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A Roma, sotto la pioggia, la manifestazione pro Palestina non autorizzata

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È in corso a Roma, nonostante la pioggia, la manifestazione in solidarietà al popolo palestinese e contro il “genocidio” commesso da Israele: piazza Ostiense è blindata

“Palestina libera! Quali sono i valori occidentali? Genocidio, sterminio e fame?”. Questo l’appello dei pro Palestina riuniti in sit-in (autorizzato) davanti a Porta San Paolo, a Roma, in un piazzale Ostiense blindato dai cordoni di agenti e mezzi delle forze dell’ordine per la manifestazione organizzata in vista del primo anno di guerra nella Striscia di Gaza.
Il corteo, organizzato da Giovani palestinesi e Unione Democratica Arabo-Palestinese (Udap), non ha infatti ottenuto il via libera della questura e al momento resta fermo. Da stamani migliaia i controlli da parte delle forze dell’ordine. Ai varchi di ingresso alla piazza, gli agenti fotografano i documenti per identificare i partecipanti.

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Nonostante lo sciopero dei mezzi pubblici, strade bloccate e pioggia intensa, il piazzale è gremito da migliaia di dimostranti: sventolano bandiere di Palestina e Libano, ma anche Siria e Iraq, Paesi a loro volta interessati da bombardamenti da parte dell’esercito israeliano all’indomani del 7 ottobre di un anno fa, dopo l’aggressione di Hamas.

“Siamo in piazza nonostante tutti i divieti anche per voi italiani- dicono gli organizzatori dal palco- perché anche il governo Meloni ci sta togliendo i nostri diritti. Siamo qui contro il genocidio di Israele, per i 40mila morti di Gaza. Il mondo vuole dimenticarlo ma non lo permetteremo”.

Siamo dalla parte della resistenza palestinese: quello che accade laggiù è legato a Ucraina, Taiwan e a tante guerre nel mondo, nonché all’Italia col ddl 1660″, il disegno di legge sulla Sicurezza che non ha completato l’iter legislativo e che punta a dare una stretta alle manifestazioni, le iniziative di protesta passive e attive, inasprendo le pene o introducendo nuove fattispecie di reato. “Da decenni i governi di centrodestra e centrosinistra limitano la libertà di sciopero e manifestazione- hanno continuato dal palco- Più avanza la guerra e più devono reprimere, con una economia di guerra con cui sfruttano lavoratori e studenti”.

FONTE: AGENZIA DI STAMPA DIRE (WWW.DIRE.IT).

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