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Dengue: i casi accertati in Italia toccano quota 572

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La Dengue fa paura: in Italia i casi salgono a 572, ma a Fano i contagi sono “in discesa”. Nessun decesso: sono gli ultimi dati diffusi dal bollettino ISS

Contagi di Dengue in aumento in tutta Italia ma, per fortuna il focolaio principale, nella città di Fano, nelle Marche, si sta ‘spegnendo’. Salgono infatti a 572 i casi confermati di Dengue in Italia, di cui 130 autoctoni, con il focolaio principale, nella regione Marche, che ha visto nell’ultima settimana un calo del 93% dei casi segnalati rispetto a quella precedente. Lo afferma l’aggiornamento settimanale, riferito solo a questo virus, del bollettino della sorveglianza diffuso dall’Iss, Istituto superiore di sanità.

DA GENNAIO AD OGGI 572 CASI CONFERMATI IN TUTTA ITALIA

Questo il bilancio dal 1 gennaio al 1 ottobre 2024: al sistema di sorveglianza nazionale risultano 572 casi confermati di Dengue (442 associati a viaggi all’estero e 130 casi autoctoni, età mediana di 43 anni, 49% di sesso maschile e nessun decesso). Il bollettino spiega poi che “il focolaio di dimensioni maggiori, con 102 casi confermati di infezione, tutti sintomatici e identificazione di virus Dengue di tipo 2 (DENV-2), è localizzato, in un comune nella Regione Marche”. Si tratta della città di Fano, in provincia di Pesaro Urbino, salita alla ribalta delle cronache nazionali e finita nel ‘mirino’ dei più noti virologhi italiani. L’Iss però rassicura che i contagi a Fano sono in forte calo: “Nella settimana di sorveglianza corrente (25 settembre-1 ottobre), rispetto alla precedente (18-24 settembre), si osserva una diminuzione del 93% nel numero di casi segnalati per data di insorgenza dei sintomi. Questo segnale di riduzione significativa del numero di nuovi casi di infezione verrà verificato e confermato nelle prossime settimane”.
Quindi l’Iss registra “casi sporadici e focolai più limitati di infezione autoctona da DENV di tipo 1, 2 e 3 sono stati segnalati in Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto, Abruzzo e Toscana“. Le indagini epidemiologiche in corso, al 1 ottobre 2024, non hanno mostrato evidenze di collegamenti epidemiologici/microbiologici tra loro o con i casi segnalati dalla Regione Marche.

LA REGIONE MARCHE: “A FANO LA SITUAZIONE È MONITORATA, CURVA DISCENDENTE”

“A Fano si registrano 105 casi confermati e 14 casi probabili di Dengue, tutti autoctoni”, mentre “attualmente le persone ricoverate, non in condizioni gravi, risultano essere solo 6, di cui 2 casi accertati e 4 sospetti di infezione”: è l’ultimo dato diffuso dalla Regione Marche sul focolaio in corso nella città in provincia di Pesaro-Urbino. La notizia viene diffusa al termine dell’incontro di aggiornamento sul focolaio di Dengue a Fano del “Gruppo operativo regionale per le emergenze sanitarie”, cui hanno partecipato esperti di vari settori, sia regionali che della Ast di Pesaro Urbino.
In particolare nel corso della riunione “si è fatto il punto sulla evoluzione della situazione, che mostra un trend in diminuzione, con casi sporadici negli ultimi giorni e la curva di incidenza, che si basa sulla data inizio sintomi, è al momento in fase discendente. La situazione è monitorata con attenzione”.

LA LOTTA CONTRO LA DENGUE: ZANZARE IN TRAPPOLA E NUOVA DISINFESTAZIONE

Dalle trappole per zanzare alle disinfestazioni su tutto il territorio cittadino: a Fano, sottolinea la Regione, sono state messe in atto tutte le misure di Sanità Pubblica previste in questi casi, come da indicazioni del Piano nazionale arbovirosi e della Circolare del Ministero della salute per i casi confermati con esposizione autoctona, quindi senza storie di viaggi all’estero in zone endemiche.
Continuano le indagini epidemiologiche per definire le caratteristiche dei casi e le indagini entomologiche con il posizionamento di trappole per zanzare. Tutte le attività messe in campo sono state avviate in stretta collaborazione tra i servizi di prevenzione umana e veterinari ed è stata potenziato il sistema di sorveglianza, sensibilizzando i medici ospedalieri e territoriali, Medici di Medicina Generale e Pediatri per l’individuazione di pazienti con criteri clinici compatibili con infezione da virus Dengue. Tutti i casi sono stati approfonditi e segnalati nella piattaforma della sorveglianza delle malattie trasmesse da vettori istituita presso l’Istituto Superiore di Sanità

“NIENTE VIRUS NELLE ZANZARE CATTURATE”

Il Laboratorio di riferimento regionale, il Servizio di Virologia dell’Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche, ha effettuato l’analisi tempestiva dei campioni per la definizione dei casi e sta procedendo allo studio delle sequenze virali, per determinare la possibile catena di trasmissione della malattia.
Sono state poste trappole per zanzare per studiare in zone specifiche di Fano la consistenza della popolazione di zanzare e il grado di infettività. Come comunicato dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale Umbria Marche, le ultime catture non hanno evidenziato la presenza di virus nelle zanzare catturate, come era invece stato rilevato nei giorni precedenti. Sono state effettuate le attività di disinfestazione nel territorio cittadino ed è previsto un nuovo intervento nei prossimi giorni come indicato in questi casi dal Piano Nazionale Arbovirosi.

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L’evento di Fano si inserisce nel bacino mediterraneo europeo nel quale il virus Dengue è trasmesso tramite la zanzara Aedes albopictus (comunemente nota come zanzara Tigre), stabilmente presente in gran parte dell’Europa ed eventi di trasmissione autoctona in ambito europeo sono descritti annualmente a partire del 2010. Lo scorso anno in Italia si sono verificati due focolai di Dengue autoctona in Lombardia e nel Lazio. Come sempre in questi casi, è’ importante la collaborazione della popolazione, al fine di adottare misure appropriate alla protezione della popolazione stessa e per limitare la circolazione dei vettori. La AST di Pesaro Urbino, in collaborazione con il Centro Vettori dell’Istituto Zooprofilattico Umbria e Marche e il Comune di Fano, ha avviato un gruppo di lavoro specifico per le attività di comunicazione a livello territoriale. E’ in corso una collaborazione con il Ministero della Sanità e l’Istituto Superiore di Sanità per valutare l’andamento del focolaio epidemico.

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