge among patients with COPD: a non-randomised intervention study. Swiss Med Wkly. 2024;154:3394
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