Fake news sul mare di Rimini dopo l’alluvione: condannate due società


Condannate due società querelate per diffamazione dall’associazione albergatori di Rimini per due post sui social: deridevano il mare romagnolo dopo il dramma del maggio 2023

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L’immagine di un uomo ricoperto di melma e fango che emerge dalle acque, presentata dal commento: “Quando ti godi il primo bagno dell’estate a Rimini”. E ancora, la foto di due ragazzi che fanno il bagno in un mare pieno di plastica e spazzatura preceduta dal messaggio: “Ma lascia stare Sardegna e Sicilia, quest’anno andiamo a Rimini, vedrai che non c’è tutta questa differenza”.

Sono i post che hanno fatto infuriare gli albergatori riminesi, apparsi a fine luglio 2023- pochi mesi dopo la prima grande alluvione che ha messo in ginocchio la Romagna– su alcuni profili social, facebook e instagram. “Fake news” insomma per deridere le condizioni del mare a Rimini, in una stagione estiva di per sé molto difficile, come quella dello scorso anno, iniziata in ritardo per via del dramma climatico. Un anno e qualche mese dopo, arriva oggi finalmente la soddisfazione di avere avuto giustizia, con le scuse e i risarcimenti dei responsabili. Ecco come è andata

LA DENUNCIA DI FEDERALBERGHI: È LESIONE DI IMMAGINE ALLA CITTÀ

L’estate scorsa quindi una serie di meme, immagini e commenti postati sui social avevano ironizzato sulla pulizia delle acque del mare di Rimini, e così Federalberghi Rimini aveva fatto causa per diffamazione aggravata a mezzo social network nei confronti di due società che gestiscono pagine di Facebook. Per l’associazione degli albergatori, infatti, “i gestori delle pagine Fb avevano postato immagini e commenti denigratori sul mare di Rimini, così arrecando un pregiudizio all’immagine della città e della sua economia turistica”. Il tribunale di Rimini ha poi emesso due decreti penali di condanna. Una delle società, in persona del suo legale rappresentante, fa sapere oggi la presidente di Federalberghi, Patrizia Rinaldis, “non ha proposto alcuna opposizione e pertanto il decreto penale è diventato esecutivo, dando così la possibilità a Federalberghi Rimini di promuovere un’eventuale causa civile per il risarcimento del danno“. L’altra società (Commenti memorabili srl), invece, nella persona del suo legale rappresentante, prima dell’udienza del 23 settembre “ha proposto un’opposizione al decreto penale e ha risarcito il danno d’immagine e ha inoltre consegnato una lettera di scuse“. A questo punto Federalberghi ha ritenuto di poter rimettere la querela.

“USO DEI SOCIAL SIA CONSAPEVOLE”

Di fronte a quanto accaduto, oggi l’associazione degli albergatori sottolinea che “anche le immagini veicolate attraverso i social media possono avere conseguenze giuridiche”, e che “è importante l’utilizzo consapevole rispettoso dei social”. Da qui l’invito a “tutti gli utenti di evitare a diffondere informazioni false o denigratorie che possono ledere la reputazione di persone e luoghi. I social- ribadisce Federalberghi Rimini- vanno utilizzati in modo responsabile non per dileggio”.

IL RISARCIMENTO RICEVUTO GIRATO ALLA PROTEZIONE CIVILE

Intanto il risarcimento ottenuto, precisa ancora Rinaldis, “è stato consegnato alla Protezione civile che anche in questi giorni è impegnata a portare sostegno nelle zone alluvionate”.

IL SINDACO SADEGHOLVAAD PLAUDE FEDERALBERGHI: “HA DIFESO IL BRAND RIMINI”

Dal canto suo, il sindaco di Rimini, Jamil Sadegholvaad ringrazia Federalberghi “per essersi fatta promotrice di un’azione che abbiamo condiviso che nasce dalla volontà ferma di difendere l’immagine di Rimini, soprattutto del suo elemento più prezioso, il nostro mare”. Una salvaguardia “che portiamo avanti non solo a parole, ma con i fatti, attraverso investimenti e opere, in cui da anni la città è impegnata e che hanno contribuito a valorizzare quello che da sempre rappresenta il cuore della nostra economia e della nostra identità”, conclude il primo cittadino. “Bene anche il messaggio che deriva dall’esito di questa vicenda rispetto all’utilizzo dei social: uno strumento da utilizzare in maniera responsabile e consapevole, consci del fatto che le parole e le immagini lanciate su quelle piattaforme, siano prive di conseguenze”.

FONTE: AGENZIA DI STAMPA DIRE (WWW.DIRE.IT).