Oggi è la giornata degli insegnanti: da Rodari a Piero Angela, le frasi più belle


Dagli auguri del ministro Valditara alle frasi che si possono dedicare oggi ai docenti nella giornata Unesco che punta a valorizzare il contributo degli insegnanti nella società

docenti insegnanti

“C’era una volta un cane che non sapeva abbaiare. Andò da un lupo a farselo spiegare. Ma il lupo gli rispose con un tale ululato che lo fece scappare spaventato..” è l’inizio della poesia “Il maestro ideale” scritta dal maestro dei maestri, Gianni Rodari per sottolineare l’importanza di scegliere e seguire la guida ideale, sia nella scuola, che nella vita. Questa è una delle poesie che meglio si addice per la 30ma Giornata mondiale degli insegnanti, che si celebra in Italia e in molti altri Paesi europei il 5 ottobre (mentre si festeggia in giorni diversi in altri Stati): a istituirla nel 1994 l’Unesco, per celebrare il ruolo centrale dei docenti nella formazione dei giovani e dei bambini nel mondo.

La Giornata mondiale degli insegnanti 2024, come riportano le pagine di Unesco.it, è dedicata al valore della voce degli educatori e si concentra proprio sul tema “Valuing teacher voices: towards a new social contract for education” (Valorizzare la voce degli insegnanti: verso un nuovo contratto sociale per l’istruzione). Le celebrazioni dell’organizzazione quindi “evidenzieranno l’opportunità di offrire agli insegnanti maggiore spazio di partecipazione ai processi decisionali, di valorizzare il contributo  fattivo svolto dai docenti nell’ambito dei processi educativi e di conferire maggiore dignità e rispetto al ruolo e alla professione degli educatori”.

GLI AUGURI DI VALDITARA: “INSEGNANTI, PROFESSIONISTI DELLA CONOSCENZA

“Oggi celebriamo in Italia e nel mondo la figura dell’insegnante, autentico professionista della conoscenza, protagonista di una didattica che sa trasmettere a ogni giovane saperi e valori, entusiasmo e fiducia. In una scuola che deve essere sempre più il pilastro della crescita civile e sociale”. Così su Twitter il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara.
“A tutti i #docenti vanno i miei più sentiti auguri e ringraziamenti, per la loro passione, che sperimento quotidianamente visitando le nostre scuole, per la loro professionalità, per il loro lavoro prezioso, al fianco dei nostri giovani nella delicata e straordinaria avventura che è la costruzione del loro futuro”, conclude Valditara.

LE FRASI PIÙ BELLE PER DIRE “GRAZIE” AI MAESTRI

Il World Teacher’s Day è l occasione per esprimere la propria stima e gratitudine agli insegnanti. Ecco, in suggerimento, alcune frasi d’autore o aforismi, infine il testo integrale della poesia “I Maestro giusto” di Gianni Rodari:

“L’insegnante mediocre racconta. Il bravo insegnante spiega. L’insegnante eccellente dimostra. Il maestro ispira.” (Socrate)

Non ho mai insegnato ai miei allievi; ho solo cercato di fornire loro le condizioni in cui possono imparare. (Albert Einstein)

L’insegnante è la persona alla quale un genitore affida la cosa più preziosa che possiede suo figlio: il cervello. Glielo affida perché lo trasformi in un oggetto pensante. Ma l’insegnante è anche la persona alla quale lo Stato affida la sua cosa più preziosa: la collettività dei cervelli, perché diventino il paese di domani. (Piero Angela)

L’insegnante che è davvero saggio non ti offre di entrare nella casa della sua saggezza, ma piuttosto ti conduce alla soglia della tua mente. (Kahlil Gibran)

“Un cuore comprensivo è tutto, è un insegnante e non può essere mai abbastanza stimato. Si guarda indietro apprezzando gli insegnanti brillanti, ma la gratitudine va a coloro che hanno toccato la nostra  sensibilità umana. Il programma di studi è materia prima così tanto necessaria, ma il calore è l’elemento vitale per la pianta che cresce e per l’anima del bambino” (Carl Gustav Jung)

IL MAESTRO GIUSTO” DI GIANNI RODARI

C’era una volta un cane
che non sapeva abbaiare.
Andò da un lupo a farselo spiegare.
Ma il lupo gli rispose
con un tale ululato
che lo fece scappare spaventato.

Andò da un gatto, andò da un cavallo,
e, mi vergogno a dirlo,
perfino da un pappagallo.

Imparò dalle rane a gracidare,
dal bove a muggire,
dall’asino a ragliare,
dal topo a squittire,
dalla pecora a fare “bè bè”,
dalle galline a fare “coccodè”.

Imparò tante cose,
però non era affatto soddisfatto
e sempre si domandava
(magari con un “qua qua”):
“Che cos’è che non va? ”.

Qualcuno gli risponda, se lo sa.
Forse era matto?
O forse non sapeva
scegliere il maestro adatto?