Artrite idiopatica giovanile poliarticolare: proteine S100 possibili biomarcatori di risposta a cure


Livelli più bassi, al basale, delle proteine S100A8/9 e S100A12 potrebbero predire la risposta al trattamento con abatacept nell’artrite idiopatica giovanile poliarticolare

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Livelli più bassi, al basale, delle proteine S100A8/9 e S100A12 potrebbero predire la risposta al trattamento con abatacept nell’artrite idiopatica giovanile poliarticolare (pJIA), con livelli più bassi rispetto a quelli più alti suggestivi di una risposta migliore. Lo dimostrano i risultati di uno studio recentemente pubblicato su Arthritis Research & Therapy.

Razionale e disegno dello studio
Le proteine S100 sono collegate alla risposta ai trattamenti nei pazienti con malattie reumatiche, ricordano i ricercatori nell’introduzione allo studio.
Ad esempio, livelli elevati di S100A8/9 e S100A12 sono associati alla risposta al metotrexato (MTX) e agli anti-TNF.

Per determinare se queste proteine potessero servire come biomarcatori predittivi della risposta clinica ad abatacept tra i pazienti con pJIA, i ricercatori hanno eseguito un’analisi esplorativa utilizzando i dati di uno studio di fase 3, a braccio singolo, in aperto, internazionale, multicentrico, con endpoint farmacocinetico.

Nello studio originario, i pazienti di età compresa tra i 2 e i 17 anni con pJIA attiva che erano stati sottoposti a trattamento con abatacept per via sottocute sono stati reclutati da 50 siti dislocati in 12 Paesi diversi.

Abatacept è stato somministrato settimanalmente per 4 mesi, con un dosaggio basato sul peso corporeo. Dopo questo periodo, ai pazienti che dimostravano un miglioramento della malattia è stato offerto di continuare il trattamento per altri 20 mesi, mentre quelli con una risposta inadeguata al trattamento hanno continuato il trattamento con il farmaco per altri 3 mesi o l’hanno interrotto al mese 7 se gli endpoint non erano stati raggiunti.

Sono state valutate e utilizzate le variazioni dei livelli dei biomarcatori tra il basale e il mese 4   per predire gli outcome di malattia fino al mese 21. Per valutare i miglioramenti dell’attività di malattia sono stati utilizzati i criteri dell’American College of Rheumatology (ACR) per la JIA e il Juvenile Arthritis Disease Activity Score in 27 articolazioni (JADAS-27), utilizzando i valori della proteina C-reattiva.

La coorte complessiva comprendeva 219 pazienti, di cui 158 si sono detti disponibili all’analisi dei biomarcatori. Nella coorte dei biomarcatori, l’età media dei pazienti era di 11,37 anni, il 76,6% era di sesso femminile e la maggior parte dei pazienti era di etnia Caucasica (84,2%).

Risultati principali
I livelli sierici mediani di S100A8/9, S100A12 e CRP al basale erano rispettivamente di 3295,3 ng/mL, 176,5 ng/mL e 0,20 mg/l. Al mese 4, i livelli mediani di S100A8/9 sono scesi a 2602 ng/mL, S100A12 è aumentato a 188,4 ng/mL e la CRP è rimasta a 0,20 mg/dL.

Al mese 16, questi livelli erano pari, rispettivamente, a 2449 ng/mL, 161,3 ng/mL e 0,10 mg/dL.

I pazienti in trattamento con MTX (n=172) presentavano livelli più elevati, al basale, di S100A8/9 and S100A12 rispetto a quelli che assumevano solo abatacept (n=47), con l’osservazione di forti correlazioni tra i biomarcatori e i livelli di CRP (r = 0,91 e r = 0.64, rispettivamente, per S100A8/9; r = 0,52 per CRP e S100A12).

Livelli più bassi al basale di S100A8/9, S100A12 e CRP sono stati associati ad outcome clinici migliori. I pazienti con livelli più bassi di questi biomarcatori al basale si caratterizzavano per probabilità significativamente più elevate di raggiungere lo stato di malattia inattiva JIA-ACR e JIA-ACR100 a 4 e 16 mesi, con livelli più bassi di S100A8/9 che aumentavano le probabilità di raggiungimento di 9,1 volte a 4 mesi e di 5,4 volte a 16 mesi.
Tendenze simili sono state osservate per S100A12 e CRP. I pazienti con bassi livelli di biomarcatori al mese 4 avevano maggiori probabilità di ottenere risultati positivi al mese 16 e 21.

La combinazione di bassi livelli, al basale, di S100A8/9 o S100A12 con bassi livelli di CRP ha aumentato ulteriormente la probabilità di raggiungere lo stato di malattia inattiva JIA-ACR e JIA-ACR100 già al mese 3. Ad esempio, bassi livelli di S100A8/9 più bassi livelli di CRP al basale hanno aumentato la probabilità di raggiungere JIA-ACR100 di 6,9 volte. Questo potere predittivo è stato preservato nel tempo, indipendentemente dalla terapia MTX concomitante.

Complessivamente, le riduzioni di CRP dal basale al mese 4 sono state mantenute, mentre i livelli di S100A8/9 e S100A12 hanno mostrato un moderato aumento fino al mese 21.

Riassumendo
Nel commentare i risultati, i ricercatori hanno ammesso, tra i limiti metodologici dello studio, le ridotte dimensioni del campione di pazienti reclutato.

Ciò detto, in conclusione, dai dati raccolti è emerso che livelli, al basale, più bassi delle proteine S100A8/9 e S100A12 predicono una migliore risposta al trattamento con abatacept rispetto a livelli più alti e possono servire come biomarcatori predittivi precoci nella pJIA. La diminuzione dei livelli di questi biomarcatori, inoltre, può anche predire la risposta a lungo termine ad abatacept nella pJIA.

Nicola Casella

Bibliografia
Brunner HI et al. S100 proteins as potential predictive biomarkers of abatacept response in polyarticular juvenile idiopathic arthritis. Arthritis Res Ther. Published online June 25, 2024. doi:10.1186/s13075-024-03347-0
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