Stasera su Rai 3 tornano “Le ragazze” con Francesca Fialdini. Ospiti: Brunella Tocci, Simona Marchini, Maria Bordiga, Cinzia Pierantonelli, Nadia Buoso
Secondo appuntamento con Francesca Fialdini e la nuova stagione de “Le Ragazze”, il programma di Rai Cultura realizzato da Pesci Combattenti, martedì 8 ottobre, alle 21.20 su Rai 3.
Ad aprire la puntata una Ragazza degli anni ‘50: Brunella Tocci, Miss Italia nel 1955, è una delle poche vincitrici nella storia del concorso a non aver voluto intraprendere la carriera di attrice e modella. Il suo sogno, sin dall’inizio, è sempre stato fare la giornalista e ci riuscirà nel corso degli anni ‘60, diventando una delle prime giornaliste televisive Rai. Nata a Roma nel 1937 da genitori calabresi, Brunella cresce tra la capitale e la Calabria, dove trascorre l’estate. Grazie alla mentalità aperta del padre e alla presenza di nonna Elvira, Brunella non soffre alcuna disparità nella sua educazione rispetto a quella risarvata ai suoi fratelli ed è quindi libera di scegliere il suo futuro. Dopo l’elezione di Miss Italia, inizia a lavorare in televisione: annunciatrice, valletta di Mario Riva al “Musichiere”, presentatrice al fianco di un giovanissimo Pippo Baudo a “Un Disco per l’estate” nel 1964. Entrata nella redazione del telegiornale Rai, dovrà combattere contro la mentalità maschilista che relega le giornaliste alla conduzione del Tg del pomeriggio, ritenuto di minor prestigio. A metà degli anni ‘70 partecipa alla fondazione del Tg 2 dove resterà fino agli anni ‘90, occupandosi fra le altre cose, di cultura e costume, e distinguendosi non solo per eleganza e preparazione ma anche per l’attenzione ai temi legati alla condizione femminile e alla libertà delle donne.
Sarà poi la volta di due Ragazze degli anni ‘60, Simona Marchini e Maria Bordiga. La Marchini, nota al grande pubblico per gli straordinari personaggi interpretati, nasce a Roma nel 1941 in una famiglia di costruttori, respirando, fin da piccola, le idee antifasciste. Dopo due matrimoni falliti, il primo con un uomo molto possessivo con cui ha una figlia, il secondo con il calciatore della Roma Francesco “Ciccio” Cordova, incontra Don Lurio, che riconosce il suo talento brillante e la incoraggia a fare un provino. Da qui nasce il suo primo personaggio, quello della prostituta Iside Martufoni, l’ammiraglia della Balduina e poi molti altri, come quello della telefonista di “Quelli della notte”. Partecipa a numerosi programmi televisivi, ma coltiva anche un’altra grande passione: il teatro. Tuttavia, la passione più grande, trasmessale dal padre tanto amato, è quella per l’arte e ancora oggi, Simona gestisce con successo la galleria d’arte di famiglia, da lei riaperta nel centro di Roma. A intrecciarsi al suo racconto è la storia di Maria Bordiga, una vita dedicata alla pastorizia. Nata nel 1946 a Bagolino, un piccolo villaggio nella Valsabbia, ai piedi delle montagne prealpine, profondamente legata alla sua terra, non ha mai lasciato il suo paese e si è sempre dedicata con passione a un mestiere durissimo, che ha ereditato dai genitori. Primogenita di otto figli, Maria impara fin da piccola a convivere con il duro lavoro e con le difficoltà della vita rurale. Frequenta la scuola fino alla quinta elementare poi, a soli 14 anni, inizia a lavorare come domestica in un paese vicino, dove rimane per cinque anni per poi tornare a Bagolino per aiutare la madre.
All’età di 20 anni vive uno dei periodi più belli della sua vita, lavorando in un rifugio sull’Adamello, a 3000 metri di altitudine. Dal suo matrimonio ha tre figli: due gemelle e un maschio, Diego. Quando Diego cresce, la famiglia acquista delle mucche e Maria inizia a produrre il Bagòss, il formaggio tipico della sua terra. Nonostante il senso di vuoto lasciato dalla morte del marito, Maria continua a vivere sulle sue amate montagne, mantenendo sempre viva le tradizioni della sua famiglia.
Seguono due Ragazze degli anni ‘70. Oggi docente universitaria, Cinzia Pierantonelli nasce a Roma il 23 settembre 1957. Studia al Liceo Scientifico Malpighi e negli anni della contestazione si avvicina ai collettivi femministi. All’Università La Sapienza sceglie germanistica e, per imparare il tedesco, si reca per la prima volta a Berlino Ovest. Lì osserva da vicino la realtà di una città divisa in due dal Muro e profondamente segnata dagli innumerevoli tentativi di fuga di tante persone da Berlino Est. Interessata a studiare la letteratura femminile della DDR, dopo la laurea ottiene una Borsa di Dottorato presso la prestigiosa Humboldt Universität a Berlino Est. Durante il suo soggiorno di un anno si accorge dei meccanismi di controllo messi in atto dal governo tramite la Stasi, l’organizzazione interna attraverso cui il regime spia tutti i cittadini per bloccare sul nascere qualunque scintilla di dissenso. Il 9 novembre 1989 con la caduta del Muro si chiude l’era della Guerra Fredda. Per Cinzia, da tempo rientrata in Italia, si apre la carriera universitaria ma il legame con Berlino non si spezzerà mai.
La sua storia è intrecciata con quella di Nadia Buoso, bigliettaia del Teatro La Fenice di Venezia. Nata a Venezia il 1° dicembre 1952. Figlia unica, padre operaio e mamma casalinga, Nadia è una bambina simpatica e vivace. Frequenta la scuola di stenografia, segretaria d’azienda e tenutaria di paga. All’inizio degli anni ‘70 conosce Claudio, un giovane gentile che le cede il posto a sedere sull’autobus: si sposano, non ancora maggiorenni, nel febbraio del 1973 quando Nadia è già incinta. Dopo la nascita di suo figlio inizia a lavorare come stenografa negli uffici della Mostra del Cinema di Venezia, e subito dopo come cassiera alla biglietteria del Lido. Quando le dicono che un’anziana bigliettaia del Teatro La Fenice si è infortunata, Nadia si presenta per sostituirla anche se è un mondo che non conosce: non è mai stata in teatro e non ha mai visto un’opera lirica. Da quel momento La Fenice diventa tutta la sua vita: per quasi quarant’anni sarà lì a vendere biglietti e abbonamenti, a gestire i clienti più esigenti e a volte anche i capricci dei cantanti. Finirà anche con l’amare l’opera, la “Traviata” su tutte, alle cui prove assisterà centinaia di volte. Indelebile nella sua memoria l’incendio che il 29 gennaio 1996 ha distrutto il Teatro: da quel momento, insieme a tutti i colleghi, sarà in prima linea per la ricostruzione.