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Psoriasi: secukinumab non guarda al colore della pelle

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Nel trattamento della psoriasi nei pazienti con pelle di colore, nei quali l’impiego delle terapie biologiche è ancora in fase di valutazione, secukinumab si è dimostrato sicuro ed efficace

Nel trattamento della psoriasi nei pazienti con pelle di colore, nei quali l’impiego delle terapie biologiche è ancora in fase di valutazione, secukinumab si è dimostrato sicuro ed efficace, come emerso dai risultati di uno studio pubblicato sul Journal of Drugs in Dermatology (JDD).

«La psoriasi è un disturbo infiammatorio cronico che colpisce principalmente la pelle e le articolazioni. Colpisce diversi gruppi razziali/etnici in tutto il mondo con prevalenza variabile» hanno scritto il primo autore Nour El-Kashlan del dipartimento di dermatologia delle Icahn School of Medicine al Mount Sinai e colleghi.

Differenze nella presentazione clinica tra i diversi tipi di pelle
Anche se storicamente la psoriasi è stata considerata una condizione che colpisce prevalentemente le popolazioni che si identificano come bianche, dati recenti mostrano tassi sostanziali di psoriasi nei pazienti con pelle di colore. Le National Health and Nutrition Examination Surveys del 2011-2014 hanno stimato una prevalenza della malattia del 3,6% tra i bianchi, dell’1,5% tra gli afroamericani e dell’1,9% tra gli adulti ispanici di età compresa tra 20 e 59 anni, tuttavia la vera prevalenza della psoriasi nelle popolazioni nere/afroamericane e ispaniche potrebbe essere superiore a quanto suggerito a causa di una potenziale sottodiagnosi e sottostima, hanno premesso i ricercatori.

Classicamente la psoriasi a placche si manifesta sotto forma di placche eritematose ben demarcate sovrastate da una scaglia micacea, ma nelle persone con pelle di colore vi sono delle sfumature nella presentazione clinica. I pazienti neri affetti da psoriasi tendono ad avere un eritema meno evidente e/o un eritema che appare più violaceo o ipercromico, placche più spesse con più squame e un maggiore superficie corporea coinvolta rispetto ai pazienti bianchi, oltre a una maggiore incidenza di alterazioni pigmentarie post-infiammatorie, che possono rivelarsi anche più fastidiose della malattia stessa.

«Nonostante la psoriasi sia causa di un maggiore impatto psicosociale e una peggiore qualità della vita nei pazienti neri e ispanici rispetto ai bianchi e si manifesti in modo differente tra diversi tipi di pelle, l’uso delle terapie biologiche nei soggetti con pelle di colore è in fase di ricerca» hanno osservato i ricercatori. «Dato che la popolazione statunitense e mondiale diventa sempre più diversificata, è sempre più importante disporre di sperimentazioni cliniche che includano popolazioni che sono state storicamente sottorappresentate nella ricerca dermatologica. Riteniamo che tali sforzi rappresentino un percorso importante per promuovere l’equità nelle cure delle malattie cutanee».

Secukinumab, un anticorpo monoclonale che inibisce l’interleuchina (IL)-17A, in precedenza si è dimostrato efficace nel trattamento della psoriasi a placche da moderata a grave, migliorando la qualità della vita, il prurito, il dolore e la desquamazione, oltre a ridurre la gravità della malattia.

Secukinumab efficace anche nelle persone con pelle di colore
Il presente studio monocentrico in aperto ha arruolato 20 pazienti con tipi di pelle IV, V e VI secondo la classificazione di Fitzpatrick (pelle marrone chiaro, pelle scura, pelle marrone scuro o nera) affetti da psoriasi a placche da moderata a grave. Ogni partecipante ha ricevuto dosi settimanali di 300 mg di secukinumab per 4 settimane, seguite da iniezioni aggiuntive ogni 4 settimane fino alla settimana 20.

Un miglioramento del 90% rispetto al basale nello Psoriasis Area Severity Index (PASI 90) è stato segnalato nell’11% dei soggetti alla settimana 4, nel 69% alla settimana 12, nel 73% alla settimana 16 e nel 61% alla settimana 24. La risposta meno stringente PASI 75 è stata raggiunta dal 39% alla settimana 4, dal 92% alla settimana 12 (P=0,002), dal 93% alla settimana 16 (P=0,001) e dal 78% alla settimana 24 (P=0,02). La risposta PASI 100 (clearance cutanea completa) è stata raggiunta dallo 0%, 46%, 53% e 44% rispettivamente alle settimane 4, 12, 16 e 24.

Punteggi di 0/1 (pelle libera o quasi libera da lesioni) nell’Investigator’s Global Assessment (IGA) sono stati ottenuti alla settimana 12 dall’85% dei pazienti (P=0,01), dall’87% alla settimana 16 (P=0,004) e dal 72% alla settimana 24 (P<0,048). Un miglioramento di almeno il 75% nel punteggio IGA e della superficie corporea interessata dalla psoriasi (BSA) si è verificato in tutti i pazienti.

I punteggi relativi alla qualità di vita (DLQI, Dermatology Life Quality Index) sono stati ridotti rispetto al basale di 11,46 punti (su un totale potenziale di 30) alla settimana 12, 11,4 punti alla settimana 16 e 10,94 punti alla settimana 24, con il 44% dei pazienti che ha riportato un punteggio DLQI di 0 o 1 (nessuno o quasi nessun impatto sulla qualità di vita) alla settimana 24.

Le variazioni nella scala analogico visiva (VAS) relative alla dispigmentazione cutanea (alterazione del colore della pelle) riferita dal paziente rispetto alla settimana 4 sono state di 0,17 alla settimana 12, -1,54 alla settimana 16 e -1,27 alla settimana 24. Alla settimana 24 questa differenza era di -1,64 rispetto alla settimana 12.

«Secukinumab 300 mg somministrato per via sottocutanea è un’opzione terapeutica sicura, ben tollerata e valida per la gestione della psoriasi a placche da moderata a grave nei pazienti con pelle di colore» hanno concluso i ricercatori. «Considerata la scarsità di dati riguardo all’uso dei farmaci biologici in questa popolazione di pazienti, il nostro studio fornisce dati aggiuntivi e informazioni importanti sul trattamento delle persone con pelle di colore, con l’inclusione della dispigmentazione associata alla psoriasi come endpoint secondario».

Referenze

El-Kashlan N et al. Efficacy and Safety of Secukinumab in the Treatment of Psoriasis in Patients with Skin Phototypes IV to VI. J Drugs Dermatol. 2024 Aug 1;23(8):600-606. 

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