Spondiloartrite assiale: infiammazione legata a malattie cardiovascolari


Spondiloartrite assiale: l’infiammazione è legata all’aterosclerosi e alle malattie cardiovascolari, e il sesso biologico influenza significativamente questa associazione

Spondiloartrite assiale: l'indice BASMI consente di ottenere una stima moderatamente accurata dell'attività di malattia e della risposta alla terapia

Nei pazienti affetti da spondiloartrite assiale (axSpA) l’infiammazione è legata all’aterosclerosi e alle malattie cardiovascolari, e il sesso biologico influenza significativamente questa associazione. Queste le conclusioni di uno studio recentemente pubblicato su RMD Open.

Razionale e disegno dello studio
Ancora oggi, relativamente all’axSpA, esistono pochi studi che si sono focalizzati sull’impatto dell’infiammazione relativamente ai rischi di malattie cardiovascolari e sulla sua associazione con condizioni come l’ipertensione, ricordano i ricercatori nell’introduzione allo studio.

Le evidenze emergenti suggeriscono l’esistenza di una possibile disparità di genere nella relazione tra rischio cardiovascolare e gravità di malattia.

Su questi presupposti è stato concepito il nuovo studio, nel corso del quale i ricercatori hanno valutato come l’infiammazione influisca sui tradizionali fattori di rischio cardiovascolare e sullo sviluppo dell’aterosclerosi in pazienti con axSpA. Lo studio, inoltre, si è proposto di esplorare come le differenze di sesso biologico possano influenzare queste condizioni.

A tal scopo, tra il 2013 e il 2019, sono stati reclutati pazienti adulti che soddisfacevano i criteri ASAS (Assessment of SpondyloArthritis International Society) per l’axSpA radiografica o non radiografica, provenienti da 12 ospedali dislocati sul territorio della Spagna. I pazienti erano stati sottoposti ad ecografia carotidea al momento dell’arruolamento per valutare lo spessore dell’intima media carotidea e rilevare la presenza di placche.

Tra gli outcome di interesse considerati nello studio vi erano i reagenti di fase acuta nel siero, la presenza di fattori di rischio cardiovascolare tradizionali alla diagnosi della malattia e all’arruolamento, gli indici di attività della malattia (Bath Ankylosing Spondylitis Disease Activity Index [BASDAI] e Ankylosing Spondylitis Disease Activity Score [ASDAS]), lo stato funzionale, l’indice BASMI (Bath Ankylosing Spondylitis Metrology Index) e i risultati dell’ecografia carotidea.

Risultati principali
Lo studio ha arruolato 913 pazienti con diagnosi di axSpA, tra cui 611 uomini e 302 donne. Le donne rispetto agli uomini affetti da axSpA presentavano più spesso valori più elevati di VES alla diagnosi (55% vs 41%; P <0,001), oltre ad una maggiore infiammazione (ASDAS medio:  2,45±1,03 vs 2,25±1,02; P =0,012) e una malattia più attiva (BASDAI mediano: 4,5 vs 3,3; P <0,001).

Al contrario, gli uomini rispetto alle donne presentavano una mobilità spinale peggiore (BASMI medio: 2,86±2,19 vs 2,52±1,75; P =0,033) e una maggiore prevalenza di fattori di rischio cardiovascolare al momento dell’arruolamento, tra cui fumo (31% vs 25%; P =0,033), ipertensione (30% vs 22%; P =0,009) e dislipidemia (36% vs 28%; P =0,015). Gli uomini presentavano inoltre un’aterosclerosi più grave al momento dell’arruolamento e presentavano più spesso placche carotidee.

Alla diagnosi, i pazienti di entrambi i sessi con reagenti di fase acuta elevati o normali al basale presentavano una maggiore frequenza di fattori di rischio cardiovascolare tradizionali, tra cui dislipidemia e ipertensione.
Durante l’arruolamento nello studio , i pazienti con livelli elevati o normali di reagenti di fase acuta alla diagnosi erano associati all’ipertensione (uomini: 37% vs 19%; P <0,001; donne: 28% vs 14%: P =0,026) e all’obesità (uomini: 37% vs 19%; P <0,001; donne: 28% vs 14%; P =0,032) per entrambi i sessi.

Gli uomini con elevati livelli di reagenti di fase acuta alla diagnosi erano anche associati a dislipidemia all’arruolamento (41% vs 30%; P =0,042), mentre le donne con valori elevati erano associate al diabete (10% vs 1%; P =0,024).

Sono state riscontrate differenze sesso-specifiche tra le associazioni tra i parametri di rischio cardiovascolare e gli indici di attività della malattia all’arruolamento. Tra gli uomini, i valori della proteina C-reattiva (CRP) sierica erano inversamente correlati al colesterolo delle lipoproteine ad alta densità (β, -1,2; P =0,001). Per le donne, i valori della VES erano positivamente associati ai trigliceridi (β, 0,6; P =0,035).

Entrambi i punteggi ASDAS e BASDAI hanno influenzato in modo indipendente i profili lipidici e l’insulino-resistenza, sottolineando i rischi cardiovascolari specifici per sesso tra i pazienti con axSpA.

Gli uomini con livelli basali di CRP più elevati hanno mostrato un aumento significativo della frequenza di placche carotidee rispetto a quelli con livelli più bassi, soprattutto tra i pazienti senza fattori di rischio cardiovascolare preesistenti (25% vs 11,6%; P =0,006).

Anche le donne con elevati livelli di CRP al basale hanno mostrato una maggiore prevalenza di aterosclerosi, ma la differenza non è risultata statisticamente significativa (21,1% vs 15,5%; P =0,39).

Riassumendo
Nel complesso, lo studio ha dimostrato che l’attività infiammatoria nell’axSpA è associata in modo indipendente a parametri correlati ai tradizionali fattori di rischio CV e che i pazienti con livelli sierici elevati di reagenti di fase acuta (APR) presentano una maggiore frequenza di fattori di rischio CV classici.

Non solo: i risultati ottenuti dimostrano, per la prima volta, l’esistenza di notevoli differenze di sesso biologico a questo proposito. I livelli sierici di reagenti di fase acuta e gli indici di attività della malattia sono risultati associati in modo indipendente al colesterolo HDL negli uomini e ai trigliceridi e ai parametri relativi all’insulino-resistenza solo nelle donne.

I risultati ottenuti sottolineano l’importanza di identificare e controllare i classici fattori di rischio CV, soprattutto nei pazienti con elevati livelli sierici di reagenti di fase acuta al basale, ed evidenziano la necessità di ottenere uno stretto controllo dell’infiammazione per ridurre al minimo il rischio CV.

Le differenze di sesso identificate a questo proposito, inoltre, potrebbero aiutare a spiegare il maggiore eccesso di rischio CV che si osserva di solito nelle donne con malattie infiammatorie e potrebbero contribuire a ottenere una gestione più personalizzata del rischio CV in questi pazienti.

Bibliografia
Ferraz-Amaro I et al. Sex-specific impact of inflammation on traditional cardiovascular risk factors and atherosclerosis in axial spondyloarthritis. a multicentre study of 913 patients. RMD Open. Published online June 28, 2024. doi:10.1136/rmdopen-2024-004187
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