Gli Stati Uniti dichiarano guerra al monopolio di Google


Gli Stati Uniti stanno pensando di smembrare Google: contro il monopolio sul mercato delle ricerche online si muove ufficialmente il Dipartimento di giustizia

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Google rischia di essere smembrata. Il governo degli Stati Uniti sta cercando di capire come contrastare il suo monopolio nelle ricerche online. In un documento del tribunale depositato durante la notte, il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti suggerisce che potrebbe cercare “rimedi strutturali” come vendite forzate di prodotti, per impedire a Google di usare il suo browser Chrome, il sistema operativo Android e l’app store Play per dominare ingiustamente il mercato della ricerca. Ma – scrive Il Guardian – sono allo studio anche altre opzioni meno radicali.

La condotta anticoncorrenziale di Google è ormai diventato un problema internazionale, ha causato danni in un insieme di mercati in rapida evoluzione, ma giustamente considerati indispensabili per la vita degli americani. Il “proposed remedy framework” del Dipartimento di Giustizia arriva un mese dopo che un giudice statunitense ha stabilito che Google ha violato la legge antitrust e creato un monopolio illegale. Il caso si è incentrato sull’uso da parte di Google di accordi esclusivi con produttori di dispositivi come Apple e Samsung, in cui ha pagato miliardi di dollari per assicurarsi che il suo prodotto fosse il motore di ricerca predefinito sui loro telefoni e tablet.

Il Dipartimento di Giustizia sostiene che i tribunali devono affrontare il problema della condotta illecita di Google, e nel frattempo sta annullando i suoi effetti sulla distribuzione della ricerca, in modo che i rivali possano competere equamente. Ma per risolvere il problema non è sufficiente solo porre fine al controllo di Google sulla distribuzione oggi, ma anche garantire che Google non possa controllare la distribuzione di domani.

In questa fase, gli Usa stanno “considerando” rimedi strutturali, soluzioni legali per smantellare il gigante della tecnologia. Ma potrebbero anche costringere Google a condividere i dati di ricerca degli utenti con i rivali, o in futuro limitare l’utilizzo dei risultati di ricerca per “addestrare” nuovi modelli e prodotti di intelligenza artificiale generativa.

Secondo la Reuters, il Dipartimento di Giustizia dovrebbe presentare alla corte una proposta più dettagliata entro il 20 novembre, mentre Google avrà la possibilità di proporre i propri rimedi entro il 20 dicembre.