Negli adolescenti con complicanze associate all’obesità incorporare una restrizione energetica intensiva intermittente può essere una valida opzione
Negli adolescenti con complicanze associate all’obesità incorporare una restrizione energetica intensiva intermittente in un programma di gestione comportamentale del peso può offrire ai pazienti un’opzione alternativa alla restrizione calorica intensiva continua, come suggerito da uno studio pubblicato sulla rivista JAMA Pediatrics.
Le complicanze dell’obesità adolescenziale possono verificarsi nell’immediato o nel lungo termine e possono includere condizioni metaboliche, cardiovascolari, polmonari, muscoloscheletriche o psicosociali. La gestione comportamentale del peso è fondamentale per il trattamento dell’obesità adolescenziale ed è raccomandata nelle linee guida per la pratica clinica. Tuttavia l’efficacia degli interventi comportamentali è limitata rispetto alla terapia farmacologica o alla chirurgia bariatrica, che sono raccomandate come terapie aggiuntive per gli adolescenti con obesità grave. Considerato che questi due approcci sono soggetti a problemi di costi e accessibilità, è possibile che alternative terapeutiche aggiuntive come gli interventi dietetici intensivi possano essere utili per alcuni individui con comorbilità.
Gli interventi dietetici intensivi differiscono dai consigli dietetici convenzionali che rientrano nei trattamenti comportamentali e puntano a ridurre notevolmente l’assunzione energetica totale attraverso diete a bassissimo contenuto energetico (VLED) o alla restrizione energetica intermittente (IER). Questi interventi possono essere utilizzati quando il trattamento convenzionale non ha successo, quando è richiesta una rapida e sostanziale perdita di peso a causa di comorbilità o quando la farmacoterapia o la chirurgia non sono disponibili, hanno premesso gli autori.
L’obiettivo di questo studio era confrontare l’efficacia di due terapie dietetiche, fornite come parte di un intervento intensivo di gestione comportamentale del peso da un team multidisciplinare, negli adolescenti con complicanze metaboliche associate all’obesità. Le diete erano una VLED seguita da una restrizione calorica intensiva intermittente (IER) oppure continua (CER), ipotizzando che la prima sarebbe stata più accettabile per gli adolescenti e le loro famiglie, portando a un punteggio z dell’indice di massa corporea (BMI) inferiore e migliori composizione corporea e profilo cardiometabolico dopo 52 settimane di intervento.
Confronto tra due approcci di restrizione energetica intensiva
Lo studio clinico randomizzato multicentrico della durata di 52 settimane è stato condotto dal gennaio 2018 al marzo 2023 presso due centri pediatrici terziari in Australia e ha coinvolto 141 adolescenti (età compresa tra 13 e 17 anni) con obesità e almeno una complicanza associata all’eccesso di peso.
Gli interventi comportamentali intensivi erano forniti da un team multidisciplinare e confrontavano le due modalità di restrizione energetica prevedendo tre fasi, ovvero una dieta iniziale a bassissimo contenuto energetico (settimane 0-4), seguita da un intervento intensivo (settimane 5-16) e da una fase di intervento e/o mantenimento continuati (settimane 17-52).
Nella fase iniziale tutti i partecipanti hanno seguito una dieta a bassissimo contenuto energetico (circa 800 kcal/3350 kJ/giorno), quindi sono passati all’intervento IER o CER. L’IER prevedeva tre giorni/settimana di restrizione energetica con il consumo di un terzo del fabbisogno energetico giornaliero (circa 600-700 kcal/2.500-2.950 kJ/giorno) e quattro giorni/settimana di una dieta salutare. Il CER, che è l’attuale standard di cura, prevedeva un’assunzione energetica personalizzata in base all’età e al sesso (13-14 anni 1.430-1.670 kcal/6.000-7.000 kJ/giorno; 15-17 anni 1.670-1.900 kcal/7.000-8.000 kJ/giorno).
L’outcome primario era il punteggio z del BMI. Antropometria, composizione corporea e salute cardiometabolica sono state valutate all’inizio e al termine dello studio. Il punteggio z del BMI e i percentili sono stati determinati utilizzando i grafici di crescita dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC). Sono anche state valutate la resistenza all’insulina, la dislipidemia e un’elevata funzionalità epatica.
Risultati sovrapponibili con i due modelli di restrizione calorica
Alla settimana 52 entrambi i gruppi IER e CER avevano punteggi z del BMI ridotti (variazione media marginale stimata -0,28 per IER e -0,28 per CER) e BMI ridotto espresso come percentuale del 95° percentile (variazione media marginale stimata -9,56 per IER e -9,23 per CER).
Non sono state riscontrate differenze nella composizione corporea o nei risultati cardiometabolici tra i gruppi. Entrambi hanno avuto una riduzione nell’incidenza di resistenza all’insulina alla settimana 16, anche se alla settimana 52 questo effetto è stato osservato solo nel gruppo CER. L’incidenza di dislipidemia è rimasta invariata tra il basale e la settimana 52, con un piccolo miglioramento nell’incidenza dei test di compromissione della funzionalità epatica. Non sono inoltre state riscontrate differenze nella dislipidemia o nella funzionalità epatica tra i gruppi.
«Questi risultati non supportano la nostra ipotesi secondo cui l’IER sarebbe più accettabile e porterebbe a una migliore perdita di peso rispetto al CER negli adolescenti con complicanze associate all’obesità» hanno concluso gli autori. «Tuttavia gli esiti simili dei due approcci suggeriscono che anche l’IER può essere incorporato in un programma di gestione comportamentale del peso, fornendo un’opzione aggiuntiva al CER e offrendo ai pazienti una maggiore scelta».
Referenze
Lister BN et al. Fast track to health – Intermittent energy restriction in adolescents with obesity. A randomised controlled trial study protocol. Obes Res Clin Pract. 2020 Jan-Feb;14(1):80-90.